Calcio
Borgorosso, Uva "Cobra" dal goal facile
La punta di Patruno: «La squadra tutta ha meritato la finale»
Molfetta - martedì 25 aprile 2017
Intervistato da MolfettaViva, Corrado Uva ha parlato della sua prima finale play-off con la maglia del Borgorosso Molfetta.
Quella di ieri è stata una serata dalle grandi emozioni, partiamo da quella più bella: la doppietta utile al raggiungimento della finale play off. Due gol che pesano tantissimo?
«Sicuramente la metterò insieme con le tante emozioni che il calcio mi ha regalato. Però manca ancora un passo: c'è la finale da giocare, vincere e aggiungere un'altra emozione. La squadra tutta, dal presidente al mister, dal ds al magazziniere, ha meritato la finale. Poi ti racconto un retroscena: non dovevo giocare perché la sera prima avevo lavorato ed ero tornato tardi. Col mister avevamo concordato di farmi fare l'ultima mezz'ora. Poi l'infortunio di Lucarelli ha fatto il resto…»
Nei 90' contro il Celle di San Vito è uscita fuori la determinazione del Borgorosso e la voglia di vincere?
«Non solo contro il Celle di San Vito. È da tanto che abbiamo trovato la giusta determinazione».
Quanto serviva questa vittoria che sicuramente vi da ossigeno e slancio per la finale dopo una stagione che a tratti si è dimostrata altalenante che ha fatto muovere qualche critica di troppo?
«Le critiche se costruttive sono giuste. Forse qualcuno ci è andato giù pesante con noi, definendoci anche scarti di altre squadre e alla società hanno fatto attacchi gratuiti senza se e senza ma. Io sono dell'opinione che le somme si tirano alla fine. Quindi dopo la finale. Però secondo me comunque vada sarà un successo».
Si è dato una spiegazione sul perché qualcosa non ha funzionato soprattutto nella prima parte della stagione?
«Sinceramente non mi sono mai preoccupato più di tanto perché di quelle situazioni ne ho vissute parecchie e sono finite sempre nel migliore dei modi o con i play-off o con vittorie di campionati. Ho sempre creduto in tutti i miei compagni di squadra e nelle nostre potenzialità. Sicuramente gli innesti di dicembre fatti da Gianni de Ceglia hanno migliorato ancor di più la rosa».
Qual è il suo rapporto col gol e che sensazione le dà?
«Sono un attaccante, vivo per il goal. Quando la palla gonfia la rete ti dà una sensazione unica. Se uno sa fare goal lo fa in tutte le categorie dalla Terza Categoria alla Serie A. Diciamo che di queste sensazioni fortunatamente per merito dei tanti mister e dei tanti compagni di squadra che ho avuto ne ho vissute tante. Spero di continuare così. Poi da quando ho moglie e figlio ci metto ancora più impegno per cercare il goal da dedicare a loro».
Perché la chiamano Cobra?
«I tifosi del Corato, davvero unici, mi hanno ribattezzato così fin dal primo giorno che ho iniziato a giocare per loro e devo dire che mi piace parecchio. Poi con loro c'è un feeling particolare quindi mi fa piacere».
Quella di ieri è stata una serata dalle grandi emozioni, partiamo da quella più bella: la doppietta utile al raggiungimento della finale play off. Due gol che pesano tantissimo?
«Sicuramente la metterò insieme con le tante emozioni che il calcio mi ha regalato. Però manca ancora un passo: c'è la finale da giocare, vincere e aggiungere un'altra emozione. La squadra tutta, dal presidente al mister, dal ds al magazziniere, ha meritato la finale. Poi ti racconto un retroscena: non dovevo giocare perché la sera prima avevo lavorato ed ero tornato tardi. Col mister avevamo concordato di farmi fare l'ultima mezz'ora. Poi l'infortunio di Lucarelli ha fatto il resto…»
Nei 90' contro il Celle di San Vito è uscita fuori la determinazione del Borgorosso e la voglia di vincere?
«Non solo contro il Celle di San Vito. È da tanto che abbiamo trovato la giusta determinazione».
Quanto serviva questa vittoria che sicuramente vi da ossigeno e slancio per la finale dopo una stagione che a tratti si è dimostrata altalenante che ha fatto muovere qualche critica di troppo?
«Le critiche se costruttive sono giuste. Forse qualcuno ci è andato giù pesante con noi, definendoci anche scarti di altre squadre e alla società hanno fatto attacchi gratuiti senza se e senza ma. Io sono dell'opinione che le somme si tirano alla fine. Quindi dopo la finale. Però secondo me comunque vada sarà un successo».
Si è dato una spiegazione sul perché qualcosa non ha funzionato soprattutto nella prima parte della stagione?
«Sinceramente non mi sono mai preoccupato più di tanto perché di quelle situazioni ne ho vissute parecchie e sono finite sempre nel migliore dei modi o con i play-off o con vittorie di campionati. Ho sempre creduto in tutti i miei compagni di squadra e nelle nostre potenzialità. Sicuramente gli innesti di dicembre fatti da Gianni de Ceglia hanno migliorato ancor di più la rosa».
Qual è il suo rapporto col gol e che sensazione le dà?
«Sono un attaccante, vivo per il goal. Quando la palla gonfia la rete ti dà una sensazione unica. Se uno sa fare goal lo fa in tutte le categorie dalla Terza Categoria alla Serie A. Diciamo che di queste sensazioni fortunatamente per merito dei tanti mister e dei tanti compagni di squadra che ho avuto ne ho vissute tante. Spero di continuare così. Poi da quando ho moglie e figlio ci metto ancora più impegno per cercare il goal da dedicare a loro».
Perché la chiamano Cobra?
«I tifosi del Corato, davvero unici, mi hanno ribattezzato così fin dal primo giorno che ho iniziato a giocare per loro e devo dire che mi piace parecchio. Poi con loro c'è un feeling particolare quindi mi fa piacere».