Calcio
Mongelli resta alla Sefa Molfetta
L'ex Acqua&Sapone vestirà la maglia numero 8: «Sono super carico»
Molfetta - venerdì 19 agosto 2016
10.16
Fresche novità si alternano a dolci consuetudini; in casa Sefa Molfetta C5, tra un nuovo acquisto e l'altro, questo volto biancorosso si adorna di brillanti riconferme, delle quali (nessun dubbio!) ogni "dell'Aquila seguace" sarà entusiasta.
Lui è biancorosso dentro, quando sin dai suoi 16 anni (e prima ancora nel calcio a 11) mister Nico Allegretta gli fa indossare scarpette da futsal nel Real Molfetta, è biancorosso quando entra in campo e, crescendo, la sua classe assoluta inebria tutti, compagni e non, è biancorosso persino quando le sue superiori qualità, insieme ad ormai tanta esperienza, lo portano a provare l'ebbrezza della maglia della massima serie, quella "A" che da sogno diventa realtà nell'Acqua e Sapone di Montesilvano.
Ma quando si è biancorossi dentro, si ritorna qui, a casa, dove di lui è inutile parlare di agilità, lucidità, elasticità, velocità, tecnica e tattica finissime, intelligenza e tanta, tantissima sportività... di lui bastano solo due parole: Michele Mongelli!
Ancora a Molfetta, in maglia aquilata n.8, quella che il grande Gigi Minervini gli cede con orgoglio e che lui, onorato, indosserà sul suo esempio, anche quest'anno Mongelli farà divertire i suoi tifosi, riconfermato ed ormai bandiera tra i big di questo marchio di garanzia.
«Questa nuova maglia per me è più che pesante, sia a livello calcistico che a livello umano, - le parole di Mongelli - come esempio da seguire per tutti i giovani. Inutile parlare della mia voglia di giocare, chi mi conosce lo sa ed io non ne vedo l'ora.
Grazie all'esperienza nella massima serie ho avuto la possibilità di togliermi qualche soddisfazione a livello professionale, e stando a contatto con giocatori dello spessore dei miei compagni, ho avuto la fortuna di capire molte cose oltre alla qualità, come il sacrificio e l'umiltà, che sono la base di qualsiasi successo!
Sono super carico, prontissimo a mettere a disposizione tutto ciò che so per la mia città, per il presidente, per i nostri tifosi che vengono a sostenerci, perché vogliamo trasmettere loro il nostro amore per il futsal - conclude - e la bellezza dell'umanità che ne nasce!».
Lui è biancorosso dentro, quando sin dai suoi 16 anni (e prima ancora nel calcio a 11) mister Nico Allegretta gli fa indossare scarpette da futsal nel Real Molfetta, è biancorosso quando entra in campo e, crescendo, la sua classe assoluta inebria tutti, compagni e non, è biancorosso persino quando le sue superiori qualità, insieme ad ormai tanta esperienza, lo portano a provare l'ebbrezza della maglia della massima serie, quella "A" che da sogno diventa realtà nell'Acqua e Sapone di Montesilvano.
Ma quando si è biancorossi dentro, si ritorna qui, a casa, dove di lui è inutile parlare di agilità, lucidità, elasticità, velocità, tecnica e tattica finissime, intelligenza e tanta, tantissima sportività... di lui bastano solo due parole: Michele Mongelli!
Ancora a Molfetta, in maglia aquilata n.8, quella che il grande Gigi Minervini gli cede con orgoglio e che lui, onorato, indosserà sul suo esempio, anche quest'anno Mongelli farà divertire i suoi tifosi, riconfermato ed ormai bandiera tra i big di questo marchio di garanzia.
«Questa nuova maglia per me è più che pesante, sia a livello calcistico che a livello umano, - le parole di Mongelli - come esempio da seguire per tutti i giovani. Inutile parlare della mia voglia di giocare, chi mi conosce lo sa ed io non ne vedo l'ora.
Grazie all'esperienza nella massima serie ho avuto la possibilità di togliermi qualche soddisfazione a livello professionale, e stando a contatto con giocatori dello spessore dei miei compagni, ho avuto la fortuna di capire molte cose oltre alla qualità, come il sacrificio e l'umiltà, che sono la base di qualsiasi successo!
Sono super carico, prontissimo a mettere a disposizione tutto ciò che so per la mia città, per il presidente, per i nostri tifosi che vengono a sostenerci, perché vogliamo trasmettere loro il nostro amore per il futsal - conclude - e la bellezza dell'umanità che ne nasce!».