Calcio
Fidelis Andria-Libertas Molfetta una partita che vale una stagione
Tra qualche minuto fischio d’inizio allo stadio “Degli Ulivi” di Andria
Molfetta - domenica 4 maggio 2014
17.15
Mancano poche minuti al match di più atteso: Fidelis Andria- Libertas Molfetta, sfida valevole per una finale play off attesa ben 18 anni. Sfida che fa brillare gli occhi e sobbalzare i cuori dei tifosi molfettesi, che fa gridare a gran voce "Lottare con Onore per i Colori del Cuore", dalle curve ai distinti passando per la tribuna. Canto che fa spavento a tutti gli sfidanti dei biancorossi e da la carica agli 11 leoni che, alle 18, scenderanno nell'arena dello stadio "Degli Ulivi". Scontro diretto che qualora dovesse concludersi in parità dopo i tempi supplementari consentirebbe alla squadra allenata da mister Ragno di staccare il pass per la finale in virtù del miglior piazzamento in classificata. Finale regionale dei play off da disputare contro la vincente tra Mola e Casarano altra semifinale del campionato di Eccellenza. Le ultime dai campi dicono che la formazione di casa dovrebbe scendere in campo con un 4-3-3. Squadra al completo e senza defezioni per Nicola Ragno che per l'occasione schiererà in porta, Leo. In difesa da destra verso sinistra ci saranno Lavopa, Anglani, Campanella e Colucci. In cabina di regia agiranno La Fortezza, Logrieco e Di Santo. In attacco, infine, Moscelli verrà coadiuvato da Di Rito e Strambelli.
La Libertas Molfetta dovrebbe schierarsi a specchio con Di Candia tra i pali, Bartoli M., Montrone, Bartoli R. e Muciaccia in difesa, Dentamaro, Cantatore e Ventola sulla mediana, infine, La Nave, Manzari e Vitale in attacco.
In città è festa, c'è aria di gemellaggio,un popolo si unisce ad un'altro, una fede, quella calcistica che si fonde in più colori, ad Andria oggi, l'azzurro dovrebbe intrecciarsi con qualche sfumatura in più, diventando a bande, un pò azzurre un pò biancorosse. Questo è il calcio che tutti auspichiamo e che faccia voltare subito pagina alla triste pagina sportiva vissuta ieri nello Stadio Olimpico di Roma. La finale di Coppa Italia non è passata inosservata agli occhi dei tifosi di qualunque campionato di ogni ordine e grado. I gravi scontri prima della partita, il tifoso del Napoli Ciro Esposito in condizioni critiche, la decisione di giocare arrivata dopo il via libera del capo ultras Gennaro De Tommaso meglio conosciuto come Genny "a carogna".
Oggi l'intero mondo calcistico esprime sdegno per quanto accaduto allo stadio Olimpico in una notte che ha dato l'ennesima spallata all'immagine del calcio. Il tema della violenza negli stadi è un tema quanto mai attuale, lo è oggi, lo era ieri. Si passa dalle curve e stadi chiusi alla tessera del tifoso ma il problema persiste. Lo Stato deve imporsi su questa massa di persone "ignoranti" che distruggono e devastano le città e gli stadi, che uccidono e provocano danni. Lo stadio e il calcio devono tornare ad essere uno spettacolo, deve essere accessibile alle famiglie,non ci deve essere violenza, ci deve essere tifo e divertimento. Il calcio è un fatto sociale, e richiede una responsabilità sociale, da parte dei calciatori, sul campo e fuori dal campo, e da parte dei dirigenti nazionali e locali. Uno "schiaffo" morale a questo tifo teppista e ai tristissimi avvenimenti di qualche ora fa deve partire proprio dalla semifinale play off fra Andria e Molfetta due delle squadre più divertenti del campionato di Eccellenza e soprattutto fra due tifoserie che sono il cuore pulsante delle due compagini sempre numerose, colorate e rumorose, ogni domenica hanno accompagnato con il loro calore le squadra a questo match che sarà il crocevia di un intera stagione.
La Libertas Molfetta dovrebbe schierarsi a specchio con Di Candia tra i pali, Bartoli M., Montrone, Bartoli R. e Muciaccia in difesa, Dentamaro, Cantatore e Ventola sulla mediana, infine, La Nave, Manzari e Vitale in attacco.
In città è festa, c'è aria di gemellaggio,un popolo si unisce ad un'altro, una fede, quella calcistica che si fonde in più colori, ad Andria oggi, l'azzurro dovrebbe intrecciarsi con qualche sfumatura in più, diventando a bande, un pò azzurre un pò biancorosse. Questo è il calcio che tutti auspichiamo e che faccia voltare subito pagina alla triste pagina sportiva vissuta ieri nello Stadio Olimpico di Roma. La finale di Coppa Italia non è passata inosservata agli occhi dei tifosi di qualunque campionato di ogni ordine e grado. I gravi scontri prima della partita, il tifoso del Napoli Ciro Esposito in condizioni critiche, la decisione di giocare arrivata dopo il via libera del capo ultras Gennaro De Tommaso meglio conosciuto come Genny "a carogna".
Oggi l'intero mondo calcistico esprime sdegno per quanto accaduto allo stadio Olimpico in una notte che ha dato l'ennesima spallata all'immagine del calcio. Il tema della violenza negli stadi è un tema quanto mai attuale, lo è oggi, lo era ieri. Si passa dalle curve e stadi chiusi alla tessera del tifoso ma il problema persiste. Lo Stato deve imporsi su questa massa di persone "ignoranti" che distruggono e devastano le città e gli stadi, che uccidono e provocano danni. Lo stadio e il calcio devono tornare ad essere uno spettacolo, deve essere accessibile alle famiglie,non ci deve essere violenza, ci deve essere tifo e divertimento. Il calcio è un fatto sociale, e richiede una responsabilità sociale, da parte dei calciatori, sul campo e fuori dal campo, e da parte dei dirigenti nazionali e locali. Uno "schiaffo" morale a questo tifo teppista e ai tristissimi avvenimenti di qualche ora fa deve partire proprio dalla semifinale play off fra Andria e Molfetta due delle squadre più divertenti del campionato di Eccellenza e soprattutto fra due tifoserie che sono il cuore pulsante delle due compagini sempre numerose, colorate e rumorose, ogni domenica hanno accompagnato con il loro calore le squadra a questo match che sarà il crocevia di un intera stagione.