Viva la storia di Molfetta!
La storia di San Silvestro e di Capodanno
Le tradizioni che accompagnano i molfettesi a dare l'addio all'anno
mercoledì 27 dicembre 2017
Il 31 dicembre è il giorno in cui la Chiesa ha voluto festeggiare il Papa sotto il quale l'Impero Romano da pagano divenne cristiano. Ma perchè mai si è scelto l'ultimo giorno dell'anno?
Dopo la conversione di Costantino al crististianesimo, leggendaria perché l'imperatore fu battezzato poco prima di morire, alcuni sacerdoti pagani si recarono da lui chiedendogli di salvare la popolazione da un drago che con il suo soffio faceva mprire più di trecento persone alla volta.
Costantino ne parlò a Silvestro che a sua volta chiese consiglio in sogno a San Pietro. Quest'ultimo gli suggerì di scendere nella fossa in cui stava il mostro per legargli un filo intorno al collo. Silvestro vi scese per trecentosessantacinque scalini eseguendo quel che Pietro gli aveva ordinato. All'uscita incontrò due maghi pagani che l'avevano seguito per vedere se avesse avuto il coraggio di affrontare il drago: giacevano a terra quasi asfissiati. Silvestro li condusse sani e salvi tra la folla che si convertì in massa insieme con loro.
Quel drago domato allude simbolicamente al paganesimo e i trecentosessantacinque scalini ai giorni del calendario romano che, secondo la leggenda della conversione di Costantino, San Silvestro consacrò al crististianesimo.
Dopo il ricco e frugale cenone di San Silvestro, durante il quale è tradizione consumare " tredici portate", si attende lo scoccare della mezzanotte per cacciare l'uggioso ricordo del vecchio anno e dare il benvenuto al nuovo.
Il Capodanno è ricordato dai molfettesi in alcuni detti popolari:
1. "Chi chiénge la praime de scennére, chénge pe tutte l'énne" ovvero chi piange il primo gennaio, piange per tutto l'anno. È un proverbio che ricorda i "dies auspicalis" degli antichi Romani, i quali al al primo giorno di gennaio prevedevano l'oroscopo per tutto l'anno.
2. "Nu énne mò éss é mò trase"ovvero un anno ora finisce ora inizia.
3. "Ci chémbe tutt'u énne totte re fieste véiete" ovvero chi campa tutto l'anno tutte le feste vede.
4. "Si dice che se l'anno comincia di domenica e di mercoledì sarà buono; se inizia di martedì giungeranno gravi guerre e altri malanni oppure l'inverno sarà lungo e burrascoso".
Questo racconto è tratto dal libro di Cosmo Tridente "Feste, ricorrenze e memorie a Molfetta".
Dopo la conversione di Costantino al crististianesimo, leggendaria perché l'imperatore fu battezzato poco prima di morire, alcuni sacerdoti pagani si recarono da lui chiedendogli di salvare la popolazione da un drago che con il suo soffio faceva mprire più di trecento persone alla volta.
Costantino ne parlò a Silvestro che a sua volta chiese consiglio in sogno a San Pietro. Quest'ultimo gli suggerì di scendere nella fossa in cui stava il mostro per legargli un filo intorno al collo. Silvestro vi scese per trecentosessantacinque scalini eseguendo quel che Pietro gli aveva ordinato. All'uscita incontrò due maghi pagani che l'avevano seguito per vedere se avesse avuto il coraggio di affrontare il drago: giacevano a terra quasi asfissiati. Silvestro li condusse sani e salvi tra la folla che si convertì in massa insieme con loro.
Quel drago domato allude simbolicamente al paganesimo e i trecentosessantacinque scalini ai giorni del calendario romano che, secondo la leggenda della conversione di Costantino, San Silvestro consacrò al crististianesimo.
Dopo il ricco e frugale cenone di San Silvestro, durante il quale è tradizione consumare " tredici portate", si attende lo scoccare della mezzanotte per cacciare l'uggioso ricordo del vecchio anno e dare il benvenuto al nuovo.
Il Capodanno è ricordato dai molfettesi in alcuni detti popolari:
1. "Chi chiénge la praime de scennére, chénge pe tutte l'énne" ovvero chi piange il primo gennaio, piange per tutto l'anno. È un proverbio che ricorda i "dies auspicalis" degli antichi Romani, i quali al al primo giorno di gennaio prevedevano l'oroscopo per tutto l'anno.
2. "Nu énne mò éss é mò trase"ovvero un anno ora finisce ora inizia.
3. "Ci chémbe tutt'u énne totte re fieste véiete" ovvero chi campa tutto l'anno tutte le feste vede.
4. "Si dice che se l'anno comincia di domenica e di mercoledì sarà buono; se inizia di martedì giungeranno gravi guerre e altri malanni oppure l'inverno sarà lungo e burrascoso".
Questo racconto è tratto dal libro di Cosmo Tridente "Feste, ricorrenze e memorie a Molfetta".