Running e Atletica
La parabola di Mennea, dalla vittoria a Molfetta al record del mondo di 40 anni fa
Il 12 settembre 1979 la Freccia del Sud trionfava in Messico sui 200 metri
Molfetta - giovedì 12 settembre 2019
18.47
Il 12 settembre 1979, esattamente quarant'anni fa, Pietro Mennea stabiliva il record del mondo sui 200 metri. Il tempo di 19'72 sarebbe durato fino al 1996 e, ancora oggi, costituisce il record europeo su questa distanza. Il primato precedente apparteneva all'americano Tommie Smith, quello che con John Carlos alzò il celebre pugno guantato alle Olimpiadi del 1968, che aveva fermato il cronometro a 19'83. Mennea lo migliorò di 11 centesimi, diventando già allora un autentico pilastro dell'atletica e dello sport in generale.
Il lancio fra i grandi dell'atleta di Barletta è partito proprio nella nostra Molfetta, nel lontano 1968. Sulla pista del "Paolo Poli" si disputava una gara regionale in cui gareggiava Maurizio De Giorgi, atleta leccese che era riuscito sempre a prevalere su Mennea che però quel giorno, per la prima volta, riuscì a batterlo. Pietro aveva appena 16 anni ma grazie a questo successo potè conquistare le prime luci della ribalta di quella che sarebbe poi stata la sua eccezionale carriera. In Messico, tornando al 12 settembre del 1979, era primo pomeriggio: ore 15.15 locali, in Italia erano le 23.15. Sulle gradinate dello Stadio Azteca di Città del Messico c'era poca gente, sperduta qua e là. Si trattava delle Universiadi, manifestazione sportiva meno seguita ovviamente dei blasonati giochi olimpici. Mennea, allora 27enne, aveva in mente una cosa sola: raggiungere il prima possibile la massima velocità e mantenerla, fin quando ne sarebbe stato capace. Atmosfera quasi surreale, ai 2.248 metri di altitudine dello stesso impianto sportivo dove nove anni prima si era disputata la "partita del secolo" tra Italia e Germania. Quel giorno Mennea vinse e fece segnare il nuovo record del mondo, con quella pettorina numero 314 cucita sul petto che l'anno dopo (ma con il numero 433), alle Olimpiadi di Mosca, gli avrebbe consegnato l'oro con un'altra gara epica vinta in rimonta sugli avversari.
Il barlettano resta l'unico duecentista della storia che si sia qualificato per quattro finali olimpiche consecutive (dal 1972 al 1984) e in virtù della sua brillante carriera sportiva è stato insignito dell'ordine olimpico nel 1997 e introdotto nella Hall of Fame della FIDAL. Mennea sarebbe tornato a gareggiare in quel di Molfetta anche in altre occasioni, come il 26 settembre 1987, a un anno esatto dal suo ritiro dalle gare del 1988. Prese parte all'undicesimo Memorial Poli, meeting internazionale di atletica leggera maschile e femminile. La Freccia del Sud, dopo la sua gara, raccolse l'autentica ovazione del pubblico presente sulla tribuna e sulla gradinata dello Stadio "Paolo Poli", impianto che ancora oggi può vantare l'onore di aver dato inizio alla parabola di una vera leggenda dello sport.
Il lancio fra i grandi dell'atleta di Barletta è partito proprio nella nostra Molfetta, nel lontano 1968. Sulla pista del "Paolo Poli" si disputava una gara regionale in cui gareggiava Maurizio De Giorgi, atleta leccese che era riuscito sempre a prevalere su Mennea che però quel giorno, per la prima volta, riuscì a batterlo. Pietro aveva appena 16 anni ma grazie a questo successo potè conquistare le prime luci della ribalta di quella che sarebbe poi stata la sua eccezionale carriera. In Messico, tornando al 12 settembre del 1979, era primo pomeriggio: ore 15.15 locali, in Italia erano le 23.15. Sulle gradinate dello Stadio Azteca di Città del Messico c'era poca gente, sperduta qua e là. Si trattava delle Universiadi, manifestazione sportiva meno seguita ovviamente dei blasonati giochi olimpici. Mennea, allora 27enne, aveva in mente una cosa sola: raggiungere il prima possibile la massima velocità e mantenerla, fin quando ne sarebbe stato capace. Atmosfera quasi surreale, ai 2.248 metri di altitudine dello stesso impianto sportivo dove nove anni prima si era disputata la "partita del secolo" tra Italia e Germania. Quel giorno Mennea vinse e fece segnare il nuovo record del mondo, con quella pettorina numero 314 cucita sul petto che l'anno dopo (ma con il numero 433), alle Olimpiadi di Mosca, gli avrebbe consegnato l'oro con un'altra gara epica vinta in rimonta sugli avversari.
Il barlettano resta l'unico duecentista della storia che si sia qualificato per quattro finali olimpiche consecutive (dal 1972 al 1984) e in virtù della sua brillante carriera sportiva è stato insignito dell'ordine olimpico nel 1997 e introdotto nella Hall of Fame della FIDAL. Mennea sarebbe tornato a gareggiare in quel di Molfetta anche in altre occasioni, come il 26 settembre 1987, a un anno esatto dal suo ritiro dalle gare del 1988. Prese parte all'undicesimo Memorial Poli, meeting internazionale di atletica leggera maschile e femminile. La Freccia del Sud, dopo la sua gara, raccolse l'autentica ovazione del pubblico presente sulla tribuna e sulla gradinata dello Stadio "Paolo Poli", impianto che ancora oggi può vantare l'onore di aver dato inizio alla parabola di una vera leggenda dello sport.