Viva la storia di Molfetta!
Molfetta sotterranea: ecco le novità. LE FOTO
Cosa si cela sotto Piazza Cappuccini, il Borgo e il centro storico?
mercoledì 5 aprile 2017
8.44
Nuove scoperte su Molfetta sotterranea
È passato un anno dal mio articolo sulla Molfetta sotterranea che tanto clamore ed interesse ha suscitato.
In molti non ne erano a conoscenza e chiedevano di saperne di più, così ho iniziato ad approfondire la questione, dividendomi fra testimonianze e fonti storiche.
La storia che vi racconterò oggi è Il riassunto di un anno di studio su Molfetta sotterranea.
Inizio subito col dire che non è stato facile reperire delle notizie storiche sui camminamenti poiché l'archivio contenente i documenti sulla nostra città fino al XVI secolo, é stato distrutto dal famoso sacco di Molfetta del 1529.
Ma qualcosa sono riuscita lo stesso a trovarla.
Si tratta di passo di un testo, scritto da Michele Romano nel 1842 "Saggio sulla storia di Molfetta" e l'autore dichiara quanto segue: "Molfetta era una penisola munita di forte castello, di baloardi, torri con merli e bastioni. Eranvi due porte di contro al sud, l'una detta della terra, verso l'ovest, l'altra del castello verso l'est. Eranvi sotterranea comunicazione fra il castello e il baloardi verso l'est e da questo agli altri baloardi verso l'ovest ed il nord".
I baluardi, detti anche bastioni si trovavano generalmente agli angoli delle fortificazioni delle città e servivano per proteggere le parti più esposte al tiro e all'attacco dell'assediante.
A Molfetta un bastione ancora visibile è quello di Torrione Passari, gli altri due erano Torrione dell'Arcello e Torrione Rondella, purtroppo scomparsi.
Stando al Romano dunque, ci sarebbero stati dei collegamenti sotterranei fra I baluardi e il castello di angolino di Molfetta (che si trovava in quella che é ora Piazza Municipio).
Una traccia storica quindi c'é, e da quest'ultima sono partita per cercare di ricavare una ricostruzione sommaria dei cunicoli.
C'è da dire che i camminamenti non sarebbero una prerogativa della nostra città. Sono stati trovati cunicoli a Terlizzi, a Giovinazzo, a Corato, Andria, Gravina ecc. Questo deve fare riflettere sul fatto che la loro esistenza non era in passato cosi eccezionale, in un tempo in cui difendersi dagli attacchi invasori era essenziale. Ho spiegato nel mio precedente articolo, che i soldati utilizzavano i camminamenti per spostarsi con più facilità da una parte all'altra dell'antico borgo. I punti strategici della città erano tutti collegati, ma anche le abitazioni civili lo erano, con un groviglio di cunicoli che stando ai racconti, sarebbe impressionante. I cunicoli sarebbero infatti anche serviti come rifugio per sfuggire al nemico. Non c'é niente di strano in questo, pensate ai bunker dell'età moderna, la logica é la stessa. In effetti i camminamenti sarebbero stati utilizzati anche durante la seconda guerra mondiale, quando anche Molfetta era sotto il bombardamento nemico.
Queste informazioni, non avendo ahimè documenti scritti, le ho avute parlando con persone che avrebbero realmente percorso anni fa alcuni passaggi sotterranei.
Mi hanno dunque raccontato di una rete di cunicoli che interesserebbe tutto il centro storico e che andrebbe anche al di là delle mura del borgo antico e che oltre ai camminamenti spesso e volentieri sotto le abitazioni si possono trovare anche delle enormi cisterne.
Mi è stato anche detto che in un tunnel in particolare, che collegherebbe piazza Cappuccini con la zona di Molfetta vecchia, ci sarebbero scheletri umani, ammassati lì durante le epidemie di peste o di colera che hanno interessato la nostra città nei secoli passati (l'ultima visita a questo cunicolo risalirebbe agli anni '70).
Mi hanno spiegato che è difficile avere delle notizie concrete sui camminamenti soprattutto per un motivo: si troverebbero spesso e volentieri sotto edifici ed abitazioni private ed in passato, parlo degli anni '60 e '70 del secolo scorso, molti degli ingressi dei passaggi sotterranei, sarebbero stati murati dagli stessi proprietari. Inoltre, quelli che sono rimasti accessibili, sarebbero invasi da topi.
La situazione attuale non sarebbe dunque delle piu rosee.
Sono riuscita però a visitare quello che sembrerebbe un ex passaggio, ora completamente rivoluzionato e adibito a deposito attrezzi.
In effetti, la mia ricerca spasmodica di cunicoli sotterranei non mi ha fatto considerare quella che é una realtà assoluta e spesso sottovalutata e cioè che l'essenziale é invisibile agli occhi.
Sono andata a visitare la Sala dei Templari situata in piazza Municipio, dove un tempo vi era la chiesa di San Nicola attigua allo scomparso castello angioino di Molfetta. Non avevo infatti considerato che la Sala dei Templari già si trova sotto la superficie. Ho perlustrato a fondo la sala, ho dato un'occhiata a delle nicchie murate che davano l'impressione di essere degli ingressi per altri accessi. Mi è stato detto in effetti che al di là delle stesse, ci sarebbero altre stanze, murate a fine anni '80 soprattutto per una questione di sicurezza, e che proseguirebbero fino ad arrivare a palazzo Giovene, oggi sede dell'amministrazione comunale.
Mi sono recata allora lì e approfittando della visita alla nostra bella siloteca, un particolare mi ha incuriosita. Al piano inferiore rispetto a dove si trova la siloteca, ho notato un arco in pietra, posizionato quasi a voler collegare due stanze. Mi hanno riferito che effettivamente sarebbe l'arco portante di una parte di camminamento che univa un tempo la sala dei Templari e Palazzo Giovene. Subito dopo l'arco, ho notato un lungo corridoio, anch'esso adibito a deposito, non l'ho percorso ma l'ho fotografato, ed è la foto che potete vedere qui pubblicata. Condurrebbe ad altre stanze e di lì ancora ad altri corridoi che sarebbero arrivati fino al Duomo se lavori moderni di muratura non ne avessero interrotto il percorso in varie parti.
I camminamenti dunque sarebbero visibili, ma resi irriconoscibili da moderni lavori edili.
Non so se si potrà fare qualcosa per portare alla luce questa realtà estremamente affascinante e dimenticata della nostra storia, ma credo che sia importante anche solo parlarne.
Io continuerò con le mie ricerche e vi aggiornerò non appena ne avrò modo.
Bisogna cercare di valorizzare la nostra città e con po' di impegno potremmo farcela.
È passato un anno dal mio articolo sulla Molfetta sotterranea che tanto clamore ed interesse ha suscitato.
In molti non ne erano a conoscenza e chiedevano di saperne di più, così ho iniziato ad approfondire la questione, dividendomi fra testimonianze e fonti storiche.
La storia che vi racconterò oggi è Il riassunto di un anno di studio su Molfetta sotterranea.
Inizio subito col dire che non è stato facile reperire delle notizie storiche sui camminamenti poiché l'archivio contenente i documenti sulla nostra città fino al XVI secolo, é stato distrutto dal famoso sacco di Molfetta del 1529.
Ma qualcosa sono riuscita lo stesso a trovarla.
Si tratta di passo di un testo, scritto da Michele Romano nel 1842 "Saggio sulla storia di Molfetta" e l'autore dichiara quanto segue: "Molfetta era una penisola munita di forte castello, di baloardi, torri con merli e bastioni. Eranvi due porte di contro al sud, l'una detta della terra, verso l'ovest, l'altra del castello verso l'est. Eranvi sotterranea comunicazione fra il castello e il baloardi verso l'est e da questo agli altri baloardi verso l'ovest ed il nord".
I baluardi, detti anche bastioni si trovavano generalmente agli angoli delle fortificazioni delle città e servivano per proteggere le parti più esposte al tiro e all'attacco dell'assediante.
A Molfetta un bastione ancora visibile è quello di Torrione Passari, gli altri due erano Torrione dell'Arcello e Torrione Rondella, purtroppo scomparsi.
Stando al Romano dunque, ci sarebbero stati dei collegamenti sotterranei fra I baluardi e il castello di angolino di Molfetta (che si trovava in quella che é ora Piazza Municipio).
Una traccia storica quindi c'é, e da quest'ultima sono partita per cercare di ricavare una ricostruzione sommaria dei cunicoli.
C'è da dire che i camminamenti non sarebbero una prerogativa della nostra città. Sono stati trovati cunicoli a Terlizzi, a Giovinazzo, a Corato, Andria, Gravina ecc. Questo deve fare riflettere sul fatto che la loro esistenza non era in passato cosi eccezionale, in un tempo in cui difendersi dagli attacchi invasori era essenziale. Ho spiegato nel mio precedente articolo, che i soldati utilizzavano i camminamenti per spostarsi con più facilità da una parte all'altra dell'antico borgo. I punti strategici della città erano tutti collegati, ma anche le abitazioni civili lo erano, con un groviglio di cunicoli che stando ai racconti, sarebbe impressionante. I cunicoli sarebbero infatti anche serviti come rifugio per sfuggire al nemico. Non c'é niente di strano in questo, pensate ai bunker dell'età moderna, la logica é la stessa. In effetti i camminamenti sarebbero stati utilizzati anche durante la seconda guerra mondiale, quando anche Molfetta era sotto il bombardamento nemico.
Queste informazioni, non avendo ahimè documenti scritti, le ho avute parlando con persone che avrebbero realmente percorso anni fa alcuni passaggi sotterranei.
Mi hanno dunque raccontato di una rete di cunicoli che interesserebbe tutto il centro storico e che andrebbe anche al di là delle mura del borgo antico e che oltre ai camminamenti spesso e volentieri sotto le abitazioni si possono trovare anche delle enormi cisterne.
Mi è stato anche detto che in un tunnel in particolare, che collegherebbe piazza Cappuccini con la zona di Molfetta vecchia, ci sarebbero scheletri umani, ammassati lì durante le epidemie di peste o di colera che hanno interessato la nostra città nei secoli passati (l'ultima visita a questo cunicolo risalirebbe agli anni '70).
Mi hanno spiegato che è difficile avere delle notizie concrete sui camminamenti soprattutto per un motivo: si troverebbero spesso e volentieri sotto edifici ed abitazioni private ed in passato, parlo degli anni '60 e '70 del secolo scorso, molti degli ingressi dei passaggi sotterranei, sarebbero stati murati dagli stessi proprietari. Inoltre, quelli che sono rimasti accessibili, sarebbero invasi da topi.
La situazione attuale non sarebbe dunque delle piu rosee.
Sono riuscita però a visitare quello che sembrerebbe un ex passaggio, ora completamente rivoluzionato e adibito a deposito attrezzi.
In effetti, la mia ricerca spasmodica di cunicoli sotterranei non mi ha fatto considerare quella che é una realtà assoluta e spesso sottovalutata e cioè che l'essenziale é invisibile agli occhi.
Sono andata a visitare la Sala dei Templari situata in piazza Municipio, dove un tempo vi era la chiesa di San Nicola attigua allo scomparso castello angioino di Molfetta. Non avevo infatti considerato che la Sala dei Templari già si trova sotto la superficie. Ho perlustrato a fondo la sala, ho dato un'occhiata a delle nicchie murate che davano l'impressione di essere degli ingressi per altri accessi. Mi è stato detto in effetti che al di là delle stesse, ci sarebbero altre stanze, murate a fine anni '80 soprattutto per una questione di sicurezza, e che proseguirebbero fino ad arrivare a palazzo Giovene, oggi sede dell'amministrazione comunale.
Mi sono recata allora lì e approfittando della visita alla nostra bella siloteca, un particolare mi ha incuriosita. Al piano inferiore rispetto a dove si trova la siloteca, ho notato un arco in pietra, posizionato quasi a voler collegare due stanze. Mi hanno riferito che effettivamente sarebbe l'arco portante di una parte di camminamento che univa un tempo la sala dei Templari e Palazzo Giovene. Subito dopo l'arco, ho notato un lungo corridoio, anch'esso adibito a deposito, non l'ho percorso ma l'ho fotografato, ed è la foto che potete vedere qui pubblicata. Condurrebbe ad altre stanze e di lì ancora ad altri corridoi che sarebbero arrivati fino al Duomo se lavori moderni di muratura non ne avessero interrotto il percorso in varie parti.
I camminamenti dunque sarebbero visibili, ma resi irriconoscibili da moderni lavori edili.
Non so se si potrà fare qualcosa per portare alla luce questa realtà estremamente affascinante e dimenticata della nostra storia, ma credo che sia importante anche solo parlarne.
Io continuerò con le mie ricerche e vi aggiornerò non appena ne avrò modo.
Bisogna cercare di valorizzare la nostra città e con po' di impegno potremmo farcela.