Borgorosso Molfetta
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Calcio

Borgorosso Molfetta: quando i tifosi rubano la scena a club e giocatori

Dagli spalti semi vuoti al pienone

Immaginate una sfida dove le tifoserie sono più importanti dei giocatori stessi. Dove la passione, il folclore e l'attaccamento alla squadra superano perfino la palla che rotola sul campo. Trofei? Pochi ma buoni. Entusiasmo? Tanto. E alle stelle. Una serata con gli amici, qualche coro e via. Un pomeriggio in tranquillità tra esultanze e risate. Utopia? Astrazione? Una classica di Seconda Categoria? Non proprio. O quasi. Ieri, al B.Petrone di Molfetta, il Borgorosso sfidava il Bellavitainpuglia per una gara tutta da vivere. E forse, più sugli spalti che in campo. Il Borgorosso Molfetta si giocava il riscatto dopo la mazzata di Coppa Puglia il Bellavitainpuglia invece tentava il colpo grosso sul campo della capolista. Insomma, una partita dove la qualità e il talento sono proprio gli ingredienti principali. Tuttavia, ci pensava la tifoseria molfettese su una gradinata mai così piena nel recente passato a scaldare l'ambiente e a rendere questa sfida unica nel suo genere.

Sono arrivati i primi cori, inneggiando al nome del Borgorosso Molfetta per spingere l'undici di Michele Patruno a guardare al di là del "muro" con speranza e fiducia. Insomma, un'altra musica. Nessuna stonata melodia. In tutti questi mesi, il tifo molfettese si era visto a stenti sulla gradinata del Petrone. Qualche gruppetto qua e là e nulla più. Da quel Victrix Trinitapoli-Borgorosso Molfetta in Terza Categoria a Borgorosso Molfetta-Bellavitainpuglia di ieri molto è cambiato. Sono passati ben 12 mesi o poco più, di amore, sofferenza, timori, paure, speranze e soprattutto fedeltà per quei colori, il bianco e il rosso, e per quella maglia. Il tutto fa ancora più impressione se si pensa che a qualche centinaia di metri più là c'è un altro impianto sportivo chiamato Paolo Poli e che in quello stesso impianto ci gioca la "prima" squadra della città con tanto di blasone e storia. Ma tra Molfetta Sportiva 1917 e Borgorosso Molfetta non c'è nulla da spartire.

Ma torniamo a noi. Come da consuetudine, infatti, i dirigenti e qualche appassionato del Borgorosso, fino a poche settimane fa, si incontravano al Petrone o accompagnavano anzi seguivano la loro beneamata in trasferta. Chilometri su chilometri, il tutto per creare un clima unico, difficilmente replicabile in altre realtà. Già, poche settimane fa. Storia vecchia. Perché adesso quella gradinata è piena e non più di soli gruppetti sparsi qua e là. Passione e primi "soliti" cori. Adesso qualcuno è lì, nel loro settore, sempre pronto ad andar via senza voce.

Anche ieri sera ne abbiamo visto delle belle. Ovviamente sugli spalti. Fascino, cori, tradizioni, il brivido del boato dopo il gol del 2-1. La partita dei tifosi si gioca al Petrone, ormai casa della squadra molfettese. Un tempo un po più deserta, oggi un po' casa di tutti ma soprattutto dei tifosi del Borgorosso. Perché anche loro hanno scritto la storia anzi ne sono parte integrante.
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