Calcio
Borgorosso Molfetta, mister Carlucci: «Grande amarezza per la retrocessione»
Il tecnico dopo il verdetto di domenica: «Abbiamo dato tutto, non è bastato»
Molfetta - mercoledì 10 aprile 2024
Angelo Carlucci, tecnico del Borgorosso Molfetta e reduce dalla cocente delusione per la retrocessione dal campionato di Eccellenza, ha affidato ai social le sue riflessioni a chiusura di una stagione molto negativa e sfortunata, culminata con l'aritmetica discesa di categoria che è diventata ufficiale domenica scorsa.
«Forse per pura e semplice passione, forse per vocazione, forse per amore verso il calcio, qualche anno fa ho smesso di mettere la numero 4 sulle spalle e ho iniziato a fare l'allenatore. Qualcuno per strada oggi mi chiama "mister". E quando scegli di avere questo ruolo, ci devi mettere la faccia. Sempre. Mi sono preso qualche giorno e ho analizzato questi ultimi anni. A novembre 2021 ho accettato di tornare al Borgorosso anche se la classifica segnava 8 punti. Alla fine di una stagione incredibile, ci salvammo con una giornata di anticipo».
«Un vero e proprio miracolo sportivo, fatto di lavoro e umiltà da parte di tutti. La stagione 22/23 è iniziato dagli stessi valori, dalla stessa passione, dalle stesse persone. Con pochi cambi in rosa e tanta cura dei dettagli, ci siamo posizionati al 5° posto. Una soddisfazione incredibile per tutti. Un risultato storico per una società giovanissima come il Borgorosso. All'inizio di questa stagione, ho nuovamente accettato una sfida complicata. Fare meglio della stagione precedente era impossibile. Qualcuno mi consigliava di accettare altre proposte. Altri mi suggerivano di stare fermo una stagione, per studiare calcio fuori dal campo, ma anche per dedicarmi alla famiglia. Qualcosa dentro di me ha preso il sopravvento su tutto: ho accettato una nuova sfida che mi affascinava e insieme a tutto lo staff ci siamo rimessi in gioco, senza mollare mai un centimetro».
«Sapevamo che stavamo per affrontare un campionato molto più competitivo e che richiedeva qualcosa in più, oltre il solito intenso lavoro in allenamento e sul campo. Il girone di andata ci è girato tutto storto. La rosa ha visto dei cambiamenti. Abbiamo scosso la classifica e ci siamo tolti anche qualche bella soddisfazione. Anche contro le squadre più forti del campionato. Alla fine qualcosa non ha funzionato. Proprio sul più bello. Proprio quando tutti iniziavano a vederci come lo spauracchio del girone di ritorno. Lo ammetto, sono molto amareggiato. Salutare questa società senza mantenere la categoria mi fa male perché so quanto ho dedicato a questo obiettivo. Quante rinunce ho dovuto fare. Quanta fatica e lavoro ho chiesto al mio Staff e ai ragazzi. Qualcuno ci ha detto che abbiamo avuto un approccio da categoria superiore. Su questo sono orgoglioso della professionalità e della dedizione che in tanti abbiamo messo. Spero di aver lasciato qualcosa ad ognuno dei calciatori che ho allenato in queste stagioni. Dal più esperto all'ultimo esordiente».
«Dal più presente a chi ho fatto giocare poco. Sappiate che ognuno di voi ha contribuito al mio percorso. Ve ne sono grato. Non si tratta solo di calcio ma anche di vita. Perché come ho sempre sostenuto, nello sport come nella quotidianità, sia nella vittoria che nella sconfitta, bisogna avere la coscienza pulita e sapere di aver dato tutto quello che si ha dentro. E per fortuna...di questo ne sono certo...c'è stato chi, insieme a me, ci ha creduto fino alla fine. A tutti loro va il mio Grazie».
«Nel mondo del rettangolo verde i saluti, gli addii o i semplici arrivederci sono normali. Ma sempre difficili. Adesso ognuno dovrà darsi nuovi obiettivi e, come ci siamo detti e ridetti, provare a raggiungerli deve essere sempre la nostra priorità. Ai sogni serve capire che siamo coraggiosi».
«Forse per pura e semplice passione, forse per vocazione, forse per amore verso il calcio, qualche anno fa ho smesso di mettere la numero 4 sulle spalle e ho iniziato a fare l'allenatore. Qualcuno per strada oggi mi chiama "mister". E quando scegli di avere questo ruolo, ci devi mettere la faccia. Sempre. Mi sono preso qualche giorno e ho analizzato questi ultimi anni. A novembre 2021 ho accettato di tornare al Borgorosso anche se la classifica segnava 8 punti. Alla fine di una stagione incredibile, ci salvammo con una giornata di anticipo».
«Un vero e proprio miracolo sportivo, fatto di lavoro e umiltà da parte di tutti. La stagione 22/23 è iniziato dagli stessi valori, dalla stessa passione, dalle stesse persone. Con pochi cambi in rosa e tanta cura dei dettagli, ci siamo posizionati al 5° posto. Una soddisfazione incredibile per tutti. Un risultato storico per una società giovanissima come il Borgorosso. All'inizio di questa stagione, ho nuovamente accettato una sfida complicata. Fare meglio della stagione precedente era impossibile. Qualcuno mi consigliava di accettare altre proposte. Altri mi suggerivano di stare fermo una stagione, per studiare calcio fuori dal campo, ma anche per dedicarmi alla famiglia. Qualcosa dentro di me ha preso il sopravvento su tutto: ho accettato una nuova sfida che mi affascinava e insieme a tutto lo staff ci siamo rimessi in gioco, senza mollare mai un centimetro».
«Sapevamo che stavamo per affrontare un campionato molto più competitivo e che richiedeva qualcosa in più, oltre il solito intenso lavoro in allenamento e sul campo. Il girone di andata ci è girato tutto storto. La rosa ha visto dei cambiamenti. Abbiamo scosso la classifica e ci siamo tolti anche qualche bella soddisfazione. Anche contro le squadre più forti del campionato. Alla fine qualcosa non ha funzionato. Proprio sul più bello. Proprio quando tutti iniziavano a vederci come lo spauracchio del girone di ritorno. Lo ammetto, sono molto amareggiato. Salutare questa società senza mantenere la categoria mi fa male perché so quanto ho dedicato a questo obiettivo. Quante rinunce ho dovuto fare. Quanta fatica e lavoro ho chiesto al mio Staff e ai ragazzi. Qualcuno ci ha detto che abbiamo avuto un approccio da categoria superiore. Su questo sono orgoglioso della professionalità e della dedizione che in tanti abbiamo messo. Spero di aver lasciato qualcosa ad ognuno dei calciatori che ho allenato in queste stagioni. Dal più esperto all'ultimo esordiente».
«Dal più presente a chi ho fatto giocare poco. Sappiate che ognuno di voi ha contribuito al mio percorso. Ve ne sono grato. Non si tratta solo di calcio ma anche di vita. Perché come ho sempre sostenuto, nello sport come nella quotidianità, sia nella vittoria che nella sconfitta, bisogna avere la coscienza pulita e sapere di aver dato tutto quello che si ha dentro. E per fortuna...di questo ne sono certo...c'è stato chi, insieme a me, ci ha creduto fino alla fine. A tutti loro va il mio Grazie».
«Nel mondo del rettangolo verde i saluti, gli addii o i semplici arrivederci sono normali. Ma sempre difficili. Adesso ognuno dovrà darsi nuovi obiettivi e, come ci siamo detti e ridetti, provare a raggiungerli deve essere sempre la nostra priorità. Ai sogni serve capire che siamo coraggiosi».