Calcio
Molfetta Sportiva: un divorzio annunciato fin dall'inizio
Viaggio nella crisi societaria della Molfetta Sportiva 1917. La Nuova Molfetta saluta
Molfetta - mercoledì 21 ottobre 2015
Ci avevamo quasi creduto, chi più, chi meno, ma stavolta sembrava essere davvero la volta buona. Già, sembrava, perché in effetti così non è stato. Stiamo parlando della Molfetta Sportiva 1917, e soprattutto dell'ennesimo suicidio sportivo che vede come protagonista Lanza e la sua società. Il divorzio tra ex Libertas Molfetta e Nuova Molfetta era facilmente pronosticabile già in estate, inutile girarci intorno.
Quanti realmente ci avevano creduto? Uno, due, tre....forse nessuno. Saremmo quasi pronti a sfidare la sorte e a chiedere tra i tifosi: "quanti hanno (realmente) creduto in questo matrimonio calcistico?"; o al contrario: "quanti avevano creduto ad un divorzio anticipato?". In questo caso, forse, ci troveremmo dinanzi ad un plebiscito. Ma la storia recente richiama i troppi errori estivi. Davvero qualcuno credeva di far ragionare Lanza in merito a gestione e organizzazione societaria? Utopia allo stato puro.
Ci hanno provato Ennio Cormio, Saverio Bufi, Giovanni Di Benedetto, ecc ecc. Game over. La diplomazia e la mediazione non sempre pagano, soprattutto se ti ritrovi dinanzi Mauro Lanza abituato a detenere il monopolio societario. Ma la schizofrenia non si esaurisce solo in panchina: alla Molfetta Sportiva 1917 ci sono (c'erano) dirigenti - a tutti i livelli - che vanno e vengono, che cambiano ruolo, che vedono il loro potere aumentare o diminuire nel giro di ore. Alla faccia di ogni tipo di progetto. La scissione insomma era inevitabile. Era solo questione di tempo.
A farne le spese però come al solito però sono i tifosi. Se fossimo nei loro panni saremmo preoccupati. Più che per la classifica, tutt'altro che drammatica (12 punti, in 7 giornate), gettano nello sconforto le mosse di Mauro Lanza. Il presidente biancorosso sembra intenzionato anche quest'anno a battere ogni record di incoerenza. Record che peraltro già gli appartiene. Stagione cominciata con Fumai, liquidato dopo solo quattro gare dall'inizio del campionato, seguita dall'idea (abbastanza inusuale) di affidare la squadra "non" ad un nuovo allenatore ma a se stesso. Fumai dopo la sconfitta col Mola è stato accompagnato alla porta. Altro che panettone. Eppure nella conferenza stampa di presentazione Muzio Fumai aveva dichiarato: "a Molfetta sarei venuto anche a piedi". Ma l'ennesima cacciata era dietro l'angolo."A Molfetta non si può fare calcio" dichiarava Fumai dopo l'addio.
Chi sarà il prossimo tecnico? In molti se lo chiedevano. Nei fatti non è mai arrivato. Pantaleo de Gennaro, candidato numero uno alla panchina è stato prima sedotto e poi abbandonato. Insomma sembra che Lanza sia ormai vittima del suo personaggio. Per forza costretto a stupire, a "migliorare" le sue performance decisionali. L'insoddisfazione è arrivata ai livelli di guardia.
(La foto è di Ivan Spadavecchia)
Quanti realmente ci avevano creduto? Uno, due, tre....forse nessuno. Saremmo quasi pronti a sfidare la sorte e a chiedere tra i tifosi: "quanti hanno (realmente) creduto in questo matrimonio calcistico?"; o al contrario: "quanti avevano creduto ad un divorzio anticipato?". In questo caso, forse, ci troveremmo dinanzi ad un plebiscito. Ma la storia recente richiama i troppi errori estivi. Davvero qualcuno credeva di far ragionare Lanza in merito a gestione e organizzazione societaria? Utopia allo stato puro.
Ci hanno provato Ennio Cormio, Saverio Bufi, Giovanni Di Benedetto, ecc ecc. Game over. La diplomazia e la mediazione non sempre pagano, soprattutto se ti ritrovi dinanzi Mauro Lanza abituato a detenere il monopolio societario. Ma la schizofrenia non si esaurisce solo in panchina: alla Molfetta Sportiva 1917 ci sono (c'erano) dirigenti - a tutti i livelli - che vanno e vengono, che cambiano ruolo, che vedono il loro potere aumentare o diminuire nel giro di ore. Alla faccia di ogni tipo di progetto. La scissione insomma era inevitabile. Era solo questione di tempo.
A farne le spese però come al solito però sono i tifosi. Se fossimo nei loro panni saremmo preoccupati. Più che per la classifica, tutt'altro che drammatica (12 punti, in 7 giornate), gettano nello sconforto le mosse di Mauro Lanza. Il presidente biancorosso sembra intenzionato anche quest'anno a battere ogni record di incoerenza. Record che peraltro già gli appartiene. Stagione cominciata con Fumai, liquidato dopo solo quattro gare dall'inizio del campionato, seguita dall'idea (abbastanza inusuale) di affidare la squadra "non" ad un nuovo allenatore ma a se stesso. Fumai dopo la sconfitta col Mola è stato accompagnato alla porta. Altro che panettone. Eppure nella conferenza stampa di presentazione Muzio Fumai aveva dichiarato: "a Molfetta sarei venuto anche a piedi". Ma l'ennesima cacciata era dietro l'angolo."A Molfetta non si può fare calcio" dichiarava Fumai dopo l'addio.
Chi sarà il prossimo tecnico? In molti se lo chiedevano. Nei fatti non è mai arrivato. Pantaleo de Gennaro, candidato numero uno alla panchina è stato prima sedotto e poi abbandonato. Insomma sembra che Lanza sia ormai vittima del suo personaggio. Per forza costretto a stupire, a "migliorare" le sue performance decisionali. L'insoddisfazione è arrivata ai livelli di guardia.
(La foto è di Ivan Spadavecchia)