Calcio
Donato de Santis, il futuro di Molfetta nei suoi guantoni da portiere: «Giocare per la propria città è bellissimo»
L'estremo difensore è stato protagonista anche al Torneo nazionale delle Regioni
Molfetta - venerdì 26 aprile 2019
Il calcio è quello sport che in tantissimi vogliono nella propria vita. Che sia come passione, che sia come hobby, che sia come momento di svago o, perché no, anche come possibile lavoro. Chi non ha mai sognato da bambino di poter fare carriera come calciatore? Affermarsi non è mai facile, soprattutto per l'elevatissima concorrenza e soprattutto quando si parte da contesti di provincia. Ma, come per tutte le cose, le qualità vengono sempre alla luce e allora si può provare a coltivarlo questo sogno. In sintesi è questa la storia di Donato de Santis, giovane portiere molfettese classe 2000 che si sta facendo già apprezzare nel calcio dei grandi a livello locale.
Donato ci ha raccontato questa stagione appena conclusa con la maglia della Molfetta Calcio, nel campionato di Eccellenza: «Sono arrivato a Molfetta a metà dicembre e sinceramente non mi aspettavo un'annata così. Sono giunto qui da perfetto sconosciuto ma lungo il corso della stagione ho giocato con continuità guadagnandomi la stima di parecchi. Non nascondo che essendo sempre stato un tifoso del Molfetta ho provato una grande emozione nello scendere in campo con questa maglia. Si può dire che dal cassetto ho tolto un piccolo sogno che ho realizzato proprio in questi mesi. Mi ritengo molto soddisfatto di quanto fatto in questa metà stagione perché oltre a divertirmi molto mi sono fatto valere e ho cercato di esprimermi sempre al meglio. L'anno scorso ho giocato nella Juniores del Gravina con la quale ho vinto anche il campionato: abbiamo raggiunto anche le fasi finali a Gela vincendo sia in Sicilia che in casa, poi siamo usciti agli ottavi contro il Pineto. Inoltre mi sono anche tolto una soddisfazione personale perché ho esordito in prima squadra. Quest'anno invece sono sempre ripartito da Gravina ma siccome volevo confrontarmi con il calcio dei grandi ho deciso di rientrare a casa e difendere i pali della mia città. Il futuro dice che devo rientrare a Gravina perché ero a Molfetta in prestito ma poi con calma valuterò dove proseguire».
Una grande soddisfazione per lui è stata la convocazione nella selezione della Puglia per il Torneo nazionale delle Regioni: «La chiamata al Torneo delle Regioni non era messa in preventivo. Ogni anno sono andato a fare raduni per le rappresentative ma non sono mai stato preso in considerazione. Quest'anno forse con il lavoro svolto con il mister Iurino e anche con Paolo Petruzzelli e Gabriele Raimondi ho avuto questa grande possibilità. Sono contento di come sia andato questo torneo: ho fatto parate importanti e mi sono distinto sopratutto in semifinale, quando ho parato un rigore al 80esimo sull'uno a uno e poi alla serie di rigori ho parato il quinto consentendo, dopo il nostro gol, di andare in finale. Abbiamo disputato il match decisivo a Frosinone, in uno stadio di Serie A, e solo lì è arrivata una brutta sconfitta contro la rappresentativa del Lazio. Rimane un po' di amaro in bocca per l'esito finale ma resta la consapevolezza di aver dato tutto ed essere arrivato in fondo ad un torneo molto importante dal punto di vista giovanile. È stata un'esperienza fantastica, divertente ed impegnativa».
In chiusura, un breve commento sui suoi modelli calcistici fra i pali: «Non ho un portiere in particolare a cui faccio riferimento nel mio stile di gioco. Mi piace molto Ter Stegen per come gioca con la palla tra i piedi ma sin da piccolo, anche dopo una semplice parata, il primo urlo che veniva fuori per gioire era "Buffon!"». Insomma, tanta voglia di mettersi in gioco e tanto carattere per questo ragazzo che ha ancora tanta strada davanti a sé, con i guantoni sempre pronti a una parata e soprattutto con Molfetta nel cuore.
Donato ci ha raccontato questa stagione appena conclusa con la maglia della Molfetta Calcio, nel campionato di Eccellenza: «Sono arrivato a Molfetta a metà dicembre e sinceramente non mi aspettavo un'annata così. Sono giunto qui da perfetto sconosciuto ma lungo il corso della stagione ho giocato con continuità guadagnandomi la stima di parecchi. Non nascondo che essendo sempre stato un tifoso del Molfetta ho provato una grande emozione nello scendere in campo con questa maglia. Si può dire che dal cassetto ho tolto un piccolo sogno che ho realizzato proprio in questi mesi. Mi ritengo molto soddisfatto di quanto fatto in questa metà stagione perché oltre a divertirmi molto mi sono fatto valere e ho cercato di esprimermi sempre al meglio. L'anno scorso ho giocato nella Juniores del Gravina con la quale ho vinto anche il campionato: abbiamo raggiunto anche le fasi finali a Gela vincendo sia in Sicilia che in casa, poi siamo usciti agli ottavi contro il Pineto. Inoltre mi sono anche tolto una soddisfazione personale perché ho esordito in prima squadra. Quest'anno invece sono sempre ripartito da Gravina ma siccome volevo confrontarmi con il calcio dei grandi ho deciso di rientrare a casa e difendere i pali della mia città. Il futuro dice che devo rientrare a Gravina perché ero a Molfetta in prestito ma poi con calma valuterò dove proseguire».
Una grande soddisfazione per lui è stata la convocazione nella selezione della Puglia per il Torneo nazionale delle Regioni: «La chiamata al Torneo delle Regioni non era messa in preventivo. Ogni anno sono andato a fare raduni per le rappresentative ma non sono mai stato preso in considerazione. Quest'anno forse con il lavoro svolto con il mister Iurino e anche con Paolo Petruzzelli e Gabriele Raimondi ho avuto questa grande possibilità. Sono contento di come sia andato questo torneo: ho fatto parate importanti e mi sono distinto sopratutto in semifinale, quando ho parato un rigore al 80esimo sull'uno a uno e poi alla serie di rigori ho parato il quinto consentendo, dopo il nostro gol, di andare in finale. Abbiamo disputato il match decisivo a Frosinone, in uno stadio di Serie A, e solo lì è arrivata una brutta sconfitta contro la rappresentativa del Lazio. Rimane un po' di amaro in bocca per l'esito finale ma resta la consapevolezza di aver dato tutto ed essere arrivato in fondo ad un torneo molto importante dal punto di vista giovanile. È stata un'esperienza fantastica, divertente ed impegnativa».
In chiusura, un breve commento sui suoi modelli calcistici fra i pali: «Non ho un portiere in particolare a cui faccio riferimento nel mio stile di gioco. Mi piace molto Ter Stegen per come gioca con la palla tra i piedi ma sin da piccolo, anche dopo una semplice parata, il primo urlo che veniva fuori per gioire era "Buffon!"». Insomma, tanta voglia di mettersi in gioco e tanto carattere per questo ragazzo che ha ancora tanta strada davanti a sé, con i guantoni sempre pronti a una parata e soprattutto con Molfetta nel cuore.