Viva la storia di Molfetta!
La storia di un antico viaggiatore a Molfetta
L'Abate Pacichelli soggiornò nel 1680 nella nostra città
mercoledì 14 giugno 2017
Oggi racconterò la storia di un uomo venuto a Molfetta alla fine del '600.
Si chiamava Giovan Battista Pacichelli, era un abate di Pistoia e lasciò, concedetemi il termine, una recensione sulla nostra città. L'abate rimase a Molfetta per tutto l'autunno del 1680, quindi ebbe modo di conoscerla e viverla in maniera sufficiente.
Ma cosa avrebbe visto un uomo del '600? Come gli sarebbe parsa la nostra città, che aspetto avrebbe avuto?
Ce lo racconta lui stesso, in una straordinaria ed efficace descrizione di Molfetta di fine '600.
" Da' Popolani vien ella ancor nominata Morfetta, e Marfatta: ma con erudita censura, Melfeta, quasi una già picciola Melfi, hoggi di competente giro e grandezza. Posa in un bel territorio, fecondato dalla Natura, di Olio, di Mandorle, Aranci, Limoni e altri frutti esquisiti, alle rive del Mare Adriarico, giovevole à lei non poco per lo commercio. Ella è civilissima e bene, molto habitata, con le vie però alquanto lorde, al solito della Puglia. Trattiene diversi Ordini Regolari, e nel Borgo uno splendido Collegio, di architettura moderna, con vago tempio, aggradevol Giardino, e buona Libraria de' Padri Giesuiti, non lontano dal Convento grande, e chiesa divota de' Padri Osservanti di S. Francesco."
Alcune cose non sono cambiate, altre invece si fa fatica solo ad immaginarle.
Per ulteriori approfondimenti consiglio lo studio interessante di Marco Ignazio de Santis "Molfetta nella descrizione di viaggiatori del Settecento".
Si chiamava Giovan Battista Pacichelli, era un abate di Pistoia e lasciò, concedetemi il termine, una recensione sulla nostra città. L'abate rimase a Molfetta per tutto l'autunno del 1680, quindi ebbe modo di conoscerla e viverla in maniera sufficiente.
Ma cosa avrebbe visto un uomo del '600? Come gli sarebbe parsa la nostra città, che aspetto avrebbe avuto?
Ce lo racconta lui stesso, in una straordinaria ed efficace descrizione di Molfetta di fine '600.
" Da' Popolani vien ella ancor nominata Morfetta, e Marfatta: ma con erudita censura, Melfeta, quasi una già picciola Melfi, hoggi di competente giro e grandezza. Posa in un bel territorio, fecondato dalla Natura, di Olio, di Mandorle, Aranci, Limoni e altri frutti esquisiti, alle rive del Mare Adriarico, giovevole à lei non poco per lo commercio. Ella è civilissima e bene, molto habitata, con le vie però alquanto lorde, al solito della Puglia. Trattiene diversi Ordini Regolari, e nel Borgo uno splendido Collegio, di architettura moderna, con vago tempio, aggradevol Giardino, e buona Libraria de' Padri Giesuiti, non lontano dal Convento grande, e chiesa divota de' Padri Osservanti di S. Francesco."
Alcune cose non sono cambiate, altre invece si fa fatica solo ad immaginarle.
Per ulteriori approfondimenti consiglio lo studio interessante di Marco Ignazio de Santis "Molfetta nella descrizione di viaggiatori del Settecento".