Calcio
Molfetta Calcio, il patron Bufi: «Abbiamo fatto scelte sbagliate. Ora è tempo di reagire»
Le parole del presidente biancorosso dopo la retrocessione
Molfetta - giovedì 18 maggio 2023
12.25
Il presidente della Molfetta Calcio, Saverio Bufi, parla per la prima volta dopo la retrocessione in Eccellenza del club biancorosso in seguito alla sconfitta nei play-out di domenica scorsa contro il Gravina:
"Sono passati ormai 4 giorni da Gravina e mi affido a questo post per le mie personali considerazioni. Conosco i tempi del calcio, so bene di essere qualche giorno in ritardo, ma ho dovuto attendere un incontro tra noi soci ieri sera perché nessuna decisione, nessuna iniziativa, nessuna scelta è stata mai fatta in questa stagione se non fossimo stati in 5 a deciderlo.
Ci abbiamo provato, cinque imprenditori stimati e davvero per bene hanno investito importanti risorse e tempo, ma non è bastato, volevamo fare un campionato completamente diverso ma abbiamo fatto scelte sbagliate ed abbiamo perso, tant'è e dobbiamo farcene una ragione, reagire, perché questo campionato può essere foriero di tanti insegnamenti, sta a noi deciderlo.
In questo post non parlo però della società (ci sarà oggi un comunicato) , né parlo delle quote o delle decisioni di ogni quota dei miei soci (ognuno deciderà per sé, siamo una srl) ma parlo di me e delle mie decisioni. Qualche tifoso mi ha chiesto di dimettermi, qualche frustrato e nulla tenente anche in malo modo, qualche socio e familiare altrettanto (chi te lo fa fare l'avrò sentito 100 volte in questi 16 anni di calcio dirigenziale) e non nascondo di averci pensato queste notti. Poi una foto mi ha ricordato chi sono (la foto associata al post, relativa alla sua presenza in gradinata a Gravina domenica, ndr), perchè a volte il dolore, la preoccupazione per la responsabilità che si ha addosso condita dall'amarezza annebbiano la mente e mi avevano fatto dimenticare che sono quello che ha vinto in Promozione ed Eccellenza, che era da solo (da solo davvero in tutto lo stadio!) ad Afragola, che non è mancato mai ad una partita in casa e trasferta, che sogna ardentemente un traghetto a Venezia, che ha il sangue biancorosso ed è quello cerchiato nella foto.
Io ci sono, Molfetta potrà contare su di me e sul mio impegno, ci sarò in D, ci sarò in Eccellenza, fino a quando avrò voglia di tifare per quei colori, da presidente, da socio di minoranza, di maggioranza, ci sarò, comunque ci sarò. Sono un tifoso, sarà una cosa buona? Positiva per la squadra? Avrò il necessario distacco nelle decisioni? C'è lo dirà il tempo, come sempre galantuomo, ma questo sono io, sono quello della foto e di essere tifoso ne sono orgoglioso.
Conosco lo sport, ne sono innamorato, conosco quanti insegnamenti può dare e questa stagione ne ha dati tanti, perchè se si vince tutti insieme allora si perde anche tutti insieme, e quindi non sarà accettabile in futuro vedere in una partita sola l'amministrazione al campo ed aspettare anni per una concessione o lavori per mettere in sicurezza la gradinata, non sarà accettabile vedere lo spettacolo dei tifosi solo e soltanto a Gravina, come non sarà accettabile vedere post con insulti ed attacchi personali, la D e magari il professionismo non si fanno con le chiacchiere e serve una presa di coscienza e di impegno da parte di tutti, così come servirà bannare e cacciare dallo stadio ubriachi, frustrati e bestemmiatori.
Per fare calcio ad alti livelli servono tanti fattori, serve l'impegno dell'amministrazione, servono i tifosi ed il loro incessante incitamento, serve cacciare via chi sorride alle sconfitte del Molfetta, serve creare nuovi tifosi lontani da personaggi deleteri e controproducenti. Di futuro parleremo nei prossimi giorni, di un eventuale ripescaggio, di nuovi soci e miei nuovi ruoli ne parleremo nei prossimi giorni ma io ci sono e la Molfetta Calcio c'è, forte degli insegnamenti di questa amara stagione.
Per finire è adesso il tempo delle scuse, il lessico calcistico e la cultura italiana lo impone, il fallimento un onta da portare a vita, questo dice, credo non esista nulla di più sbagliato. Nel 2018, ad aprile, scrissi un articolo sul mio Blog che vi invito a leggere e che trovate nel primo commento al mio post, lo scrivevo nel 2018 in tempi non sospetti e descrivevo l'errore di considerare negativamente un fallimento ma l'opportunità che lo stesso ti da di migliorare , è quello che ho intenzione di fare.
Non mi sento di fare scuse a nessuno, 16 anni di impegno economico e personale meriterebbero elogi e non scuse ma con alcune persone credo sia giusto farle, chiedo scusa a mio figlio Giovanni che piangeva a dirotto a Gravina per la sconfitta, chiedo scusa ai miei soci perché ero quello che conosceva meglio il calcio, la scelta di decidere in 5 qualsiasi cosa si è rivelata sbagliata, dovevo battere i pugni su alcune scelte e decidere in autonomia, chiedo scusa a Sergio, Giancarlo, Ivano, Andrea, Simone e lo sparuto gruppo di 15 persone sempre presenti (tranne ad Afragola), chiedo scusa ai Fedelissimi, sempre forieri di belle parole, scusate ragazzi, ci ho provato ma non è stato abbastanza, ci ripoverò, più forte di prima, d'altronde la gente come me non retrocede mai! Forza Molfetta".
"Sono passati ormai 4 giorni da Gravina e mi affido a questo post per le mie personali considerazioni. Conosco i tempi del calcio, so bene di essere qualche giorno in ritardo, ma ho dovuto attendere un incontro tra noi soci ieri sera perché nessuna decisione, nessuna iniziativa, nessuna scelta è stata mai fatta in questa stagione se non fossimo stati in 5 a deciderlo.
Ci abbiamo provato, cinque imprenditori stimati e davvero per bene hanno investito importanti risorse e tempo, ma non è bastato, volevamo fare un campionato completamente diverso ma abbiamo fatto scelte sbagliate ed abbiamo perso, tant'è e dobbiamo farcene una ragione, reagire, perché questo campionato può essere foriero di tanti insegnamenti, sta a noi deciderlo.
In questo post non parlo però della società (ci sarà oggi un comunicato) , né parlo delle quote o delle decisioni di ogni quota dei miei soci (ognuno deciderà per sé, siamo una srl) ma parlo di me e delle mie decisioni. Qualche tifoso mi ha chiesto di dimettermi, qualche frustrato e nulla tenente anche in malo modo, qualche socio e familiare altrettanto (chi te lo fa fare l'avrò sentito 100 volte in questi 16 anni di calcio dirigenziale) e non nascondo di averci pensato queste notti. Poi una foto mi ha ricordato chi sono (la foto associata al post, relativa alla sua presenza in gradinata a Gravina domenica, ndr), perchè a volte il dolore, la preoccupazione per la responsabilità che si ha addosso condita dall'amarezza annebbiano la mente e mi avevano fatto dimenticare che sono quello che ha vinto in Promozione ed Eccellenza, che era da solo (da solo davvero in tutto lo stadio!) ad Afragola, che non è mancato mai ad una partita in casa e trasferta, che sogna ardentemente un traghetto a Venezia, che ha il sangue biancorosso ed è quello cerchiato nella foto.
Io ci sono, Molfetta potrà contare su di me e sul mio impegno, ci sarò in D, ci sarò in Eccellenza, fino a quando avrò voglia di tifare per quei colori, da presidente, da socio di minoranza, di maggioranza, ci sarò, comunque ci sarò. Sono un tifoso, sarà una cosa buona? Positiva per la squadra? Avrò il necessario distacco nelle decisioni? C'è lo dirà il tempo, come sempre galantuomo, ma questo sono io, sono quello della foto e di essere tifoso ne sono orgoglioso.
Conosco lo sport, ne sono innamorato, conosco quanti insegnamenti può dare e questa stagione ne ha dati tanti, perchè se si vince tutti insieme allora si perde anche tutti insieme, e quindi non sarà accettabile in futuro vedere in una partita sola l'amministrazione al campo ed aspettare anni per una concessione o lavori per mettere in sicurezza la gradinata, non sarà accettabile vedere lo spettacolo dei tifosi solo e soltanto a Gravina, come non sarà accettabile vedere post con insulti ed attacchi personali, la D e magari il professionismo non si fanno con le chiacchiere e serve una presa di coscienza e di impegno da parte di tutti, così come servirà bannare e cacciare dallo stadio ubriachi, frustrati e bestemmiatori.
Per fare calcio ad alti livelli servono tanti fattori, serve l'impegno dell'amministrazione, servono i tifosi ed il loro incessante incitamento, serve cacciare via chi sorride alle sconfitte del Molfetta, serve creare nuovi tifosi lontani da personaggi deleteri e controproducenti. Di futuro parleremo nei prossimi giorni, di un eventuale ripescaggio, di nuovi soci e miei nuovi ruoli ne parleremo nei prossimi giorni ma io ci sono e la Molfetta Calcio c'è, forte degli insegnamenti di questa amara stagione.
Per finire è adesso il tempo delle scuse, il lessico calcistico e la cultura italiana lo impone, il fallimento un onta da portare a vita, questo dice, credo non esista nulla di più sbagliato. Nel 2018, ad aprile, scrissi un articolo sul mio Blog che vi invito a leggere e che trovate nel primo commento al mio post, lo scrivevo nel 2018 in tempi non sospetti e descrivevo l'errore di considerare negativamente un fallimento ma l'opportunità che lo stesso ti da di migliorare , è quello che ho intenzione di fare.
Non mi sento di fare scuse a nessuno, 16 anni di impegno economico e personale meriterebbero elogi e non scuse ma con alcune persone credo sia giusto farle, chiedo scusa a mio figlio Giovanni che piangeva a dirotto a Gravina per la sconfitta, chiedo scusa ai miei soci perché ero quello che conosceva meglio il calcio, la scelta di decidere in 5 qualsiasi cosa si è rivelata sbagliata, dovevo battere i pugni su alcune scelte e decidere in autonomia, chiedo scusa a Sergio, Giancarlo, Ivano, Andrea, Simone e lo sparuto gruppo di 15 persone sempre presenti (tranne ad Afragola), chiedo scusa ai Fedelissimi, sempre forieri di belle parole, scusate ragazzi, ci ho provato ma non è stato abbastanza, ci ripoverò, più forte di prima, d'altronde la gente come me non retrocede mai! Forza Molfetta".