Calcio
Borgorosso, i play off ad un passo
Fischio d'inizio ore 15, al campo comunale Petrone
Molfetta - sabato 7 marzo 2015
16.19
Serve un punto. Si potrebbe sintetizzare tutto così con la partita della verità che si avvicina. Il Borgorosso Molfetta e Michele Patruno sono al lavoro per il match contro il Real Sannicandro. Gara da dentro o fuori, gara da accesso ai play-off. Stavolta la matematica conta e come, e potrebbe condannare o mandare in paradiso il Borgorosso consentendogli di staccare il pass utile per gli spareggi promozione. Una partita, quella di domani, che arriva dopo la splendida vittoria esterna sul Real Bari. Vittoria epica in tutti sensi.
Solo sette giorni, il primo compito in classe. Domani l'esame di maturità. In molti dopo un avvio stentato in campionato, dicevano che la squadra di Patruno non era pronta, magari qualcuno nel corso della stagione gufava perché ogni tanto anche nella categorie minori funziona così. Ma contro il Real Bari la Borgorosso ha dato una risposta da leccarsi i baffi, si è esibita con il sigaro in bocca, ci ha messo qualità e personalità. Aggiungendo tecnica e colpi dei singoli. Ma la cosa che ha stupito di più è stato il modo di stare in campo: giocare contro uno dei club più forti della Terza Categoria, e asfaltarli non era semplice. Raramente si era visto un Real Bari così: pauroso e superficiale, timido e molto spesso scollegato tra un reparto e l'altro. Tanto da sembrare uno scolaretto timido e disorientato. Poi leggendo la formazione scopri che qualche asso di briscola stava fuori. Mica comparse, stiamo parlano di Murolo, il bomber che i tutti i club della categoria vorrebbero. Eppure nessuno se n'era accorto, la conferma che il lavoro di semina - se fatto bene - porta molto spesso al raccolto. Entrava e segnava Murolo mettendo al sicuro il risultato.
E quanto è "ganzo" Patruno. Un allenatore che studia al millimetro, che ha presentato un'idea intrigante di calcio che può essere perseguita soltanto con la partecipazione totale degli interpreti. E ora si capisce, vedendola giocare, che la squadra freme per Patruno, che si butterebbe nel fuoco per lui, che ha adottato e subito memorizzato il suo sistema di gioco, come se fosse stata folgorata da un concetto nuovo. Da un marchio di fabbrica che avrebbe potuto portare a una rapida svolta.
Il tutto conforta e dà consapevolezza. Bisogna giocare gli ultimi 90' minuti senza la timidezza, parente stretta dell'inferiorità psicologica, che si potrebbe avvertire. Da comparse o quasi. Ora un pò meno, chissà. Ripartendo dalla cartolina del Real Bari e dalla bella - bellissima - ondata bianca e rossa.
Solo sette giorni, il primo compito in classe. Domani l'esame di maturità. In molti dopo un avvio stentato in campionato, dicevano che la squadra di Patruno non era pronta, magari qualcuno nel corso della stagione gufava perché ogni tanto anche nella categorie minori funziona così. Ma contro il Real Bari la Borgorosso ha dato una risposta da leccarsi i baffi, si è esibita con il sigaro in bocca, ci ha messo qualità e personalità. Aggiungendo tecnica e colpi dei singoli. Ma la cosa che ha stupito di più è stato il modo di stare in campo: giocare contro uno dei club più forti della Terza Categoria, e asfaltarli non era semplice. Raramente si era visto un Real Bari così: pauroso e superficiale, timido e molto spesso scollegato tra un reparto e l'altro. Tanto da sembrare uno scolaretto timido e disorientato. Poi leggendo la formazione scopri che qualche asso di briscola stava fuori. Mica comparse, stiamo parlano di Murolo, il bomber che i tutti i club della categoria vorrebbero. Eppure nessuno se n'era accorto, la conferma che il lavoro di semina - se fatto bene - porta molto spesso al raccolto. Entrava e segnava Murolo mettendo al sicuro il risultato.
E quanto è "ganzo" Patruno. Un allenatore che studia al millimetro, che ha presentato un'idea intrigante di calcio che può essere perseguita soltanto con la partecipazione totale degli interpreti. E ora si capisce, vedendola giocare, che la squadra freme per Patruno, che si butterebbe nel fuoco per lui, che ha adottato e subito memorizzato il suo sistema di gioco, come se fosse stata folgorata da un concetto nuovo. Da un marchio di fabbrica che avrebbe potuto portare a una rapida svolta.
Il tutto conforta e dà consapevolezza. Bisogna giocare gli ultimi 90' minuti senza la timidezza, parente stretta dell'inferiorità psicologica, che si potrebbe avvertire. Da comparse o quasi. Ora un pò meno, chissà. Ripartendo dalla cartolina del Real Bari e dalla bella - bellissima - ondata bianca e rossa.