Altri sport
La Libertas Molfetta ricorda Francesco Palomba a 20 anni dalla morte
Per anni è stato il volto più bello dello sport molfettese e nazionale
Molfetta - mercoledì 16 gennaio 2019
Comunicato Stampa
Vent'anni senza Francesco Palomba, atleta e simbolo di una comunità sportiva che si è sempre specchiata nei suoi valori.
Francesco Palomba è stato uno dei più noti volti sportivi locali degli anni novanta; atleta della Polisportiva Libertas Molfetta che avviato alla Lotta Stile Libero dove combatteva con buoni risultati si convertì alla specialità della Lotta Greco-Romana dove esplose letteralmente raggiungendo il massimo valore agonistico e sportivo a livello nazionale, vincendo quasi tutto quello che poteva vincere (Campionati Italiani, Coppe Italia, oltre a partecipazioni a tornei internazionali con la nazionale).
La Lotta insegna a combattere, a confrontarsi e a sacrificarsi. Si perché oltre al talento ci vuole allenamento, sacrificio e testa. Ci vuole soprattutto volontà, come quella di prendere ogni giorno il treno per andare ad allenarsi a Bari, dove all'epoca c'era il Centro di Alta Specializzazione della Lotta Greco-Romana, dopo aver comunque studiato, rientrando a tarda sera.
Cresciuto sotto lo sguardo vigile di Giuseppe e Addolorata, Francesco ha rappresentato per tutti gli atleti di Molfetta e Bari un punto di riferimento sportivo, morale e umano. Il capofila negli allenamenti, il motivatore, l'accompagnatore della squadra giovanile ed il Campione. Un leader pieno di umiltà, come l'educazione che la famiglia Palomba gli aveva impartito.
Era l'anno 1996 quando l'avv. Oronzo Amato, Presidente Onorario della Polisportiva Libertas Molfetta, decise di organizzare il Campionato Italiano Assoluto di Lotta Greco-Romana proprio a Molfetta, per celebrare quello che sembrava un trionfo già scritto.
Francesco Palomba era il n. 1 del ranking nazionale e probabilmente avrebbe vinto la gara, nella sua città natale, e non importava che in quel periodo lottava sotto i colori del gruppo sportivo del Corpo Forestale dello Stato, era sempre un atleta della Libertas ed era il molfettese che avrebbe in qualche modo riportato a Molfetta un titolo assoluto. La manifestazione da essere un momento di esaltazione e gioia si trasformò rapidamente in un campanello di allarme inaspettato, in cui i dolori che lo costrinsero ad abbandonare la competizione si rivelarono sintomi di una ben più grave situazione che in tre anni ha portato via Francesco agli affetti della moglie, della famiglia e degli amici.
Francesco Palomba è stato uno dei più noti volti sportivi locali degli anni novanta; atleta della Polisportiva Libertas Molfetta che avviato alla Lotta Stile Libero dove combatteva con buoni risultati si convertì alla specialità della Lotta Greco-Romana dove esplose letteralmente raggiungendo il massimo valore agonistico e sportivo a livello nazionale, vincendo quasi tutto quello che poteva vincere (Campionati Italiani, Coppe Italia, oltre a partecipazioni a tornei internazionali con la nazionale).
La Lotta insegna a combattere, a confrontarsi e a sacrificarsi. Si perché oltre al talento ci vuole allenamento, sacrificio e testa. Ci vuole soprattutto volontà, come quella di prendere ogni giorno il treno per andare ad allenarsi a Bari, dove all'epoca c'era il Centro di Alta Specializzazione della Lotta Greco-Romana, dopo aver comunque studiato, rientrando a tarda sera.
Cresciuto sotto lo sguardo vigile di Giuseppe e Addolorata, Francesco ha rappresentato per tutti gli atleti di Molfetta e Bari un punto di riferimento sportivo, morale e umano. Il capofila negli allenamenti, il motivatore, l'accompagnatore della squadra giovanile ed il Campione. Un leader pieno di umiltà, come l'educazione che la famiglia Palomba gli aveva impartito.
Era l'anno 1996 quando l'avv. Oronzo Amato, Presidente Onorario della Polisportiva Libertas Molfetta, decise di organizzare il Campionato Italiano Assoluto di Lotta Greco-Romana proprio a Molfetta, per celebrare quello che sembrava un trionfo già scritto.
Francesco Palomba era il n. 1 del ranking nazionale e probabilmente avrebbe vinto la gara, nella sua città natale, e non importava che in quel periodo lottava sotto i colori del gruppo sportivo del Corpo Forestale dello Stato, era sempre un atleta della Libertas ed era il molfettese che avrebbe in qualche modo riportato a Molfetta un titolo assoluto. La manifestazione da essere un momento di esaltazione e gioia si trasformò rapidamente in un campanello di allarme inaspettato, in cui i dolori che lo costrinsero ad abbandonare la competizione si rivelarono sintomi di una ben più grave situazione che in tre anni ha portato via Francesco agli affetti della moglie, della famiglia e degli amici.