Calcio
Mercato Molfetta Sportiva, croce e delizia per i tifosi
Trattative in corso in attesa del colpaccio?
Molfetta - martedì 18 agosto 2015
7.17
L'estate è il tempo dei sogni, dei desideri ma anche delle facili illusioni. Specie nel mondo del calcio, dove ciascun tifoso vive perennemente di speranze, rincorre rumors, vorrebbe vedere la sua società in prima linea con la voglia di migliorarsi, sempre. La stagione del calciomercato è fatta così. Prendere o lasciare. In rassegna scorrono nomi, obiettivi e spesso il regalo tanto atteso arriva a destinazione. Ma quando non si materializza, son dolori.
Attenti però alle "figurine". Nel vortice delle trattative, che ha caratterizzato sin qui l'estate di tutti i molfettesi, hanno preso parte una miriade di calciatori. Soprattutto per quanto concerne il reparto offensivo, autentico tallone d'achille che è costato, solo qualche mese fa, punti e l'accesso ai playoff. Giocatori che un giorno sembravano ad un passo dal vestire il biancorosso e l'altro sfumavano come nulla fosse. Di Rito e Rana (sono solo alcuni) sono finiti ben presto nel dimenticatoio. Entrambi hanno optato per altre destinazioni e entrambi incontreranno la ASD Molfetta Sportiva 1917 da avversaria nel prossimo campionato di Eccellenza. Nel frattempo si è deciso di puntare verso altri profili, meno appariscenti, probabilmente più abbordabili dal punto di vista economico, ma sicuramente di sicuro affidamento. I vari Landi Cubaj, Michele Tedesco, Antonio Stefanini, Marco Grimaldi per esempio, scalpitano per dimostrare il loro valore. Hanno deciso di sposare il progetto di Muzio Fumai, pronti per unirsi a quell'abbraccio collettivo - che si spera - il Paolo Poli saprà tributare a ciascuno di loro.
"Amo la mia città". Non è solo un spot, non è uno slogan rivolto alla campagna abbonamenti 2015/2016. Altresì potrebbe rappresentare una sorta di monito, appello, invito a tutti coloro che vorranno indossare la gloriosa casacca biancorossa. Colpo finale di mercato? Zotti? Il leit motiv risuona fastidiosamente per le vie della città e sui social network. Troppi dietrofront, troppe titubanze. Chi viene a giocare da queste parti deve farlo col cuore, volerlo fortemente, perché qualunque questione legata a contratti e bonus dovrebbe passare in secondo piano. Molfetta non è un punto di partenza, ma di arrivo: chiedere a giovani prospetti come Landi Cubaj e Michele Tedesco entrambi under classe 1996. E anche chi resta solo per un anno riesce a percepire la passione, quella che calciatori, nati fuori dai confini locali ma adottati dall'intera comunità, amano definire il "priscio" dei molfettesi. Perché anche Molfetta ha una sua dignità.
Attenti però alle "figurine". Nel vortice delle trattative, che ha caratterizzato sin qui l'estate di tutti i molfettesi, hanno preso parte una miriade di calciatori. Soprattutto per quanto concerne il reparto offensivo, autentico tallone d'achille che è costato, solo qualche mese fa, punti e l'accesso ai playoff. Giocatori che un giorno sembravano ad un passo dal vestire il biancorosso e l'altro sfumavano come nulla fosse. Di Rito e Rana (sono solo alcuni) sono finiti ben presto nel dimenticatoio. Entrambi hanno optato per altre destinazioni e entrambi incontreranno la ASD Molfetta Sportiva 1917 da avversaria nel prossimo campionato di Eccellenza. Nel frattempo si è deciso di puntare verso altri profili, meno appariscenti, probabilmente più abbordabili dal punto di vista economico, ma sicuramente di sicuro affidamento. I vari Landi Cubaj, Michele Tedesco, Antonio Stefanini, Marco Grimaldi per esempio, scalpitano per dimostrare il loro valore. Hanno deciso di sposare il progetto di Muzio Fumai, pronti per unirsi a quell'abbraccio collettivo - che si spera - il Paolo Poli saprà tributare a ciascuno di loro.
"Amo la mia città". Non è solo un spot, non è uno slogan rivolto alla campagna abbonamenti 2015/2016. Altresì potrebbe rappresentare una sorta di monito, appello, invito a tutti coloro che vorranno indossare la gloriosa casacca biancorossa. Colpo finale di mercato? Zotti? Il leit motiv risuona fastidiosamente per le vie della città e sui social network. Troppi dietrofront, troppe titubanze. Chi viene a giocare da queste parti deve farlo col cuore, volerlo fortemente, perché qualunque questione legata a contratti e bonus dovrebbe passare in secondo piano. Molfetta non è un punto di partenza, ma di arrivo: chiedere a giovani prospetti come Landi Cubaj e Michele Tedesco entrambi under classe 1996. E anche chi resta solo per un anno riesce a percepire la passione, quella che calciatori, nati fuori dai confini locali ma adottati dall'intera comunità, amano definire il "priscio" dei molfettesi. Perché anche Molfetta ha una sua dignità.