Viva la storia di Molfetta!
Le mura di Molfetta e le origini della Muraglia
L'antichissima storia delle fortificazioni della città
mercoledì 9 agosto 2017
22.14
"La città di Molfetta posta nella provincia di Bari nella marina che sta disegnata è di fuochi 1200 circa, in un sito fortissimo particolarmente dalla parte del mare per un seccagno et per essere cinta di mura e di torrioni et munita di artiglieria che grande difficultà l'inimico ancor con armata reale potria far pensiero di fermarsi per prenderla...".
Questa descrizione della nostra città, che proviene da un documento dell'archivio segreto dei Gonzaga è la più viva ed efficace testimonianza di come Molfetta in passato fosse stato un paese fortemente fortificato, imprendibile, dotato di torrioni a forma cilindrica o quadrata e munito di artiglieria. In che anno furono costruite le mura della città però, non è purtroppo dato saperlo. Il primo documento che ci parla delle mura di Molfetta, risale al 1168.
La città era sicuramente più piccola rispetto al perimetro delle attuali mura il cui andamento fu condizionato dal fatto che il primo nucleo della città si trovava su un'isola, l'isola di Sant'Andrea. La difesa era anche effettuata sopra i tetti e perciò erano frequenti i cavalcavia che univano gli edifici. Parallelamente erano presenti tantissimi camminamenti sotterranei che avevano la medesima funzione e che collegavano, questa volta dal sottosuolo, le case.
Tornando alle mura, il sistema difensivo molfettese iniziava dalla parte posteriore del Duomo e lì venne costruito un terrapieno che per la sua forma fu chiamato "Galera" o "Galea". Successivamente, con la scoperta delle armi da fuoco, il bastione fu munito di cannoni. Esso era la parte più fortificata di tutta la città, in quanto era la più esposta agli attacchi nemici provenienti dal mare.
Ad iniziare da qui, le mura diventavano percorribili.
Accanto al Duomo vi era infatti un torrione circolare e che proseguiva con altre due torri quadrate. Il torrione e le torri furono poi distrutte quando Mons. Celestino Orlandi decise, nel 1760, di costruire il primo antico Seminario vescovile di Molfetta, divenuto in seguito il Palazzo della Dogana. Più avanti sorgeva un altro torrione a forma rotonda chiamato Torre dell'Arcello, demolito nel 1812.
Tra questo e la porta di ingresso della città vecchia, tuttora visibile, vi erano altre due torri di forma quadrata che possiamo localizzare al numero civico 96 di via Borgo, e l'altra sulla stessa via, al n. 88. Dopo la porta vi era un'altra torre quadrata che possiamo far coincidere con il numero civico 22 di via Borgo e che si trovava di fronte alla Cattedrale.
Al largo del Castello, attuale Piazza Municipio, sorgeva un torrione a forma cilindrica chiamato Rondella, la cui base ancora oggi si può osservare dalla parte del mare. Infine c'era il torrione Passari, che venne costruito nel 1515 a seguito di una delibera del Consiglio Comunale di Molfetta. Molfetta inoltre aveva due porte, una che dava e dà tuttora su via Piazza, e che poco fa ho menzionato, ed una seconda che si immetteva al largo del castello (il famoso castello Angioino di Molfetta distrutto dagli stessi popolani nel 1416) che si chiamava Porticella o porta Castello. Al posto del castello, fu dopo eretta una torre di forma quadrata. Un fossato correva lungo le mura della città, il quale veniva riempito di acqua di mare nel momento in cui Molfetta veniva attaccata. Ovviamente le entrate le porte della città erano munite di ponte levatoio. Anticamente gli ingressi si chiudevano la sera e si aprivano alle prime luci dell'alba agli ordini di un guerriero armato. Il popolo per questo era costretto a rientrare in tempo per evitare di restare fuori dalla città.
A seguito del tristemente famoso "Sacco di Molfetta" avvenuto nel 1529 ad opera dei francesi e dei veneziani, la città subì parecchi danni a case, chiese, ed alle stesse mura. Nel 1531 nel frattempo la nostra città passo sotto il dominio dei Gonzaga. Furono proprio loro, i principi di Gonzaga a dare il via alla costruzione di una seconda cinta muraria, che divenne un ulteriore rafforzamento difensivo. Dapprima fu iniziata la costruzione dei castello dei Gonzaga, anch'esso scomparso, che intorno al 1561 stando alle fonti, doveva essere già stato ultimato.
Terminato il castello, si pensò alla edificazione delle seconde mura.
La nuova cinta muraria non era vincolata all'andamento delle mura antiche e serviva ad inglobare le nuove costruzioni che sorsero dopo il 1446. La nuova fortificazione andava dal Torrione dell'Arcello, alla porta di entrata che si affacciava in direzione di Giovinazzo e si immetteva in quella già esistente della vecchia muraglia; saliva per l'attuale Villa Comunale e proseguiva per l'attuale via Ugo Bassi dove c'era il castello. Le mura giravano poi per via Respa e per via Piazza Vittorio Emanuele. Qui vi era la porta di Terlizzi.
Il muro di cinta proseguiva per Via Sergio Pansini dove sorgeva l'altra fortificazione che immetteva in Via Annunziata.
La porta era meglio conosciuta come "sotte a la porta" ad indicare il passaggio obbligato che i molfettesi dovevano compiere per entrare ed uscire dalle seconde mura.
Quest'opera era conosciuta anche come "porta della piscina comune" perché nello slargo vi era una piscina smantellata nel 1960. Si proseguiva poi per via Ten. Ragno e si scendeva per S. Rocco, al termine del quale vi era un'altra porta, chiamata porta di S. Rocco o via di Bisceglie.
La costruzione della seconda cinta muraria iniziò nel febbraio del 1550 ed i lavori cominciarono nei pressi dell'attuale Municipio. Si prevedeva un lavoro complessivo di circa 8 anni, ma in realtà se ne impiegarono molti di più: essi infatti terminarono definitivamente solo nel 1660. Il motivo di tanto ritardo fu dovuto principalmente alla mancanza di denaro sufficiente per il proseguo dell'opera difensiva, e per fare fronte a ciò, il comune più volte impose dei tributi salati ai nostri concittadini. Ma se i lavori di costruzione proseguirono per lunghi anni, analogamente si incominciarono a smantellare le prime mura. La cintura delle vecchie mura fu bucata ad opera dei privati che aprirono porte per l'entrata ai nuovi locali che si affacciavano sul Borgo. Nel 1785 fu atterrato un altro pezzo di muro. Nel 1812 fu demolito il torrione di fronte al porto, e nello stesso anno fu anche demolito il torrione di fronte alle porte del castello che si trovava accanto alle case vicino alla Chiesa del Purgatorio e fu ridotto ad abitazione. Infine fu demolita la porta del castello per far spazio al magnifico teatro comunale di Molfetta, anch'esso successivamente distrutto. Nel 1812 furono demolite le quattro porte delle seconde mura e sempre in questo periodo furono abbattute nella parte superiore le mura che circondavano il Borgo antico, creando così una passeggiata pensile sulla muraglia.
Per approfondire l'argomento vi consiglio di leggere "Le mura di Molfetta" di Cosmo Sasso.
Questa descrizione della nostra città, che proviene da un documento dell'archivio segreto dei Gonzaga è la più viva ed efficace testimonianza di come Molfetta in passato fosse stato un paese fortemente fortificato, imprendibile, dotato di torrioni a forma cilindrica o quadrata e munito di artiglieria. In che anno furono costruite le mura della città però, non è purtroppo dato saperlo. Il primo documento che ci parla delle mura di Molfetta, risale al 1168.
La città era sicuramente più piccola rispetto al perimetro delle attuali mura il cui andamento fu condizionato dal fatto che il primo nucleo della città si trovava su un'isola, l'isola di Sant'Andrea. La difesa era anche effettuata sopra i tetti e perciò erano frequenti i cavalcavia che univano gli edifici. Parallelamente erano presenti tantissimi camminamenti sotterranei che avevano la medesima funzione e che collegavano, questa volta dal sottosuolo, le case.
Tornando alle mura, il sistema difensivo molfettese iniziava dalla parte posteriore del Duomo e lì venne costruito un terrapieno che per la sua forma fu chiamato "Galera" o "Galea". Successivamente, con la scoperta delle armi da fuoco, il bastione fu munito di cannoni. Esso era la parte più fortificata di tutta la città, in quanto era la più esposta agli attacchi nemici provenienti dal mare.
Ad iniziare da qui, le mura diventavano percorribili.
Accanto al Duomo vi era infatti un torrione circolare e che proseguiva con altre due torri quadrate. Il torrione e le torri furono poi distrutte quando Mons. Celestino Orlandi decise, nel 1760, di costruire il primo antico Seminario vescovile di Molfetta, divenuto in seguito il Palazzo della Dogana. Più avanti sorgeva un altro torrione a forma rotonda chiamato Torre dell'Arcello, demolito nel 1812.
Tra questo e la porta di ingresso della città vecchia, tuttora visibile, vi erano altre due torri di forma quadrata che possiamo localizzare al numero civico 96 di via Borgo, e l'altra sulla stessa via, al n. 88. Dopo la porta vi era un'altra torre quadrata che possiamo far coincidere con il numero civico 22 di via Borgo e che si trovava di fronte alla Cattedrale.
Al largo del Castello, attuale Piazza Municipio, sorgeva un torrione a forma cilindrica chiamato Rondella, la cui base ancora oggi si può osservare dalla parte del mare. Infine c'era il torrione Passari, che venne costruito nel 1515 a seguito di una delibera del Consiglio Comunale di Molfetta. Molfetta inoltre aveva due porte, una che dava e dà tuttora su via Piazza, e che poco fa ho menzionato, ed una seconda che si immetteva al largo del castello (il famoso castello Angioino di Molfetta distrutto dagli stessi popolani nel 1416) che si chiamava Porticella o porta Castello. Al posto del castello, fu dopo eretta una torre di forma quadrata. Un fossato correva lungo le mura della città, il quale veniva riempito di acqua di mare nel momento in cui Molfetta veniva attaccata. Ovviamente le entrate le porte della città erano munite di ponte levatoio. Anticamente gli ingressi si chiudevano la sera e si aprivano alle prime luci dell'alba agli ordini di un guerriero armato. Il popolo per questo era costretto a rientrare in tempo per evitare di restare fuori dalla città.
A seguito del tristemente famoso "Sacco di Molfetta" avvenuto nel 1529 ad opera dei francesi e dei veneziani, la città subì parecchi danni a case, chiese, ed alle stesse mura. Nel 1531 nel frattempo la nostra città passo sotto il dominio dei Gonzaga. Furono proprio loro, i principi di Gonzaga a dare il via alla costruzione di una seconda cinta muraria, che divenne un ulteriore rafforzamento difensivo. Dapprima fu iniziata la costruzione dei castello dei Gonzaga, anch'esso scomparso, che intorno al 1561 stando alle fonti, doveva essere già stato ultimato.
Terminato il castello, si pensò alla edificazione delle seconde mura.
La nuova cinta muraria non era vincolata all'andamento delle mura antiche e serviva ad inglobare le nuove costruzioni che sorsero dopo il 1446. La nuova fortificazione andava dal Torrione dell'Arcello, alla porta di entrata che si affacciava in direzione di Giovinazzo e si immetteva in quella già esistente della vecchia muraglia; saliva per l'attuale Villa Comunale e proseguiva per l'attuale via Ugo Bassi dove c'era il castello. Le mura giravano poi per via Respa e per via Piazza Vittorio Emanuele. Qui vi era la porta di Terlizzi.
Il muro di cinta proseguiva per Via Sergio Pansini dove sorgeva l'altra fortificazione che immetteva in Via Annunziata.
La porta era meglio conosciuta come "sotte a la porta" ad indicare il passaggio obbligato che i molfettesi dovevano compiere per entrare ed uscire dalle seconde mura.
Quest'opera era conosciuta anche come "porta della piscina comune" perché nello slargo vi era una piscina smantellata nel 1960. Si proseguiva poi per via Ten. Ragno e si scendeva per S. Rocco, al termine del quale vi era un'altra porta, chiamata porta di S. Rocco o via di Bisceglie.
La costruzione della seconda cinta muraria iniziò nel febbraio del 1550 ed i lavori cominciarono nei pressi dell'attuale Municipio. Si prevedeva un lavoro complessivo di circa 8 anni, ma in realtà se ne impiegarono molti di più: essi infatti terminarono definitivamente solo nel 1660. Il motivo di tanto ritardo fu dovuto principalmente alla mancanza di denaro sufficiente per il proseguo dell'opera difensiva, e per fare fronte a ciò, il comune più volte impose dei tributi salati ai nostri concittadini. Ma se i lavori di costruzione proseguirono per lunghi anni, analogamente si incominciarono a smantellare le prime mura. La cintura delle vecchie mura fu bucata ad opera dei privati che aprirono porte per l'entrata ai nuovi locali che si affacciavano sul Borgo. Nel 1785 fu atterrato un altro pezzo di muro. Nel 1812 fu demolito il torrione di fronte al porto, e nello stesso anno fu anche demolito il torrione di fronte alle porte del castello che si trovava accanto alle case vicino alla Chiesa del Purgatorio e fu ridotto ad abitazione. Infine fu demolita la porta del castello per far spazio al magnifico teatro comunale di Molfetta, anch'esso successivamente distrutto. Nel 1812 furono demolite le quattro porte delle seconde mura e sempre in questo periodo furono abbattute nella parte superiore le mura che circondavano il Borgo antico, creando così una passeggiata pensile sulla muraglia.
Per approfondire l'argomento vi consiglio di leggere "Le mura di Molfetta" di Cosmo Sasso.