Viva la storia di Molfetta!
Le leggende su Molfetta: dalla Madonna dei Martiri a San Corrado
Tanti i racconti nel nuovo approfondimento
martedì 1 ottobre 2019
Una volta i turchi che spesso venivano a desolare le nostre spiagge, posero l'assedio a Molfetta ed erano decisi a distruggerla. I cittadini si difesero coraggiosamente, ma l'ostinatezza dei musulmani era invincibile; le provvigioni mancavano, ed i morbi decimavano la popolazione.
Ormai i musulmani si ritenevano padroni della città, quando a un tratto apparvero sugli spalti delle mura varie schiere di cavalieri, armati di tutto punto, ed in mezzo ad essi un grande guerriero dall'elmo sfolgorante e dalle armi d'argento. Allora la lotta ricominciò più accanita e i cavalieri cristiani fecero terribile strage dei miscredenti, che deposta la primitiva baldanza, dovettero abbandonare l'assedio, e fuggire verso le loro terre. Il popolo giubilante si recò in chiesa a ringraziare S. Corrado, convinto che fosse stato lui il guerriero accorso con gli angeli a difendere la sua città.
I protettori di Molfetta
Un'altra leggenda che il popolo tramanda da secoli si riferisce all'assedio messo dai Francesi nel 1529, durante il quale la nostra città soffrì molti danni. Narrasi dunque, che il generale nemico, prima di iniziare il sacco, chiedesse informazioni al vescovo sulla resistenza che la città poteva offrire; il vescovo lo assicurò che il popolo era ormai rassegnato ed aveva deposte le armi. Ma quale fu la meraviglia del duce francese, allorché avvicinatosi coll'esercito alle mura, vide un grande castello, pieno di armati, con in cima S. Nicola, S. Corrado e la Madonna dei Martiri! Indignato dalla condotta del vescovo, il quale aveva mentito, volle dargli una lezione, e incontratolo per via che veniva in pompa magna a riceverlo, gli affibbiò un ceffone per punirlo della sua slealtà. Il vescovo, mortificato, osservò che non aveva detto bugie, perché egli non vedeva né fortificazioni, né armati; al che il generale nemico, stizzito, aggiunse:"non hai occhi per vedere la fortezza difesa da guerrieri e protetta da tre Santi!" Il vescovo voltò il capo e vide anch'egli il miracolo. Allora chiese scusa al francese dell'involontaria colpa, e lo pregò di far rispettare le chiese dei salvati. In memoria di questa prodigiosa difesa fatta dai Santi Protettori, il popolo innalzò loro tre statue che si vedono sull'antica porta della Cattedrale di San Corrado.
Ritrovamento del quadro della Madonna dei Martiri
Il quadro della Madonna dei Martiri, che si venera nell'antico santuario, è dell'epoca bizantina, forse del periodo della persecuzione iconoclasta. Su di esso corre la seguente leggenda. Alcuni marinai di Molfetta una volta nel tirare la rete da pesca, notarono che era più pesante del solito. Meravigliati della cosa si sforzarono di tirar su via la rete, ma rimasero sorpresi, quando insieme con i pesci videro un quadro antico che raffigurava una bruna Madonna col bambino.
Lieti per il fausto evento si affrettarono a tornare in città per deporre in qualche chiesa la miracolosa reliquia. Lungo il cammino però ebbero la disgrazia di incontrarsi con un vascello di musulmani che pretesero per loro il quadro della Vergine: si dové cedere alla violenza; ma appena quegli infedeli si accinsero a tornare verso le loro regioni, ecco che il mare si dissecca, e in un attimo le sue acque scompaiono, lasciando la nave dei turchi nel fondo marino, rotta e sconquassata; i miscredenti perirono tutti, mentre i marinai molfettesi continuarono la rotta verso il porto.
Ma alcuni giorni dopo pescando nella zona dove avevano trovato la sacra immagine, ebbero la fortuna di ripescarla e non molestati da nessuno, potettero portarla nella chiesa dov'è attualmente.
Un'altra leggenda racconta che al tempo degli iconoclasti alcuni mercanti molfettesi rapirono il quadro della Madonna agli infedeli, i quali li inseguirono con varie navi, ed erano per raggiungerli nel porto. Allora i molfettesi atterriti implorarono il soccorso della Vergine, che in un attimo fece apparire sulle mura della città un esercito di militi schierati, e le porte ben chiuse. Così i turchi ritenendo impossibile la presa di una città tanto ben difesa se ne tornarono scornati, ed i mercanti portarono il quadro miracoloso nel santuario.
Bibliografia
Saverio la Sorsa "Leggende marinare di Puglia", in «Lares», a. VIII, n. 2, 1937, pp. 106-130.
Ormai i musulmani si ritenevano padroni della città, quando a un tratto apparvero sugli spalti delle mura varie schiere di cavalieri, armati di tutto punto, ed in mezzo ad essi un grande guerriero dall'elmo sfolgorante e dalle armi d'argento. Allora la lotta ricominciò più accanita e i cavalieri cristiani fecero terribile strage dei miscredenti, che deposta la primitiva baldanza, dovettero abbandonare l'assedio, e fuggire verso le loro terre. Il popolo giubilante si recò in chiesa a ringraziare S. Corrado, convinto che fosse stato lui il guerriero accorso con gli angeli a difendere la sua città.
I protettori di Molfetta
Un'altra leggenda che il popolo tramanda da secoli si riferisce all'assedio messo dai Francesi nel 1529, durante il quale la nostra città soffrì molti danni. Narrasi dunque, che il generale nemico, prima di iniziare il sacco, chiedesse informazioni al vescovo sulla resistenza che la città poteva offrire; il vescovo lo assicurò che il popolo era ormai rassegnato ed aveva deposte le armi. Ma quale fu la meraviglia del duce francese, allorché avvicinatosi coll'esercito alle mura, vide un grande castello, pieno di armati, con in cima S. Nicola, S. Corrado e la Madonna dei Martiri! Indignato dalla condotta del vescovo, il quale aveva mentito, volle dargli una lezione, e incontratolo per via che veniva in pompa magna a riceverlo, gli affibbiò un ceffone per punirlo della sua slealtà. Il vescovo, mortificato, osservò che non aveva detto bugie, perché egli non vedeva né fortificazioni, né armati; al che il generale nemico, stizzito, aggiunse:"non hai occhi per vedere la fortezza difesa da guerrieri e protetta da tre Santi!" Il vescovo voltò il capo e vide anch'egli il miracolo. Allora chiese scusa al francese dell'involontaria colpa, e lo pregò di far rispettare le chiese dei salvati. In memoria di questa prodigiosa difesa fatta dai Santi Protettori, il popolo innalzò loro tre statue che si vedono sull'antica porta della Cattedrale di San Corrado.
Ritrovamento del quadro della Madonna dei Martiri
Il quadro della Madonna dei Martiri, che si venera nell'antico santuario, è dell'epoca bizantina, forse del periodo della persecuzione iconoclasta. Su di esso corre la seguente leggenda. Alcuni marinai di Molfetta una volta nel tirare la rete da pesca, notarono che era più pesante del solito. Meravigliati della cosa si sforzarono di tirar su via la rete, ma rimasero sorpresi, quando insieme con i pesci videro un quadro antico che raffigurava una bruna Madonna col bambino.
Lieti per il fausto evento si affrettarono a tornare in città per deporre in qualche chiesa la miracolosa reliquia. Lungo il cammino però ebbero la disgrazia di incontrarsi con un vascello di musulmani che pretesero per loro il quadro della Vergine: si dové cedere alla violenza; ma appena quegli infedeli si accinsero a tornare verso le loro regioni, ecco che il mare si dissecca, e in un attimo le sue acque scompaiono, lasciando la nave dei turchi nel fondo marino, rotta e sconquassata; i miscredenti perirono tutti, mentre i marinai molfettesi continuarono la rotta verso il porto.
Ma alcuni giorni dopo pescando nella zona dove avevano trovato la sacra immagine, ebbero la fortuna di ripescarla e non molestati da nessuno, potettero portarla nella chiesa dov'è attualmente.
Un'altra leggenda racconta che al tempo degli iconoclasti alcuni mercanti molfettesi rapirono il quadro della Madonna agli infedeli, i quali li inseguirono con varie navi, ed erano per raggiungerli nel porto. Allora i molfettesi atterriti implorarono il soccorso della Vergine, che in un attimo fece apparire sulle mura della città un esercito di militi schierati, e le porte ben chiuse. Così i turchi ritenendo impossibile la presa di una città tanto ben difesa se ne tornarono scornati, ed i mercanti portarono il quadro miracoloso nel santuario.
Bibliografia
Saverio la Sorsa "Leggende marinare di Puglia", in «Lares», a. VIII, n. 2, 1937, pp. 106-130.