Viva la storia di Molfetta!
Molfetta nel 1586: grazie a una mappa, la ricostruzione della città
Disegno conservato presso la Biblioteca Angelica di Sant'Agostino a Roma
mercoledì 29 novembre 2023
Una mappa di Molfetta, tracciata da un anonimo nel 1586 e conservata presso la Biblioteca Angelica di Sant'Agostino a Roma, offre interessanti dettagli sulla città così com'era in quel periodo. Un'avvertenza: è essenziale leggere questo articolo prestando attenzione alla mappa.
Iniziamo il nostro percorso partendo dal basso. L'anonimo, indica nella didascalia al n.1 "S. Maria d'li Martori" ovvero la Basilica della Madonna dei Martiri. Essa è riconoscibile nel disegno, pur presentando una particolarità rispetto alla sua attuale configurazione: è infatti completamente circondata da mura. Ciò indica che all'epoca era struttura fortificata. Accanto alla Basilica, troviamo la Chiesa di San Filippo e Giacomo, ora scomparsa.
A sud della Basilica, c'era Torre Schirone avanti li Pali, i cui ruderi sono stati distrutti nel 2007 nell'area dell'ex fonderia Palberti. Torre Schirone era stata anche impiegata come luogo di quarantena, per isolare coloro che arrivavano da zone colpite dalla peste. Tra i reclusi vi fu anche Leonardo Moccola, che aveva assassinato Giuseppe Carlo Santoro sulle mura cittadine. Il molfettese fu poi giudicato e impiccato il 9 luglio del 1713.
Proseguendo verso nord adesso, si nota la Porta di Strada Bisceglie, che faceva da collegamento con le seconde mura difensive. Più su troviamo il complesso monastico di San Francesco, indicato nella didascalia al n. 2, purtroppo anch'esso andato distrutto nel 1888, al cui posto ora sorge il mercato ittico.
Continuando verso nord, si giunge alla città vecchia, completamente cinta da mura. In mezzo ad esse, è evidente "l'Arco della Terra", che costituisce ancora adesso parte della principale porta d'accesso alla città, ovvero la Porta Maggiore. Da qui transitavano forestieri e mercanti. Essi pagavano un pedaggio di due carlini imposto dall'Universitas per poter entrare nella città, regolamentano così il traffico a cavallo. Di fronte alla Porta Maggiore, si scorge uno slargo dove è visibile un disegno più grande degli altri, quasi a volerne sottolineare l'importanza. Guardandolo attentamente si può notare che sono rappresentate 3 gradinate circolari, sulle quali si erge una colonna. Quale era la sua funzione? Quella colonna rappresentava una sorta di gogna cittadina. Una simile è presente tuttora a Bari, in piazza Mercantile. Qui i debitori insolventi venivano legati ed esposti al pubblico disprezzo.
Di fronte alla gogna, l'anonimo disegnatore raffigura una serie di case, indicandole nella didascalia al n. 3 come "Li ostarie foro Molfetta", ovvero le osterie situate al di fuori delle mura della città. La Cattedrale non era ancora stata costruita, i lavori sarebbero iniziati anni dopo la realizzazione di questa mappa, nel 1610. È possibile invece identificare in prossimità delle osterie, la Chiesa di Santo Stefano, che era ancora in fase di ricostruzione, poiché distrutta e saccheggiata durante il Sacco di Molfetta del 1529. Per lo stesso motivo, anche altri edifici, presenti nella mappa, furono poi demoliti agli inizi del 1600, e mai più ricostruiti, poiché giudicati pericolanti e fatiscenti. Non esisteva ancora la Chiesa di San Domenico e il suo monastero, i cui lavori di realizzazione iniziarono nel 1636. Invece, sulla mappa sono raffigurate altre chiese, tra cui presumibilmente la Chiesa di San Rocco, andata distrutta nel 1891, e la Chiesa di Santa Maria Maddalena, smantellata nel 1597.
È possibile poi riconoscere il Duomo, identificato come "La Matre Ecclesia", sulla mappa al n. 5. Non è invece presente Torrione Passari, già costruito nel 1515, molti anni prima della realizzazione del disegno. Perché non è stato raffigurato? Forse perché l'anonimo artista era un forestiero, e non conosceva bene la città. Il Torrione era infatti visibile solo dal mare e da lembi di terra più distanti dalla città. Probabilmente il viandante aveva disegnato solo quello che aveva visto con i suoi occhi, durante la sua breve sosta.
Nella parte alta del disegno, è visibile la Porta di accesso e uscita, che attraversava le seconde mura difensive della città e che comunicava con la "Pertecèdde", la seconda porta di Molfetta vecchia. Essa si immetteva nel Largo Castello, l'odierna Piazza Municipio. Proprio qui si distingue una costruzione più imponente rispetto alle altre case del borgo (tutte raffigurate con il tetto spiovente). Di cosa si trattava? Altro non era che il Palazzo di Città, smantellato nel 1810. Se si osserva attentamente, è possibile scorgere una figura umana stilizzata sulla sua sommità, il che suggerisce che c'era la presenza di sentinelle di guardia.
Questa breve esplorazione attraverso la mappa del 1586, ha così offerto, con un po' di immaginazione, uno sguardo unico sulla storia di Molfetta nel XVI secolo, evidenziando i notevoli mutamenti architettonici che hanno plasmato la città nel corso dei secoli.
Bibliografia: Pasquale Modugno - Lazzaro La Forgia, "Storia di Molfetta. Uomini e vicende di un comune della terra di Bari. (Dalle origini all'Ottocento)", vol. I, La Nuova Mezzina, Molfetta 2019, pp. 81-83.
Iniziamo il nostro percorso partendo dal basso. L'anonimo, indica nella didascalia al n.1 "S. Maria d'li Martori" ovvero la Basilica della Madonna dei Martiri. Essa è riconoscibile nel disegno, pur presentando una particolarità rispetto alla sua attuale configurazione: è infatti completamente circondata da mura. Ciò indica che all'epoca era struttura fortificata. Accanto alla Basilica, troviamo la Chiesa di San Filippo e Giacomo, ora scomparsa.
A sud della Basilica, c'era Torre Schirone avanti li Pali, i cui ruderi sono stati distrutti nel 2007 nell'area dell'ex fonderia Palberti. Torre Schirone era stata anche impiegata come luogo di quarantena, per isolare coloro che arrivavano da zone colpite dalla peste. Tra i reclusi vi fu anche Leonardo Moccola, che aveva assassinato Giuseppe Carlo Santoro sulle mura cittadine. Il molfettese fu poi giudicato e impiccato il 9 luglio del 1713.
Proseguendo verso nord adesso, si nota la Porta di Strada Bisceglie, che faceva da collegamento con le seconde mura difensive. Più su troviamo il complesso monastico di San Francesco, indicato nella didascalia al n. 2, purtroppo anch'esso andato distrutto nel 1888, al cui posto ora sorge il mercato ittico.
Continuando verso nord, si giunge alla città vecchia, completamente cinta da mura. In mezzo ad esse, è evidente "l'Arco della Terra", che costituisce ancora adesso parte della principale porta d'accesso alla città, ovvero la Porta Maggiore. Da qui transitavano forestieri e mercanti. Essi pagavano un pedaggio di due carlini imposto dall'Universitas per poter entrare nella città, regolamentano così il traffico a cavallo. Di fronte alla Porta Maggiore, si scorge uno slargo dove è visibile un disegno più grande degli altri, quasi a volerne sottolineare l'importanza. Guardandolo attentamente si può notare che sono rappresentate 3 gradinate circolari, sulle quali si erge una colonna. Quale era la sua funzione? Quella colonna rappresentava una sorta di gogna cittadina. Una simile è presente tuttora a Bari, in piazza Mercantile. Qui i debitori insolventi venivano legati ed esposti al pubblico disprezzo.
Di fronte alla gogna, l'anonimo disegnatore raffigura una serie di case, indicandole nella didascalia al n. 3 come "Li ostarie foro Molfetta", ovvero le osterie situate al di fuori delle mura della città. La Cattedrale non era ancora stata costruita, i lavori sarebbero iniziati anni dopo la realizzazione di questa mappa, nel 1610. È possibile invece identificare in prossimità delle osterie, la Chiesa di Santo Stefano, che era ancora in fase di ricostruzione, poiché distrutta e saccheggiata durante il Sacco di Molfetta del 1529. Per lo stesso motivo, anche altri edifici, presenti nella mappa, furono poi demoliti agli inizi del 1600, e mai più ricostruiti, poiché giudicati pericolanti e fatiscenti. Non esisteva ancora la Chiesa di San Domenico e il suo monastero, i cui lavori di realizzazione iniziarono nel 1636. Invece, sulla mappa sono raffigurate altre chiese, tra cui presumibilmente la Chiesa di San Rocco, andata distrutta nel 1891, e la Chiesa di Santa Maria Maddalena, smantellata nel 1597.
È possibile poi riconoscere il Duomo, identificato come "La Matre Ecclesia", sulla mappa al n. 5. Non è invece presente Torrione Passari, già costruito nel 1515, molti anni prima della realizzazione del disegno. Perché non è stato raffigurato? Forse perché l'anonimo artista era un forestiero, e non conosceva bene la città. Il Torrione era infatti visibile solo dal mare e da lembi di terra più distanti dalla città. Probabilmente il viandante aveva disegnato solo quello che aveva visto con i suoi occhi, durante la sua breve sosta.
Nella parte alta del disegno, è visibile la Porta di accesso e uscita, che attraversava le seconde mura difensive della città e che comunicava con la "Pertecèdde", la seconda porta di Molfetta vecchia. Essa si immetteva nel Largo Castello, l'odierna Piazza Municipio. Proprio qui si distingue una costruzione più imponente rispetto alle altre case del borgo (tutte raffigurate con il tetto spiovente). Di cosa si trattava? Altro non era che il Palazzo di Città, smantellato nel 1810. Se si osserva attentamente, è possibile scorgere una figura umana stilizzata sulla sua sommità, il che suggerisce che c'era la presenza di sentinelle di guardia.
Questa breve esplorazione attraverso la mappa del 1586, ha così offerto, con un po' di immaginazione, uno sguardo unico sulla storia di Molfetta nel XVI secolo, evidenziando i notevoli mutamenti architettonici che hanno plasmato la città nel corso dei secoli.
Bibliografia: Pasquale Modugno - Lazzaro La Forgia, "Storia di Molfetta. Uomini e vicende di un comune della terra di Bari. (Dalle origini all'Ottocento)", vol. I, La Nuova Mezzina, Molfetta 2019, pp. 81-83.