Madonna dei Martiri ( foto di famiglia Marino-Amato)
Madonna dei Martiri ( foto di famiglia Marino-Amato)
Viva la storia di Molfetta!

La fiera di Molfetta e la sua antichissima storia

Una storia lunga 600 anni e tutta da scoprire

Vi siete mai chiesti quanti anni abbia la fiera di Molfetta, come sia nata, quali siano le sue origini? Oggi racconterò la storia della festa più attesa dai molfettesi (e non solo) e di come nel tempo si sia evoluta. Per la ricostruzione storica mi sono avvalsa dell'aiuto di due libri, scritti da due grandi autori molfettesi: "Molfetta tra passato e presente" di G. de Marco, e "Saggio storico della città di Molfetta" di A. Salvemini.

Innanzitutto abbiamo bisogno di una data, ed è parecchio vecchiotta: 1399. Pensate, la fiera di Molfetta ha addirittura 600 anni. Venne istituita dal re Ladislao (chiamato Lux Italum, la luce degli italici, noto alle cronache perché tentò, fallendo, di unificare la penisola italiana sotto lo stemma angioino, nominando Napoli capitale d'Italia) con un diploma regio, datato 26 aprile 1399. Si stabilì che la fiera durasse ben otto giorni, precisamente dall'8 al 15 settembre.
Vennero poi nominati due Maestri di fiera, uno della piazza dei nobili e l'altro di quella del popolo, con pienissima giurisdizione, non solo sui cittadini molfettesi, ma anche sui forestieri.
I due maestri della fiera venivano eletti il 25 agosto di ogni anno e ricordavano i Magistri nundinarum degli antichi romani, vale a dire i maestri dei pubblici mercati. Questi poi, si insediavano nel fabbricato chiamato "quattro cantoni" che sorgeva accanto alla chiesetta di Santo Stefano, e che è stato ahimè abbattuto durante i moti del 1799.

Come si svolgeva la fiera? Beh, c'era tutto un rito molto caratteristico e molto interessante che prendeva vita ogni anno. La sera del 7 settembre, i valletti comunali rilevavano dalle loro abitazioni i Maestri della fiera, i quali, in corteo, erano accompagnati al palazzetto dei "quattro cantoni", addobbato per l'occasione con coperte di damasco, bandiere e il ritratto del principe regnante. La stessa sera, alle ore 20, mentre le campane dell'orologio suonavano, il Maestro dei nobili, si recava in carrozza, seguito dal corteo, al Santuario della Madonna dei Martiri per l'offerta della cera e di altri donativi. Le prime fiere, si svolsero proprio nelle vicinanze della Madonna dei Martiri, poi si decise di spostarle lungo la muraglia di Molfetta vecchia.

Nei giorni precedenti la fiera, cominciavano a giungere da tutte le parti, e anche dall'estero, mercanti provvisti di ogni sorta di generi. In molti approdavano nel primitivo porticciolo ai piedi del Duomo e depositavano lungo il litorale le loro mercanzie che poi trasportavano presso le baracche appositamente costruite sotto la muraglia. Si vedevano disposti nelle baracche, panni e stoffe pregiate, gioielli, diamanti, perle, coralli portati da commercianti ebrei, veneziani, napoletani ecc. Si vendevano inoltre attrezzi da lavoro, salumi, mobilio e giocattoli artigianali.

Vi era infine per la vendita degli animali, un ampio e spazioso luogo, denominato Porticella, dal nome della famiglia cui apparteneva, oggi villa Garibaldi.

Per l'occasione della fiera, le case e la muraglia si illuminavano con fiaccole e lumicini ad olio e la popolazione era allietata dalla presenza di saltatori, giullari, poeti, canti e altri divertimenti.

Anche le fidanzate ricevevano "la fiera" dai loro promessi, per lo più oggetti di ornamento personale. Si narra che addirittura si annullava il matrimonio se non si manteneva la promessa della "fiera". Leggenda o verità, nessuno può dirlo.

La nostra antica fiera ebbe un notevole sviluppo fino a tutto il 1700 sotto la spinta delle fiorenti relazioni che Molfetta aveva con Venezia, la Dalmazia e altri paesi stranieri (ricordiamo che il porto di Molfetta, era all'epoca uno dei più importanti d'Italia). Con l'unità d'Italia e successivamente, con lo scoppio delle due guerre mondiali, la fiera subì una notevole flessione. Essa però continua ancora oggi ad esistere, ed è lì da 600 anni.
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