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Basket
Serie C, la Clean Up Molfetta si butta via e Corato passa al PalaPoli: 54-63
Si tratta del secondo ko di fila in casa, arrivato al termine di una partita nervosa
Molfetta - martedì 1 aprile 2025
Finisce con una sconfitta, la seconda di fila al PalaPoli, piena di errori e rimpianti, la gara casalinga con la Nuova Matteotti Corato, vittoriosa 54-63. Contro una squadra in forma (reduce da tre vittorie consecutive), con tanta gamba e una difesa ermetica, la Clean Up Molfetta gioca male, va sotto di 13 (36-49 nel terzo quarto), sbagliando tutto da sotto e soprattutto da tre: 6/34, pari al 17.6%. Poi, dopo un black out nel terzo quarto (0-13), cerca di rientrare in partita, che si riapre per un attimo, quando i biancorossi toccano il -5. I tentativi dalla lunga sputati dal ferro mettono fine alle ultime speranze. Per il sodalizio di Solimini, che non riesce ad approfittare dei passi falsi delle altre dirette concorrenti, ma resta al quarto posto a quota 28 punti, è l'ottavo ko stagionale.
Al PalaPoli, Gesmundo parte con Scarpone, Chiriatti, Mezzina, Infante e Didonna che apre le danze in avvio. Positivo l'impatto del capitano che pesca un paio di canestri in area colorata e firma il gioco da tre per quello che rimarrà il massimo vantaggio del match: 9-6. Sì, perché Corato morde in difesa: la verve offensiva di Cicivé, Postigo Lopez e Obiekwe Sam gli garantisce un buon vantaggio, che solo una tripla di Didonna riesce a rattoppare sul finale del primo quarto (14-17). Il break di marca ospite (0-5), in avvio di secondo quarto, porta gli ospiti sul 14-22, mentre dall'arco dei 6.75 a Infante risponde D'Imperio (17-25). È nella sofferenza che la squadra di casa trova le migliori energie, grazie a Didonna e Infante (22-25), Delmas e Scarpone (26-27). Ma è la tripla di Martinelli (26-30) a ristabilire le distanze, prima di tornare negli spogliatoi sul 28-34.
Molfetta, al rientro, piazza un parziale (8-2, con due triple di Delmas) che vale l'aggancio (36-36), ma Corato risponde con un eloquente 0-13: un break terrificante che permette alla Nuova Matteotti di riprendere la gara e scappare, dopo aver toccato la doppia cifra di vantaggio: 36-49. Suraci la chiude a -10, 39-49 al 30'. La volata dell'ultimo quarto inizia all'insegna del nervosismo, con cinque falli dei padroni di casa in 87'' e punteggio che si allarga con un assolo di Obiekwe Sam e due liberi di Spina Diana: 39-54. Molfetta non vuole perderla, ricuce sino al -10 (44-54), con Sasso e Delmas tocca il -5 (51-56), ma due penetrazioni di Obiekwe Sam riportano Corato in vantaggio di 10: 51-61. Didonna e Infante sparano le ultime cartucce, ma la difesa non concede spazio: ci provano Chiriatti e Delmas dalla lunga, ma senza successo. Finisce 54-63.
«Forse abbiamo pensato di aver archiviato la pratica prima ancora di aver iniziato la partita - ha detto Gesmundo - e, purtroppo, non è la prima volta che succede. Quando non siamo mentalmente collegati, non giochiamo di squadra. È un peccato, visti anche i risultati degli altri campi». I biancorossi, infatti, erano reduci dal colpaccio sul rettangolo della capolista Castellaneta: «Noi abbiamo fatto grandi cose sinora - ha proseguito il tecnico -, ma in alcune circostanze non dimostriamo la giusta mentalità per essere cinici. Oggi (ieri), poi, abbiamo pagato la poca verve offensiva da parte di tutti, conseguenza della poca lucidità in campo». Per la Clean Up si tratta del secondo ko di fila in casa, arrivato al termine di una partita nervosa: «Abbiamo fatto tanti falli in attacco, ma dobbiamo guardare oltre - ha concluso Gesmundo - per riprendere il cammino».
Al PalaPoli, Gesmundo parte con Scarpone, Chiriatti, Mezzina, Infante e Didonna che apre le danze in avvio. Positivo l'impatto del capitano che pesca un paio di canestri in area colorata e firma il gioco da tre per quello che rimarrà il massimo vantaggio del match: 9-6. Sì, perché Corato morde in difesa: la verve offensiva di Cicivé, Postigo Lopez e Obiekwe Sam gli garantisce un buon vantaggio, che solo una tripla di Didonna riesce a rattoppare sul finale del primo quarto (14-17). Il break di marca ospite (0-5), in avvio di secondo quarto, porta gli ospiti sul 14-22, mentre dall'arco dei 6.75 a Infante risponde D'Imperio (17-25). È nella sofferenza che la squadra di casa trova le migliori energie, grazie a Didonna e Infante (22-25), Delmas e Scarpone (26-27). Ma è la tripla di Martinelli (26-30) a ristabilire le distanze, prima di tornare negli spogliatoi sul 28-34.
Molfetta, al rientro, piazza un parziale (8-2, con due triple di Delmas) che vale l'aggancio (36-36), ma Corato risponde con un eloquente 0-13: un break terrificante che permette alla Nuova Matteotti di riprendere la gara e scappare, dopo aver toccato la doppia cifra di vantaggio: 36-49. Suraci la chiude a -10, 39-49 al 30'. La volata dell'ultimo quarto inizia all'insegna del nervosismo, con cinque falli dei padroni di casa in 87'' e punteggio che si allarga con un assolo di Obiekwe Sam e due liberi di Spina Diana: 39-54. Molfetta non vuole perderla, ricuce sino al -10 (44-54), con Sasso e Delmas tocca il -5 (51-56), ma due penetrazioni di Obiekwe Sam riportano Corato in vantaggio di 10: 51-61. Didonna e Infante sparano le ultime cartucce, ma la difesa non concede spazio: ci provano Chiriatti e Delmas dalla lunga, ma senza successo. Finisce 54-63.
«Forse abbiamo pensato di aver archiviato la pratica prima ancora di aver iniziato la partita - ha detto Gesmundo - e, purtroppo, non è la prima volta che succede. Quando non siamo mentalmente collegati, non giochiamo di squadra. È un peccato, visti anche i risultati degli altri campi». I biancorossi, infatti, erano reduci dal colpaccio sul rettangolo della capolista Castellaneta: «Noi abbiamo fatto grandi cose sinora - ha proseguito il tecnico -, ma in alcune circostanze non dimostriamo la giusta mentalità per essere cinici. Oggi (ieri), poi, abbiamo pagato la poca verve offensiva da parte di tutti, conseguenza della poca lucidità in campo». Per la Clean Up si tratta del secondo ko di fila in casa, arrivato al termine di una partita nervosa: «Abbiamo fatto tanti falli in attacco, ma dobbiamo guardare oltre - ha concluso Gesmundo - per riprendere il cammino».