Volley
I “Fedelissimi Pallavolo Molfetta” vogliono i fatti
La pallavolo, dicono, è patrimonio della città
Molfetta - giovedì 29 gennaio 2015
7.56
Non si può ormai prescindere da loro; ogni gara disputata nel Palapoli e fuori casa non ha lo stesso sapore, entusiasmo, emozione e grinta, senza i "Fedelissimi Pallavolo Molfetta", un nutrito e simpatico, oltre che chiassoso, gruppo di ragazzi, ragazze, adolescenti e bambini. Ci sono infatti tutte le fasce di età che dalle prime ore della mattina, anche se la partita si disputa in serata, stazionano e quasi pernottano, al palazzetto muniti di maglie, sciarpe, tamburi, bandiere, trobe e striscioni dei colori bianco rosso.
E proprio loro hanno rivolto alle istituzioni locali un appello.
«Dopo le tante promesse, i tanti progetti, le tantissime date probabili di inizio lavori, i tanti ritardi, e le tante umiliazioni subite da chi entra in quel palazzetto la domenica - scrivono - ora non vogliamo credere più ai proclami. Con la solita fiducia che poniamo nelle istituzioni, ci raccomandiamo che questa sia la volta buona. Una città (e si badi bene, non più una squadra ma una città intera) oramai posta sotto i riflettori dei media, per i risultati assurdi raggiunti dalla sua squadra di volley, non può e non deve sfigurare e lasciarsi sfuggire un tesoro del genere. Senza retorica, questa squadra è forse uno dei più grandi patrimoni che la città ha in questo momento e non temiamo smentita. Se non vogliamo subire il più grosso smacco sportivo che la città ricordi (più che uno smacco potrebbe diventare un sacco), vi preghiamo e vi scongiuriamo di non toppare questa volta. La città ha bisogno di questa favola. Buon lavoro».
E proprio loro hanno rivolto alle istituzioni locali un appello.
«Dopo le tante promesse, i tanti progetti, le tantissime date probabili di inizio lavori, i tanti ritardi, e le tante umiliazioni subite da chi entra in quel palazzetto la domenica - scrivono - ora non vogliamo credere più ai proclami. Con la solita fiducia che poniamo nelle istituzioni, ci raccomandiamo che questa sia la volta buona. Una città (e si badi bene, non più una squadra ma una città intera) oramai posta sotto i riflettori dei media, per i risultati assurdi raggiunti dalla sua squadra di volley, non può e non deve sfigurare e lasciarsi sfuggire un tesoro del genere. Senza retorica, questa squadra è forse uno dei più grandi patrimoni che la città ha in questo momento e non temiamo smentita. Se non vogliamo subire il più grosso smacco sportivo che la città ricordi (più che uno smacco potrebbe diventare un sacco), vi preghiamo e vi scongiuriamo di non toppare questa volta. La città ha bisogno di questa favola. Buon lavoro».