Viva la storia di Molfetta!
La storia di "Casale Gaudio", il vecchio villaggio di pescatori su Via Domenico Picca
Una storia dimenticata e sconosciuta. Quando i vicoli di Molfetta parlano del loro passato
mercoledì 23 agosto 2017
Oggi racconterò un'altra storia, è molto piccola ma è significativa perché ci aiuta a comprendere le origini della nostra città.
Dobbiamo innanzitutto considerare il fatto che Molfetta non è stata sempre così grande e così estesa. L'agglomerato cittadino nell'epoca passata, era circoscritto all'attuale borgo.
Tuttavia, fuori dalle mura della città, era presente un nucleo abitato in forma di casale. Ha una notevole importanza storica in quanto testimonierebbe la primissima struttura di raccordo tra l'Isola di S. Andrea ed il suo entroterra. Si tratterebbe della prima forma di espansione urbana di Molfetta.
Ma cosa si intende per casale?
Bisogna precisare che quando si parla di casale, ci si riferisce a degli insediamenti storici nella forma di veri e propri villaggi e complessi rurali, con una popolazione permanente. Non erano delle residenze stagionali o comunque temporanee. Non erano delle "corti" ovvero le "curtes" il cui nome ricorre spesso negli archivi storici di Molfetta. Le "corti" erano uno spazio rustico organizzato, non venivano denominati casali perché in questi ultimi l'organizzazione urbana diventava stanziale e autonoma. Il casale infatti era una realtà "cittadina" a sé. Poteva avere un castello, una o più torri, un cimitero, un ospedale, palmeti, piscine, trappeti, e naturalmente abitazioni civili. I tempi della prima apparizione dei casali nelle carte di Molfetta, risalgono intorno all'anno Mille, ma è probabile che esistessero già prima di questa data.
La maggior parte dei casali di Molfetta verosimilmente scomparve intorno al 1600. Nel 1700 poi, nelle carte si trovavano indicati come casali solo quello di Mino e di Gaudio, e proprio a quest'ultimo ho fatto riferimento all'inizio della nostra storia.
Riprendiamo dunque le redini del discorso, e cerchiamo di conoscere meglio le origini di questo casale. Perché si chiama casale di Gaudio? Probabilmente Gaudio era il nome del casato a cui apparteneva il casale. Lo storico molfettese Samarelli, nella sua "Storia di Molfetta scrive «l'antica Platea del 1542 ci accerta che il vicoletto...ora chiamato "Corte Casale" si denominava Casale de li Gaudii detto Morgaro vecchio». Questa sua altra denominazione "Morgaro vecchio" verosimilmente faceva riferimento alla presenza di qualche frantoio poiché morgaro da "morga" o "morchia" vuol dire scarico o deposito delle frecce dell'olio che si producono nella torchiatura delle olive.
Non conosciamo la funzione del casale ma molto probabilmente esso doveva essere un villaggio di pescatori, collocato ai margini di quello che in futuro sarebbe diventato il rione Catecombe.
Il casale poi è stato totalmente inglobato dal crescente sviluppo urbano della città. Eppure, ancora oggi siamo in grado di riconoscerlo. Come? Percorrete via D. Picca a salire. Fermatevi al primo vicolo sulla sinistra che incontrate e guardate la targa che indica la via. Come si chiama? Beh, ora sapete dov'era. La nostra storia è lì, proprio davanti ai nostri occhi, basta guardarla.
Per ulteriori approfondimenti vi consiglio la lettura del libro di Vincenzo Valente "Gli antichi casali di Molfetta".
Dobbiamo innanzitutto considerare il fatto che Molfetta non è stata sempre così grande e così estesa. L'agglomerato cittadino nell'epoca passata, era circoscritto all'attuale borgo.
Tuttavia, fuori dalle mura della città, era presente un nucleo abitato in forma di casale. Ha una notevole importanza storica in quanto testimonierebbe la primissima struttura di raccordo tra l'Isola di S. Andrea ed il suo entroterra. Si tratterebbe della prima forma di espansione urbana di Molfetta.
Ma cosa si intende per casale?
Bisogna precisare che quando si parla di casale, ci si riferisce a degli insediamenti storici nella forma di veri e propri villaggi e complessi rurali, con una popolazione permanente. Non erano delle residenze stagionali o comunque temporanee. Non erano delle "corti" ovvero le "curtes" il cui nome ricorre spesso negli archivi storici di Molfetta. Le "corti" erano uno spazio rustico organizzato, non venivano denominati casali perché in questi ultimi l'organizzazione urbana diventava stanziale e autonoma. Il casale infatti era una realtà "cittadina" a sé. Poteva avere un castello, una o più torri, un cimitero, un ospedale, palmeti, piscine, trappeti, e naturalmente abitazioni civili. I tempi della prima apparizione dei casali nelle carte di Molfetta, risalgono intorno all'anno Mille, ma è probabile che esistessero già prima di questa data.
La maggior parte dei casali di Molfetta verosimilmente scomparve intorno al 1600. Nel 1700 poi, nelle carte si trovavano indicati come casali solo quello di Mino e di Gaudio, e proprio a quest'ultimo ho fatto riferimento all'inizio della nostra storia.
Riprendiamo dunque le redini del discorso, e cerchiamo di conoscere meglio le origini di questo casale. Perché si chiama casale di Gaudio? Probabilmente Gaudio era il nome del casato a cui apparteneva il casale. Lo storico molfettese Samarelli, nella sua "Storia di Molfetta scrive «l'antica Platea del 1542 ci accerta che il vicoletto...ora chiamato "Corte Casale" si denominava Casale de li Gaudii detto Morgaro vecchio». Questa sua altra denominazione "Morgaro vecchio" verosimilmente faceva riferimento alla presenza di qualche frantoio poiché morgaro da "morga" o "morchia" vuol dire scarico o deposito delle frecce dell'olio che si producono nella torchiatura delle olive.
Non conosciamo la funzione del casale ma molto probabilmente esso doveva essere un villaggio di pescatori, collocato ai margini di quello che in futuro sarebbe diventato il rione Catecombe.
Il casale poi è stato totalmente inglobato dal crescente sviluppo urbano della città. Eppure, ancora oggi siamo in grado di riconoscerlo. Come? Percorrete via D. Picca a salire. Fermatevi al primo vicolo sulla sinistra che incontrate e guardate la targa che indica la via. Come si chiama? Beh, ora sapete dov'era. La nostra storia è lì, proprio davanti ai nostri occhi, basta guardarla.
Per ulteriori approfondimenti vi consiglio la lettura del libro di Vincenzo Valente "Gli antichi casali di Molfetta".