Calcio
Giandonato La Forgia, il capitano e il muro del Borgorosso
Il centrale difensivo è il trascinatore della difesa biancorossa
Molfetta - lunedì 9 novembre 2015
4.22
Contrasti perfetti. Carisma da vendere e voglia di lottare sempre, in ogni situazione, cercando anche di segnare. Questo è il Giandonato La Forgia che tutti vogliono, questo è il capitano del Borgorosso Molfetta che tutti conoscono.
Il centrale difensivo del Borgorosso Molfetta è quel giocatore che nei momenti di difficoltà sa tirare fuori quel quid in più che solo l'ardore e il senso d'appartenenza alla maglia che indossi ogni domenica ti permettono di dare. La carica agonistica, quella non gli è mai mancata, e giornata dopo giornata il difensore ha ritrovato il tempismo, la forza e la lucidità che nella passata stagione lo hanno contraddistinto in merito al rendimento.
"The Wall" diventa l'ultimo baluardo da superare prima di arrivare a Castagno. Poco importa chi è il suo compagno di reparto, perché vicino a lui giocano più o meno tutti. Difficile trovare una coppia male assortita quando hai uno della sua intelligenza tattica e concentrazione a guidarti. Non gli è mai servito parlare. Eppure incute timore. L'attaccante lo sa che dopo due, massimo tre minuti di gioco, arriva il suo monito. Una "stecca" per far capire chi comanda, per consigliare poco garbatamente che forse è meglio girare al largo. "Fallo alla La Forgia", quasi ci fosse una sorta di brevetto.
Uno dei difensori più duri, ma soprattutto corretti dentro e fuori dal campo. Sempre evitando la platealità del gesto, sempre con discrezione e lucidità. La concentrazione di chi sa che quel fallo, quel tackle è necessario in quel momento della partita e in quella zona del campo. Con lui dietro, la palla non entra in porta da sola. Non entra in porta soprattutto se a difenderla c'è un muro di granito che si chiama Giandonato La Forgia.
Il centrale difensivo del Borgorosso Molfetta è quel giocatore che nei momenti di difficoltà sa tirare fuori quel quid in più che solo l'ardore e il senso d'appartenenza alla maglia che indossi ogni domenica ti permettono di dare. La carica agonistica, quella non gli è mai mancata, e giornata dopo giornata il difensore ha ritrovato il tempismo, la forza e la lucidità che nella passata stagione lo hanno contraddistinto in merito al rendimento.
"The Wall" diventa l'ultimo baluardo da superare prima di arrivare a Castagno. Poco importa chi è il suo compagno di reparto, perché vicino a lui giocano più o meno tutti. Difficile trovare una coppia male assortita quando hai uno della sua intelligenza tattica e concentrazione a guidarti. Non gli è mai servito parlare. Eppure incute timore. L'attaccante lo sa che dopo due, massimo tre minuti di gioco, arriva il suo monito. Una "stecca" per far capire chi comanda, per consigliare poco garbatamente che forse è meglio girare al largo. "Fallo alla La Forgia", quasi ci fosse una sorta di brevetto.
Uno dei difensori più duri, ma soprattutto corretti dentro e fuori dal campo. Sempre evitando la platealità del gesto, sempre con discrezione e lucidità. La concentrazione di chi sa che quel fallo, quel tackle è necessario in quel momento della partita e in quella zona del campo. Con lui dietro, la palla non entra in porta da sola. Non entra in porta soprattutto se a difenderla c'è un muro di granito che si chiama Giandonato La Forgia.