Calcio
Molfetta Calcio: per Mister Scaringella è sfida al passato
Il tecnico si racconta alla vigilia del match contro il Canosa, allenato per quattro anni
Molfetta - sabato 19 novembre 2016
10.13
Quattro anni a volte possono sembrar pochi. Sono tantissimi, invece, se rappresentano il tempo di permanenza di un allenatore su una panchina di una squadra di calcio.
Quattro anni è il tempo trascorso sulla panchina del Canosa Calcio 1948 dall'attuale tecnico della Molfetta Calcio Giuseppe Scaringella: un andriese, canosino d'adozione, trapiantato a Molfetta.
«A Canosa ho vissuto 4 anni splendidi», rivela il mister. «Al primo anno alla guida dei rosso-blù abbiamo centrato l'obiettivo del salire di categoria dalla 1° categoria alla Promozione con la presidenza Fiore. Nella seconda e nella terza stagione abbiamo ottenuto un posizionamento a ridosso dei play-off e una salvezza mentre nella quarta c'è stato l'exploit. Lo scorso anno partiti con l'obiettivo di fare un buon campionato abbiamo sfiorato un'impresa storica. Grazie alla dirigenza e al contributo in corso d'opera dei Direttori Sportivo e Generale Vito Tursi e Saverio Bufi, che ho ritrovato quest'anno a Molfetta, abbiamo vinto i playoff di Promozione. Per una serie di concause poco favorevoli, però, (riduzione numero partecipanti campionato di Eccellenza in primis ndr) il Canosa non è stato ripescato in Eccellenza».
Cosa ti è rimasto di Canosa e del Canosa nel cuore e cosa sogna per la Molfetta Calcio?
«La più grande soddisfazione è stata quella di aver contribuito a ridare entusiasmo alla tifoseria del Canosa. Alla prima partita c'erano solo 12 tifosi al seguito. Nel match della finale play-off contro l'Ordona, in trasferta, c'erano quasi 1000 tifosi al seguito per un palcoscenico degno di categorie superiori. Andrò sempre fiero di essere considerato un vero tifoso canosino. Sono, però, felice alla guida della Molfetta Calcio. Dispiace essere usciti dalla Coppa Italia e domenica voglio subito riconquistare i 3 punti e proseguire nel percorso intrapresa già da qualche mese. Anche Molfetta ha voglia di calcio vero e l'aumento costante del pubblico sugli spalti del Poli lo dimostra».
Quattro anni è il tempo trascorso sulla panchina del Canosa Calcio 1948 dall'attuale tecnico della Molfetta Calcio Giuseppe Scaringella: un andriese, canosino d'adozione, trapiantato a Molfetta.
«A Canosa ho vissuto 4 anni splendidi», rivela il mister. «Al primo anno alla guida dei rosso-blù abbiamo centrato l'obiettivo del salire di categoria dalla 1° categoria alla Promozione con la presidenza Fiore. Nella seconda e nella terza stagione abbiamo ottenuto un posizionamento a ridosso dei play-off e una salvezza mentre nella quarta c'è stato l'exploit. Lo scorso anno partiti con l'obiettivo di fare un buon campionato abbiamo sfiorato un'impresa storica. Grazie alla dirigenza e al contributo in corso d'opera dei Direttori Sportivo e Generale Vito Tursi e Saverio Bufi, che ho ritrovato quest'anno a Molfetta, abbiamo vinto i playoff di Promozione. Per una serie di concause poco favorevoli, però, (riduzione numero partecipanti campionato di Eccellenza in primis ndr) il Canosa non è stato ripescato in Eccellenza».
Cosa ti è rimasto di Canosa e del Canosa nel cuore e cosa sogna per la Molfetta Calcio?
«La più grande soddisfazione è stata quella di aver contribuito a ridare entusiasmo alla tifoseria del Canosa. Alla prima partita c'erano solo 12 tifosi al seguito. Nel match della finale play-off contro l'Ordona, in trasferta, c'erano quasi 1000 tifosi al seguito per un palcoscenico degno di categorie superiori. Andrò sempre fiero di essere considerato un vero tifoso canosino. Sono, però, felice alla guida della Molfetta Calcio. Dispiace essere usciti dalla Coppa Italia e domenica voglio subito riconquistare i 3 punti e proseguire nel percorso intrapresa già da qualche mese. Anche Molfetta ha voglia di calcio vero e l'aumento costante del pubblico sugli spalti del Poli lo dimostra».