Calcio
Noicattaro-Borgorosso: l’esteta Patruno contro il pragmatico Colucci, una partita da prendere con filosofia
Fischio d’inizio, ore 14.30, al Comunale di Noicattaro.
Molfetta - domenica 17 gennaio 2016
0.20
Prenderla con filosofia. Un aforisma che ci accompagna da secoli, per fronteggiare delusioni, sconfitte e cadute. I debiti formativi scolastici hanno spesso assunto le sembianze di segni matematici, chimici e legati alla letteratura, fedeli compagni nelle estati di torridi recuperi. Altro che prenderla con filosofia, quando tutti gli amici se la spassano al mare, gustandosi i primi colpi del mercato.
Gli stessi colpi che, dietro le quinte, hanno architettato Michele Patruno e Stefano Colucci all'ombra del sole di giugno, gettando le basi per la propria ermeneutica. Qualcuno si chiederà cosa c'entra l'ermeneutica in tutto ciò? L'ermeneutica è la metodologia dell'interpretazione dell'esistenza umana, la cui trasposizione calcistica ci piace vederla come la filosofia di gioco. Il mercato estivo con i suoi oracoli ha rivelato ben presto le carte dei due allenatori ed il destino di Borgorosso e Noicattaro. Forse non si è spinto a prevedere che, a questo punto del campionato, sarebbero state una quasi in cima alla torre (a -1 dall'apice), l'altra un po' più giù a -10 punti dal Borgorosso che da quella semi-vetta guarda tutti dall'alto verso il basso.
Dicevamo il mercato: Colucci punta su fisicità, concretezza ed esperienza. Filosoficamente parlando, questa linea di pensiero ricalca il pragmatismo, corrente di pensiero che privilegia la pratica e la concretezza rispetto alla teoria. Pochi fronzoli, un saluto al tiki-taka ed il cappello da inseguitrice di lusso ben saldo.
E Patruno? Lui è il perfetto esteta del calcio. La bellezza hegeliana della sua filosofia calcistica si rispecchia negli undici giocatori che manda in campo. Il suo Borgorosso tesse trame di gioco che ricalcano gol e punti. Quasi dei cannibali che non si fermano mai davanti a niente e nessuno.
La metamorfosi patruniana lo ha condotto a smettere il doppiopetto da banchiere e vestire una comoda tuta "operaia", che non abbandona neanche davanti ai flash pre-gara. Ma oggi per Patruno, l'estetica rimane racchiusa nel suo armadio e nel libro dei ricordi, per fare spazio al pragmatismo sul campo. Condannare un dribbling di troppo, per lui, è un po' come tradire se stesso. Insomma, esteta fuori ma pragmatico dentro, sa come vincere i campionati.
La sfida di oggi al Comunale di Noicattaro sarà uno confronto tra ideologie contrapposte. Vincere sarà l'unica cosa che conta. Un risultato avverso sarà difficile da metabolizzare ma, d'altronde, alcuni saggi dicono che bisogna prenderla con filosofia.
Gli stessi colpi che, dietro le quinte, hanno architettato Michele Patruno e Stefano Colucci all'ombra del sole di giugno, gettando le basi per la propria ermeneutica. Qualcuno si chiederà cosa c'entra l'ermeneutica in tutto ciò? L'ermeneutica è la metodologia dell'interpretazione dell'esistenza umana, la cui trasposizione calcistica ci piace vederla come la filosofia di gioco. Il mercato estivo con i suoi oracoli ha rivelato ben presto le carte dei due allenatori ed il destino di Borgorosso e Noicattaro. Forse non si è spinto a prevedere che, a questo punto del campionato, sarebbero state una quasi in cima alla torre (a -1 dall'apice), l'altra un po' più giù a -10 punti dal Borgorosso che da quella semi-vetta guarda tutti dall'alto verso il basso.
Dicevamo il mercato: Colucci punta su fisicità, concretezza ed esperienza. Filosoficamente parlando, questa linea di pensiero ricalca il pragmatismo, corrente di pensiero che privilegia la pratica e la concretezza rispetto alla teoria. Pochi fronzoli, un saluto al tiki-taka ed il cappello da inseguitrice di lusso ben saldo.
E Patruno? Lui è il perfetto esteta del calcio. La bellezza hegeliana della sua filosofia calcistica si rispecchia negli undici giocatori che manda in campo. Il suo Borgorosso tesse trame di gioco che ricalcano gol e punti. Quasi dei cannibali che non si fermano mai davanti a niente e nessuno.
La metamorfosi patruniana lo ha condotto a smettere il doppiopetto da banchiere e vestire una comoda tuta "operaia", che non abbandona neanche davanti ai flash pre-gara. Ma oggi per Patruno, l'estetica rimane racchiusa nel suo armadio e nel libro dei ricordi, per fare spazio al pragmatismo sul campo. Condannare un dribbling di troppo, per lui, è un po' come tradire se stesso. Insomma, esteta fuori ma pragmatico dentro, sa come vincere i campionati.
La sfida di oggi al Comunale di Noicattaro sarà uno confronto tra ideologie contrapposte. Vincere sarà l'unica cosa che conta. Un risultato avverso sarà difficile da metabolizzare ma, d'altronde, alcuni saggi dicono che bisogna prenderla con filosofia.