Basket
Intervista ad Andrea Maggi, capitano della Pallacanestro Molfetta
In occasione dei play off, il play si racconta ai nostri microfoni
Molfetta - sabato 4 marzo 2017
8.06
E' ormai un molfettese d'adozione, tant'è che sua moglie è nostra concittadina e molfettese è la bellissima bambina nata da poco in casa Maggi. Tutti gli appasionati di basket e non solo, lo considerano un "biancorosso" a tutti gli effetti considerato che è nella nostra città dal 2005 e, salvo tre anni passati tra Cerignola e Martina Franca, ha sempre sudato, ed onorato, la casacca molfettese.
Parliamo di Andrea Maggi, goriziano di nascita, ma ormai radicato a Molfetta «una città che amo tantissimo e che mi ha regalato tanto».
Da oggi la sua società, la Pallacanestro Molfetta, esordirà nel minigirone dei playoff del
campionato di serie D, dove militano i biancorossi guidati da coach Azzollini e dal
vice Camporeale. Una nuova società, guidata dal patron Solimini, che ha da subito posto le basi per un futuro che possa regalare traguardi importanti, grazie ad un settore giovanile di oltre 230 ragazzi guidati, tra l'altro, anche da Andrea Maggi, come lui stesso ci racconta inella nostra intervista.
Andrea, ormai sei un molfettese adottato.
«Si, ormai vivo qui stabilmente, con mia moglie, molfettese anche lei e la nostra bellisisma
bambina. Ma al di là del lato familiare, è una città che mi ha regalato tanto dal punto di vista professionale ed umano, con soddisfazioni tecniche e relazionali fantastiche».
Ecco Andrea, tu hai vissuto sia gli anni d'oro della pallacanestro a Molfetta che quelli invece della rifondazione.
«Gli anni in B1 sono stati favolosi e ricordo ancora i derby sentitissimi e l'affetto della gente. In quegli anni ho conosciuto dei molfettesi che sono diventati poi miei carissimi amici e lo sono ancora.
Da un punto di vista professionale invece sono stati gli anni dove ho raggiunto i miei più alti livelli agonistici, quindi rimarranno per sempre indelebili».
Purtroppo poi, per tanti motivi, quegli anni sono terminati e la pallacanestro è stata praticamente rifondata, e tu hai subito accettato questa nuova sfida.
«Si, per quel che mi riguarda vorrei continuare a giocare fino a quando potrò fisicamente, e la Pallacanestro Molfetta mi ha regalato una grande occasione che ho sposato subito ed a pieno. È una società giovane, con la testa sulle spalle e che non fa mai il passo più lungo della gamba. Ora ci aspettano i play off dove sono sicuro che potremo dire la nostra».
La tua vita ormai è il basket, tant'è che ora alleni anche le giovanili.
«Assieme ad altri due amici abbiamo deciso di fondare a Molfetta una nuova società di basket giovanile, i "Ballers", che conta circa 250 bambini. Una realtà importante e che permette di avere un futuro solido per il movimento cestistico molfettese.
Non posso negare che per me poi è fantastico poter rendere un lavoro la mia grande passione.
Ora speriamo solo di riuscire a dialogare con la prossima amministrazione per avere possibilità di sfruttare meglio le palestre ed i palazzetti cittadini al fine di dare ulteriore qualità a questa realtà di futuri campioni».
Cosa ti piace di Molfetta e cosa invece non ti rende entusiasta?
«Adoro il vostro mare, la gente e lo stile di vita di questa città. Non sopporto invece chi si rende colpevole di atti di inciviltà anche per piccole cose. Molfetta è una bellissima città a cui tutti dobbiamo voler bene».
Parliamo di Andrea Maggi, goriziano di nascita, ma ormai radicato a Molfetta «una città che amo tantissimo e che mi ha regalato tanto».
Da oggi la sua società, la Pallacanestro Molfetta, esordirà nel minigirone dei playoff del
campionato di serie D, dove militano i biancorossi guidati da coach Azzollini e dal
vice Camporeale. Una nuova società, guidata dal patron Solimini, che ha da subito posto le basi per un futuro che possa regalare traguardi importanti, grazie ad un settore giovanile di oltre 230 ragazzi guidati, tra l'altro, anche da Andrea Maggi, come lui stesso ci racconta inella nostra intervista.
Andrea, ormai sei un molfettese adottato.
«Si, ormai vivo qui stabilmente, con mia moglie, molfettese anche lei e la nostra bellisisma
bambina. Ma al di là del lato familiare, è una città che mi ha regalato tanto dal punto di vista professionale ed umano, con soddisfazioni tecniche e relazionali fantastiche».
Ecco Andrea, tu hai vissuto sia gli anni d'oro della pallacanestro a Molfetta che quelli invece della rifondazione.
«Gli anni in B1 sono stati favolosi e ricordo ancora i derby sentitissimi e l'affetto della gente. In quegli anni ho conosciuto dei molfettesi che sono diventati poi miei carissimi amici e lo sono ancora.
Da un punto di vista professionale invece sono stati gli anni dove ho raggiunto i miei più alti livelli agonistici, quindi rimarranno per sempre indelebili».
Purtroppo poi, per tanti motivi, quegli anni sono terminati e la pallacanestro è stata praticamente rifondata, e tu hai subito accettato questa nuova sfida.
«Si, per quel che mi riguarda vorrei continuare a giocare fino a quando potrò fisicamente, e la Pallacanestro Molfetta mi ha regalato una grande occasione che ho sposato subito ed a pieno. È una società giovane, con la testa sulle spalle e che non fa mai il passo più lungo della gamba. Ora ci aspettano i play off dove sono sicuro che potremo dire la nostra».
La tua vita ormai è il basket, tant'è che ora alleni anche le giovanili.
«Assieme ad altri due amici abbiamo deciso di fondare a Molfetta una nuova società di basket giovanile, i "Ballers", che conta circa 250 bambini. Una realtà importante e che permette di avere un futuro solido per il movimento cestistico molfettese.
Non posso negare che per me poi è fantastico poter rendere un lavoro la mia grande passione.
Ora speriamo solo di riuscire a dialogare con la prossima amministrazione per avere possibilità di sfruttare meglio le palestre ed i palazzetti cittadini al fine di dare ulteriore qualità a questa realtà di futuri campioni».
Cosa ti piace di Molfetta e cosa invece non ti rende entusiasta?
«Adoro il vostro mare, la gente e lo stile di vita di questa città. Non sopporto invece chi si rende colpevole di atti di inciviltà anche per piccole cose. Molfetta è una bellissima città a cui tutti dobbiamo voler bene».