Calcio
Libertas Molfetta, primo allenamento per Lanza
Il presidente-tecnico ha diretto ieri la prima seduta. Rebus per il nuovo allenatore
Molfetta - sabato 9 agosto 2014
15.40
C'è il rischio che si vada verso un braccio di ferro tra presidente e giocatori. Questa è in sintesi la situazione in casa Libertas Molfetta, una situazione di calma "apparente" ma che potrebbe diventare col passare dei giorni caotica. Infatti nella giornata di ieri c'è stato il "primo" giorno di allenamento per "mister" Lanza, un deja vu vecchio di qualche mese, ma che torna attuale. Sono passati pochi mesi dalla sua ultima apparizione con la tuta biancorossa. Da ieri il tecnico-presidente molfettese si è ripreso la Libertas. Ripartirà da dove aveva lasciato, dalla panchina. Si sta dando il via al Lanza-bis.
Un Lanza-bis che comincia ad essere sintomo di malumori dentro e fuori dallo spogliatoio, specie dopo le promesse del vulcanico presidente a tifo e squadra sull'ingaggio di un nuovo tecnico. De Gennaro, Sisto, Terracenere, questi i nomi della lunga lista della spesa del presidente, tutti finiti per restare semplicemente sondaggi di mezz'estate. I giorni passano e la società tarda a comunicare l'ufficialità del cambio panchina. Il motivo è semplice: Lanza con ogni probabilità vorrà gestire tutto da solo dalla società alla panchina. La squadra però pare, a questo punto, che gli contesti il fatto di aver nascosto fino all'ultimo la sua vera volontà, specie dopo le promesse fatte sulla nuova guida tecnica. Situazione caotica che potrebbe portare (qualora resti immutata) ad un vero e proprio braccio di ferro con i calciatori che minaccerebbero l'addio al sodalizio molfettese.
Non è una cosa da poco. Anzi riassume molti dei vizi che sono stati rimproverati alla gestione di Lanza, quando c'è stato da rimproverarne i vizi. E cioè che quando in panchina sedeva il tecnico (quello vero), quest'ultimo aveva l'obbligo di mettere in campo non tanto la sua formazione, quanto quella che preferisce la società o meglio Lanza. Possono esserci eccezioni, ma non molte e certamente non troppe di questa volontà accentratrice.
Fa un certo effetto sentir dire che un tecnico o fa quel che dice la società o è sostituibile. Fa un certo effetto anche sentir dire che la società sappia disporre gli uomini in campo meglio di qualunque allenatore, semplicemente perché è trascendente, qualcosa che va oltre il campo. Sicuramente la società conta sempre più dell'allenatore e ha il dovere di imporre se stessa ma alle giuste dosi, altrimenti è inutile avere un allenatore. Chiunque abbia fatto un mestiere di responsabilità, sa che bisogna trovare una giusta via di mezzo tra chi opera e chi paga, ma nel calcio o meglio in questa Libertas Molfetta qual è? Ci sono undici scelte da fare ogni domenica, di cui otto o nove sono scontate. Resta un ricciolo, una piccola responsabilità che fa la differenza di chi sceglie. Se non gli si lascia quella differenza, cosa ci sta a fare chi sceglie? Questo significa che non c'è libertà tecnica nella Libertas, nessuna circolazione di idee che non siano quelle del suo presidente. Fatto sta che quello che manca alla Libertas, a questa Libertas, è un allenatore ed è proprio da questa assenza che potrebbero nascere i problemi.
Un Lanza-bis che comincia ad essere sintomo di malumori dentro e fuori dallo spogliatoio, specie dopo le promesse del vulcanico presidente a tifo e squadra sull'ingaggio di un nuovo tecnico. De Gennaro, Sisto, Terracenere, questi i nomi della lunga lista della spesa del presidente, tutti finiti per restare semplicemente sondaggi di mezz'estate. I giorni passano e la società tarda a comunicare l'ufficialità del cambio panchina. Il motivo è semplice: Lanza con ogni probabilità vorrà gestire tutto da solo dalla società alla panchina. La squadra però pare, a questo punto, che gli contesti il fatto di aver nascosto fino all'ultimo la sua vera volontà, specie dopo le promesse fatte sulla nuova guida tecnica. Situazione caotica che potrebbe portare (qualora resti immutata) ad un vero e proprio braccio di ferro con i calciatori che minaccerebbero l'addio al sodalizio molfettese.
Non è una cosa da poco. Anzi riassume molti dei vizi che sono stati rimproverati alla gestione di Lanza, quando c'è stato da rimproverarne i vizi. E cioè che quando in panchina sedeva il tecnico (quello vero), quest'ultimo aveva l'obbligo di mettere in campo non tanto la sua formazione, quanto quella che preferisce la società o meglio Lanza. Possono esserci eccezioni, ma non molte e certamente non troppe di questa volontà accentratrice.
Fa un certo effetto sentir dire che un tecnico o fa quel che dice la società o è sostituibile. Fa un certo effetto anche sentir dire che la società sappia disporre gli uomini in campo meglio di qualunque allenatore, semplicemente perché è trascendente, qualcosa che va oltre il campo. Sicuramente la società conta sempre più dell'allenatore e ha il dovere di imporre se stessa ma alle giuste dosi, altrimenti è inutile avere un allenatore. Chiunque abbia fatto un mestiere di responsabilità, sa che bisogna trovare una giusta via di mezzo tra chi opera e chi paga, ma nel calcio o meglio in questa Libertas Molfetta qual è? Ci sono undici scelte da fare ogni domenica, di cui otto o nove sono scontate. Resta un ricciolo, una piccola responsabilità che fa la differenza di chi sceglie. Se non gli si lascia quella differenza, cosa ci sta a fare chi sceglie? Questo significa che non c'è libertà tecnica nella Libertas, nessuna circolazione di idee che non siano quelle del suo presidente. Fatto sta che quello che manca alla Libertas, a questa Libertas, è un allenatore ed è proprio da questa assenza che potrebbero nascere i problemi.