Cronaca
Blitz contro i clan Mercante e Strisciuglio: preso un 35enne
I traffici tra i quartieri San Paolo e Japigia. Nell'operazione coinvolto anche Andrea Castriotta
Molfetta - mercoledì 4 aprile 2018
12.13
C'è anche un molfettese, il 35enne Andrea Castriotta, tra le 25 persone, appartenenti ai clan Mercante e Strisciuglio, arrestate oggi a Bari nell'ambito di una operazione della Polizia di Stato.
Tutte sono state destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare (15 in carcere e 10 agli arresti domiciliari) emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Annachiara Mastrorilli, su richiesta del pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Lidia Giorgio. 7 provvedimenti sono stati notificati a persone già detenute in carcere, a Bari, Trani, Lecce e Potenza.
L'indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Bari, ha messo a fuoco le attività illecite soprattutto nei quartieri San Paolo e Japigia: associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dall'uso delle armi, due tentativi di omicidio in danno di altrettanti esponenti dei clan Strisciuglio e Mercante, aggravati dal metodo mafioso.
Secondo le risultanze investigative, il clan Mercante, operante in posizione dominante nel quartiere Libertà di Bari ed in alcuni comuni del nord barese, con a capo Giuseppe Mercante, si riforniva di stupefacente, anche in consistenti quantitativi, da differenti canali di approvvigionamento, tra i quali il pregiudicato Luigi Luisi, ucciso nel corso di un agguato nell'ottobre del 2016, nonché da Francesco Cascella e Alessandro De Bernardis, oltre che da Antonio Caizzi.
Il primo dei tentati omicidi contestati ed aggravati dal metodo mafioso, avvenuto il 27 marzo 2014, ha avuto come vittima Vincenzo Valentino, esponente del clan Strisciuglio, e - secondo quanto accertato - sarebbe stato commissionato da Alessandro De Bernardis ed eseguito da Riccardo Lucchesi e Michele Lorusso. L'agguato non andò a buon fine per l'inceppamento dell'arma.
Si trattava - secondo gli investigatori - di una risposta all'accoltellamento, avvenuto lo stesso giorno, da parte di Vincenzo Valentino ai danni di Umberto De Meo, accoltellamento peraltro commesso per legittima difesa.
Il secondo tentato omicidio, anch'esso aggravato dal metodo mafioso, fu commesso il 25 aprile 2014 nei confronti di Alessandro De Bernardis e Riccardo Lucchesi ed è stato contestato a Giovanni Tritto e Christian Cucumazzo, ritenuti esponenti del clan Strisciuglio, operante sul quartiere San Paolo di Bari. Anche in questo caso l'agguato non andò a buon fine a causa del cattivo funzionamento dell'arma utilizzata.
Nel corso delle investigazioni sono stati sequestrati ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, nonché 10 pistole e numeroso munizionamento.
Tutte sono state destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare (15 in carcere e 10 agli arresti domiciliari) emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Annachiara Mastrorilli, su richiesta del pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Lidia Giorgio. 7 provvedimenti sono stati notificati a persone già detenute in carcere, a Bari, Trani, Lecce e Potenza.
L'indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Bari, ha messo a fuoco le attività illecite soprattutto nei quartieri San Paolo e Japigia: associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dall'uso delle armi, due tentativi di omicidio in danno di altrettanti esponenti dei clan Strisciuglio e Mercante, aggravati dal metodo mafioso.
Secondo le risultanze investigative, il clan Mercante, operante in posizione dominante nel quartiere Libertà di Bari ed in alcuni comuni del nord barese, con a capo Giuseppe Mercante, si riforniva di stupefacente, anche in consistenti quantitativi, da differenti canali di approvvigionamento, tra i quali il pregiudicato Luigi Luisi, ucciso nel corso di un agguato nell'ottobre del 2016, nonché da Francesco Cascella e Alessandro De Bernardis, oltre che da Antonio Caizzi.
Il primo dei tentati omicidi contestati ed aggravati dal metodo mafioso, avvenuto il 27 marzo 2014, ha avuto come vittima Vincenzo Valentino, esponente del clan Strisciuglio, e - secondo quanto accertato - sarebbe stato commissionato da Alessandro De Bernardis ed eseguito da Riccardo Lucchesi e Michele Lorusso. L'agguato non andò a buon fine per l'inceppamento dell'arma.
Si trattava - secondo gli investigatori - di una risposta all'accoltellamento, avvenuto lo stesso giorno, da parte di Vincenzo Valentino ai danni di Umberto De Meo, accoltellamento peraltro commesso per legittima difesa.
Il secondo tentato omicidio, anch'esso aggravato dal metodo mafioso, fu commesso il 25 aprile 2014 nei confronti di Alessandro De Bernardis e Riccardo Lucchesi ed è stato contestato a Giovanni Tritto e Christian Cucumazzo, ritenuti esponenti del clan Strisciuglio, operante sul quartiere San Paolo di Bari. Anche in questo caso l'agguato non andò a buon fine a causa del cattivo funzionamento dell'arma utilizzata.
Nel corso delle investigazioni sono stati sequestrati ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, nonché 10 pistole e numeroso munizionamento.