Viva la storia di Molfetta!
La seconda guerra mondiale e i due bombardamenti su Molfetta
Cinque morti in Via Capitan de Gennaro e diversi i feriti in ospedale
giovedì 25 aprile 2019
Anni prima che scoppiasse la Seconda Guerra Mondiale, già si respirava aria di guerra nella penisola italiana, e sia il Governo che le Prefetture, si davano un gran da fare per informare e proteggere la popolazione, cercando di prepararla ad un eventuale attacco bellico.
Nel 1934 ad esempio Molfetta si tenne una conferenza, nel Teatro Orfeo sulle conseguenze delle aggressioni nemiche aeree e sul modo di difendersi. L'oratore, il generale Beretta, fu molto applaudito da un pubblico di circa 1500 persone.
Nel 1940 fu distribuito un opuscolo dell'Unione Nazionale Protezione Antiaerea, il quale informava che per ripararsi dalle bombe dirompenti era necessario costruire ricoveri blindati. Le bombe incendiarie invece, essendo poco pesanti, avevano invece una penetrazione molto debole, però nel momento dell'impatto potevano scivolare sule coperture dell'edificio, ricadendo sulla strada,oppure potevano penetrare nei sottotetti. Perciò era opportuno prendere precauzioni come chiudere il gas, l'acqua, spegnere le luci e costruire ricoveri in zone isolate.
Durante i bombardamenti aerei avvenuti nella Seconda Guerra Mondiale, in caso di attacco in tutte le città venivano spente le luci pubbliche e quelle dei privati, e si potevano avere due tipi di oscuramento: parziale e totale. Per avvertire i cittadini dell'imminenza di un attacco, si usava una sirena che emetteva sei suoni, della durata di quindici secondi l'uno, con un intervallo di altrettanti quindici secondi.
A Molfetta spesso suonava l'allarme che indicava l'avvicinarsi di aerei nemici e invitava la popolazione a correre nei rifugi, che in realtà erano pochissimi, e quando incominciarono a farsi sentire i primi allarmi aerei, la gente prese a nascondersi negli scantinati; solo quando questi allarmi divennero più frequenti si preferì star rintanati nelle case perché ritenute più sicure. Le notti furono spesso illuminate dai bagliori dei frequentissimi e pesantissimi bombardamenti che l'aviazione alleata effettuava su Foggia, importante nodo ferroviario, e nelle notti serene e non fredde i molfettesi presero l'abitudine di assistere dai tetti delle case alle inconsuete illuminazioni che duravano quasi tutta la notte.
Del tutto inesistenti erano le difese aeree nella nostra città; a Molfetta sul più alto degli edifici si potevano notare grossi aerofoni ai quali erano adibite delle persone prive della vista ma dotate di ottimo udito, e solo tra Palese e Bari c'era una postazione di quattro piccoli cannoni antiaerei.
Nel 1943 Molfetta subì due bombardamenti: la prima incursione aerea inglese era stata effettuata il 16 agosto, mentre la seconda, questa volta tedesca, il 6 novembre.
Cosa accadde in quell'anno? Il 10 luglio del 1943 gli Alleati sbarcarono in Sicilia, nella notte tra il 24 e il 25 luglio cadde il fascismo, e Mussolini fu destituito, mentre Badoglio assunse il governo militare con pieni poteri. L'8 fu annunciato l'armistizio firmato segretamente a Cassabile cinque giorni prima, ma la guerra continuò più violenta in tutta la penisola. Furono colpiti obiettivi strategici, porti, depositi, ma vennero prese di mira anche le città, e anche Molfetta non fu risparmiata.
In particolare, la sera del 6 novembre, dopo il bombardamento in Via Cap. De Gennaro 17, in cui morirono 5 persone, presso l'Ospedale civile tra le ore 21 e 21:30 si cominciarono a curare i primi feriti, e si continuarono a riceverli fino alle 12 del giorno dopo. Al Generale di Brigata delle truppe inglesi, K.N. Paxton fu inviata una lettera di ringraziamento dal Comune di Molfetta per l'aiuto prestato alla popolazione dai suoi soldati nella notte del 6 novembre, a cui il generale rispose dicendo di essere sempre disponibile ad aiutare il popolo di Molfetta.
Il funerale delle vittime ebbe luogo alle ore 13 di lunedì 8 novembre, con una grande partecipazione dei cittadini. Vi intervennero anche il comandante del presidio e numerosi ufficiali dell'esercito. La messa fu celebrata dal Vescovo di Molfetta e il corteo percorse le vie principali della città.
Si provvide poi alle famiglie rimaste senza alloggio e all'acquisto di indumenti e calzature, specie per i bambini orfani. Ai feriti furono consegnati dei buoni per l'acquisto di pane e minestra. Il Commissario Prefettizio assicurò che sarebbe continuata l'opera di aiuto e assistenza alle vittime dell'incursione aerea.
Fonti:
"Molfetta e la guerra: I bombardamenti del 1943" in Studi molfettesi – Rivista del Comune di Molfetta, vol. 3
"Sull'Italia cinque anni di terrore venuto dal cielo" in "Giornale di Brescia" di Marco Ignazio De Santis
Nel 1934 ad esempio Molfetta si tenne una conferenza, nel Teatro Orfeo sulle conseguenze delle aggressioni nemiche aeree e sul modo di difendersi. L'oratore, il generale Beretta, fu molto applaudito da un pubblico di circa 1500 persone.
Nel 1940 fu distribuito un opuscolo dell'Unione Nazionale Protezione Antiaerea, il quale informava che per ripararsi dalle bombe dirompenti era necessario costruire ricoveri blindati. Le bombe incendiarie invece, essendo poco pesanti, avevano invece una penetrazione molto debole, però nel momento dell'impatto potevano scivolare sule coperture dell'edificio, ricadendo sulla strada,oppure potevano penetrare nei sottotetti. Perciò era opportuno prendere precauzioni come chiudere il gas, l'acqua, spegnere le luci e costruire ricoveri in zone isolate.
Durante i bombardamenti aerei avvenuti nella Seconda Guerra Mondiale, in caso di attacco in tutte le città venivano spente le luci pubbliche e quelle dei privati, e si potevano avere due tipi di oscuramento: parziale e totale. Per avvertire i cittadini dell'imminenza di un attacco, si usava una sirena che emetteva sei suoni, della durata di quindici secondi l'uno, con un intervallo di altrettanti quindici secondi.
A Molfetta spesso suonava l'allarme che indicava l'avvicinarsi di aerei nemici e invitava la popolazione a correre nei rifugi, che in realtà erano pochissimi, e quando incominciarono a farsi sentire i primi allarmi aerei, la gente prese a nascondersi negli scantinati; solo quando questi allarmi divennero più frequenti si preferì star rintanati nelle case perché ritenute più sicure. Le notti furono spesso illuminate dai bagliori dei frequentissimi e pesantissimi bombardamenti che l'aviazione alleata effettuava su Foggia, importante nodo ferroviario, e nelle notti serene e non fredde i molfettesi presero l'abitudine di assistere dai tetti delle case alle inconsuete illuminazioni che duravano quasi tutta la notte.
Del tutto inesistenti erano le difese aeree nella nostra città; a Molfetta sul più alto degli edifici si potevano notare grossi aerofoni ai quali erano adibite delle persone prive della vista ma dotate di ottimo udito, e solo tra Palese e Bari c'era una postazione di quattro piccoli cannoni antiaerei.
Nel 1943 Molfetta subì due bombardamenti: la prima incursione aerea inglese era stata effettuata il 16 agosto, mentre la seconda, questa volta tedesca, il 6 novembre.
Cosa accadde in quell'anno? Il 10 luglio del 1943 gli Alleati sbarcarono in Sicilia, nella notte tra il 24 e il 25 luglio cadde il fascismo, e Mussolini fu destituito, mentre Badoglio assunse il governo militare con pieni poteri. L'8 fu annunciato l'armistizio firmato segretamente a Cassabile cinque giorni prima, ma la guerra continuò più violenta in tutta la penisola. Furono colpiti obiettivi strategici, porti, depositi, ma vennero prese di mira anche le città, e anche Molfetta non fu risparmiata.
In particolare, la sera del 6 novembre, dopo il bombardamento in Via Cap. De Gennaro 17, in cui morirono 5 persone, presso l'Ospedale civile tra le ore 21 e 21:30 si cominciarono a curare i primi feriti, e si continuarono a riceverli fino alle 12 del giorno dopo. Al Generale di Brigata delle truppe inglesi, K.N. Paxton fu inviata una lettera di ringraziamento dal Comune di Molfetta per l'aiuto prestato alla popolazione dai suoi soldati nella notte del 6 novembre, a cui il generale rispose dicendo di essere sempre disponibile ad aiutare il popolo di Molfetta.
Il funerale delle vittime ebbe luogo alle ore 13 di lunedì 8 novembre, con una grande partecipazione dei cittadini. Vi intervennero anche il comandante del presidio e numerosi ufficiali dell'esercito. La messa fu celebrata dal Vescovo di Molfetta e il corteo percorse le vie principali della città.
Si provvide poi alle famiglie rimaste senza alloggio e all'acquisto di indumenti e calzature, specie per i bambini orfani. Ai feriti furono consegnati dei buoni per l'acquisto di pane e minestra. Il Commissario Prefettizio assicurò che sarebbe continuata l'opera di aiuto e assistenza alle vittime dell'incursione aerea.
Fonti:
"Molfetta e la guerra: I bombardamenti del 1943" in Studi molfettesi – Rivista del Comune di Molfetta, vol. 3
"Sull'Italia cinque anni di terrore venuto dal cielo" in "Giornale di Brescia" di Marco Ignazio De Santis