Viva la storia di Molfetta!
Molfetta e le sue neviere nella Fabbrica di San Domenico e nel centro antico
Vico Muro un tempo si chiamava Via della neve
mercoledì 15 novembre 2017
8.10
La storia della neviera.
La storia di oggi ha come protagonista un luogo molto particolare, chiamato neviera. Forse il nome non vi dirà granché, eppure in passato svolgeva un ruolo importantissimo, ruolo che ha mantenuto intatto quasi fino ai nostri giorni.
Innanzitutto, cos'è la neviera? È un locale sotterraneo in cui un tempo si raccoglieva la neve da usarsi per tenere in fresco cibi, bevande. Fino a pochissimo tempo fa non esistevano frigoriferi e robe di questo genere che permettessero una conservazione dei cibi anche durante la calura estiva. E allora cosa si faceva? Si depositava il ghiaccio nella neviera per poterli conservare. Quest'ultima, caratterizzata da una struttura quadrangolare in muratura era dotata di un apertura circolare posta sulla volta. Inoltre vi erano ricavate una o due porticine laterali utilizzate per prelevare il ghiaccio.
All'interno profondo circa due metri, l'isolamento era garantito da uno spesso strato di foglie secche, mentre la copertura esterna veniva isolata tramite uno strato di paglia e terriccio.
Sul fondo vi era un canale di scolo che permetteva all'acqua di defluire all'esterno e di non compromettere quindi il restante materiale. Tali accorgimenti garantivano la conservazione del ghiaccio per tutto il periodo estivo. Il congelato, tagliato a blocchi avvolti in sacchi di tela, veniva trasportato su carretti o a dorso di mulo durante le ore più fredde della notte, per essere collocato nei depositi delle città più vicine, dai quali venivano fornite le varie botteghe. La produzione del ghiaccio aveva inizio in campagna con la raccolta della neve, attività che impiegava decine di braccianti assunti dall'imprenditore tra i contadini della zona.
Successivamente, tramite appositi attrezzi in legno detti "paravisi" veniva opportunamente battuta dagli "insaccaneve", i quali calzavano sopra le scarpe dei sacchi di canapa legati all'altezza delle cosce per evitare durante il lavoro di sporcare il prodotto. Infine, il ghiaccio prodotto dalla compressione della neve veniva stipato all'interno della neviera.
Nel tempo lo sviluppo del commercio del ghiaccio divenne talmente importante da far porre l'istituzione di una gabella sulla neve.
Infatti, dal 1625 fu applicata un'imposta sulla neve che durò sino al 1870, e dal 1640 venne concesso l'appalto per l'approvvigionamento del ghiaccio ad un unico imprenditore. Dai primi anni del Novecento la fornitura di neve è stata soppiantata dalla produzione industriale di ghiaccio, venduto fino a tempi recentissimi, ovvero sino all'avvento del frigorifero, abbandonando all'oblio del tempo le antiche neviere.
Dove trovare un esempio di antica neviera a Molfetta? Beh, quella più famosa, la potete vedere presso la Fabbrica di San Domenico. Ma c'è un'altra neviera da menzionare, situata stavolta nel cuore della città vecchia. Si trovava presso Vico Muro, quel vico che permette il passaggio pedonale alla muraglia, per farvi capire.
La cosa interessante e se volete, anche suggestiva, è che Vico Muro un tempo si chiamava Via della neve, chiaro riferimento che il deposito della neve raccolta avveniva proprio qui.
La storia di oggi ha come protagonista un luogo molto particolare, chiamato neviera. Forse il nome non vi dirà granché, eppure in passato svolgeva un ruolo importantissimo, ruolo che ha mantenuto intatto quasi fino ai nostri giorni.
Innanzitutto, cos'è la neviera? È un locale sotterraneo in cui un tempo si raccoglieva la neve da usarsi per tenere in fresco cibi, bevande. Fino a pochissimo tempo fa non esistevano frigoriferi e robe di questo genere che permettessero una conservazione dei cibi anche durante la calura estiva. E allora cosa si faceva? Si depositava il ghiaccio nella neviera per poterli conservare. Quest'ultima, caratterizzata da una struttura quadrangolare in muratura era dotata di un apertura circolare posta sulla volta. Inoltre vi erano ricavate una o due porticine laterali utilizzate per prelevare il ghiaccio.
All'interno profondo circa due metri, l'isolamento era garantito da uno spesso strato di foglie secche, mentre la copertura esterna veniva isolata tramite uno strato di paglia e terriccio.
Sul fondo vi era un canale di scolo che permetteva all'acqua di defluire all'esterno e di non compromettere quindi il restante materiale. Tali accorgimenti garantivano la conservazione del ghiaccio per tutto il periodo estivo. Il congelato, tagliato a blocchi avvolti in sacchi di tela, veniva trasportato su carretti o a dorso di mulo durante le ore più fredde della notte, per essere collocato nei depositi delle città più vicine, dai quali venivano fornite le varie botteghe. La produzione del ghiaccio aveva inizio in campagna con la raccolta della neve, attività che impiegava decine di braccianti assunti dall'imprenditore tra i contadini della zona.
Successivamente, tramite appositi attrezzi in legno detti "paravisi" veniva opportunamente battuta dagli "insaccaneve", i quali calzavano sopra le scarpe dei sacchi di canapa legati all'altezza delle cosce per evitare durante il lavoro di sporcare il prodotto. Infine, il ghiaccio prodotto dalla compressione della neve veniva stipato all'interno della neviera.
Nel tempo lo sviluppo del commercio del ghiaccio divenne talmente importante da far porre l'istituzione di una gabella sulla neve.
Infatti, dal 1625 fu applicata un'imposta sulla neve che durò sino al 1870, e dal 1640 venne concesso l'appalto per l'approvvigionamento del ghiaccio ad un unico imprenditore. Dai primi anni del Novecento la fornitura di neve è stata soppiantata dalla produzione industriale di ghiaccio, venduto fino a tempi recentissimi, ovvero sino all'avvento del frigorifero, abbandonando all'oblio del tempo le antiche neviere.
Dove trovare un esempio di antica neviera a Molfetta? Beh, quella più famosa, la potete vedere presso la Fabbrica di San Domenico. Ma c'è un'altra neviera da menzionare, situata stavolta nel cuore della città vecchia. Si trovava presso Vico Muro, quel vico che permette il passaggio pedonale alla muraglia, per farvi capire.
La cosa interessante e se volete, anche suggestiva, è che Vico Muro un tempo si chiamava Via della neve, chiaro riferimento che il deposito della neve raccolta avveniva proprio qui.