Volley
Sabbi e De Pandis, l’Imperatore e il Ministro della Difesa di Molfetta
Hanno vinto le classifiche di miglior marcatore e libero della stagione
Molfetta - mercoledì 15 marzo 2017
16.47
Nonostante siano passate già tanti giorni dalla straordinaria affermazione dell'Exprivia Molfetta al PalaPoli contro la Lube, fatica a dissolversi la carica d'adrenalina che ha lasciato questa partita. La senti ancora addosso, c'è poco da fare: l'impresa sportiva di Sabbi e compagni è un qualcosa che fa capire quanti messaggi possa contenere una gara sportiva.
Non ci riferiamo soltanto ai significati sportivi e tecnici che la vittoria strappata con i denti al tie-break contro il team del ct della Nazionale, Blengini e di Osmany Juantorena, necessariamente, propone: la più grande eredità che ci rimane da questa partita è rivestita di significati universali, globali. Forse addirittura assoluti.
Cosa dire, innanzitutto, di questa banda di ragazzi, uniti dallo stesso colore biancorosso della canotta che hanno indosso, che vede fra i più grandi protagonisti dell'impresa Giulio Sabbi e Daniele De Pandis, veri fratelli d'Italia e figli della Molfetta sottorete.
Partiamo con il martello di Zagarolo, alle porte di Roma, che ha la fortuna di saper giocare da Dio a questo meraviglioso sport: giustamente è oramai diventato un idolo, tornato la scorsa estate a Molfetta, dopo aver vinto il titolo di Cina, giocando con la maglia, dello Shanghai insieme a Cristian Savani. Giubilato dalla Lube, che nel suo ruolo preferì utilizzare Miljkovic e il veterano Fei, nonostante avesse avuto garanzie che avrebbero giocato insieme. Invece poi i progetti del club di Civitanova sono cambiati. E per l'opposto laziale, di regione e di fede calcistica, non c'è stato più spazio. Se non in Cina. Ma Giulio dopo aver vinto lo scudetto si è ormai messo alle spalle il passato e da quando è sbarcato per la seconda volta al PalaPoli ha pensato solo a far bene nel suo nuovo club. Ed ecco, allora, che il primo messaggio che cogliamo dalla vittoria dell'Exprivia Molfetta è di solidarietà, coesione sociale. Quella vera e non quella di comodo, di facciata, rendendo Sabbi l'Imperatore vero uomo copertina della SuperLega con 564 punti e 57 ace in 100 set disputati in questa stagione.
Abbiamo accennato anche ad Daniele De Pandis, che la pallavolo ce l'ha nel sangue: per "il Ministro della Difesa", la difesa diventa anche arma d'attacco, il difensore, l'estremo baluardo abituato a volare per raccogliere palloni impossibili a beccare pallonate tremende che si toglie lo sfizio di mettere un punto a referto. Miglior libero della Superlega con 26 partite e 104 set giocati ed una media ponderata di 6,01 in ricezione. C'è gloria anche per chi lavora nelle retrovie, dietro le quinte. Chi segue assiduamente la pallavolo magari non si sorprende del repertorio tecnico vastissimo, della lucidità e della precisione del libero dell'Exprivia Molfetta.
Ultime righe tutte ad appannaggio di Gulinelli, l'allenatore che dopo l'esonero di Vincenzo Di Pinto non è purtroppo riuscito a completare un lavoro enorme costruito negli anni per qualità e mole: se la tempra del gruppo è di quelle buone, gran parte dei meriti soprattutto nella seconda parte della stagione sono suoi. Piace da morire questa Exprivia, nonostante il 5,5 attribuitole dalla Gazzetta dello Sport qualche giorno fa, per un motivo molto semplice: è una squadra che aggrega, unisce e mette assieme pezzi di società che, al di fuori del perimetro del campo di pallavolo, insieme non ci sanno stare. Non ci stanno. È una squadra che ha delle storie da raccontare, ha qualcosa (tanto) da insegnare, pur senza avere la pretesa di farlo.
Non ci riferiamo soltanto ai significati sportivi e tecnici che la vittoria strappata con i denti al tie-break contro il team del ct della Nazionale, Blengini e di Osmany Juantorena, necessariamente, propone: la più grande eredità che ci rimane da questa partita è rivestita di significati universali, globali. Forse addirittura assoluti.
Cosa dire, innanzitutto, di questa banda di ragazzi, uniti dallo stesso colore biancorosso della canotta che hanno indosso, che vede fra i più grandi protagonisti dell'impresa Giulio Sabbi e Daniele De Pandis, veri fratelli d'Italia e figli della Molfetta sottorete.
Partiamo con il martello di Zagarolo, alle porte di Roma, che ha la fortuna di saper giocare da Dio a questo meraviglioso sport: giustamente è oramai diventato un idolo, tornato la scorsa estate a Molfetta, dopo aver vinto il titolo di Cina, giocando con la maglia, dello Shanghai insieme a Cristian Savani. Giubilato dalla Lube, che nel suo ruolo preferì utilizzare Miljkovic e il veterano Fei, nonostante avesse avuto garanzie che avrebbero giocato insieme. Invece poi i progetti del club di Civitanova sono cambiati. E per l'opposto laziale, di regione e di fede calcistica, non c'è stato più spazio. Se non in Cina. Ma Giulio dopo aver vinto lo scudetto si è ormai messo alle spalle il passato e da quando è sbarcato per la seconda volta al PalaPoli ha pensato solo a far bene nel suo nuovo club. Ed ecco, allora, che il primo messaggio che cogliamo dalla vittoria dell'Exprivia Molfetta è di solidarietà, coesione sociale. Quella vera e non quella di comodo, di facciata, rendendo Sabbi l'Imperatore vero uomo copertina della SuperLega con 564 punti e 57 ace in 100 set disputati in questa stagione.
Abbiamo accennato anche ad Daniele De Pandis, che la pallavolo ce l'ha nel sangue: per "il Ministro della Difesa", la difesa diventa anche arma d'attacco, il difensore, l'estremo baluardo abituato a volare per raccogliere palloni impossibili a beccare pallonate tremende che si toglie lo sfizio di mettere un punto a referto. Miglior libero della Superlega con 26 partite e 104 set giocati ed una media ponderata di 6,01 in ricezione. C'è gloria anche per chi lavora nelle retrovie, dietro le quinte. Chi segue assiduamente la pallavolo magari non si sorprende del repertorio tecnico vastissimo, della lucidità e della precisione del libero dell'Exprivia Molfetta.
Ultime righe tutte ad appannaggio di Gulinelli, l'allenatore che dopo l'esonero di Vincenzo Di Pinto non è purtroppo riuscito a completare un lavoro enorme costruito negli anni per qualità e mole: se la tempra del gruppo è di quelle buone, gran parte dei meriti soprattutto nella seconda parte della stagione sono suoi. Piace da morire questa Exprivia, nonostante il 5,5 attribuitole dalla Gazzetta dello Sport qualche giorno fa, per un motivo molto semplice: è una squadra che aggrega, unisce e mette assieme pezzi di società che, al di fuori del perimetro del campo di pallavolo, insieme non ci sanno stare. Non ci stanno. È una squadra che ha delle storie da raccontare, ha qualcosa (tanto) da insegnare, pur senza avere la pretesa di farlo.