Viva la storia di Molfetta!
La cultura dimenticata: Molfetta e i suoi teatri che non esistono più
Dal gioiello artistico dell'800 fino al Teatro Allegretta, al Politeama Attanasio e Sociale e al Teatro "La Fenice"
domenica 4 marzo 2018
Molfetta fu la prima città della Puglia ad avere un teatro che, se fosse stato conservato, avrebbe oggi rappresentato un vero e proprio gioiello artistico di inestimabile importanza.
Nel 1810 il Sindaco pro-tempre Felice Fiore, umanista di profonda cultura, fece allestire con contribuzioni volontarie dei cittadini, un teatro provvisorio nella grande sala dell'antico castello, attuale sede del Palazzo di Città. In seguito ebbe la sua definitiva sistemazione e perciò fu ingrandito e quasi rifatto (aveva una capienza di 400 posti). Si migliorò il prospetto dell'edificio, furono costruiti nuovi ambienti più decorosi, fu aggiunta una fila di palchetti, per complessivi tre ordini, oltre il loggione, con accessi distinti, e la sala fu decorata in oro, con eleganti piutture nonché con una scenografia di squisito gusto artistico. Non mancarono spettacoli di grande rilievo con la partecipazione di cantanti famosi dell'epoca quali Margerò, Mazzoleni, Cresti ed il celebre maestro Leopoldo Mugnone. Di conseguenza il nostro "Teatro Vecchio", così in seguito chiamato dagli appassionati molfettesi cultori della musica lirica, in breve tempo acquistò larga fama e notorietà in tutta la regione ed oltre, imponendosi per la continuità e per la bravura degli interpreti. Nel 1860 fu iscritto presso le agenzie teatrali di Napoli. Roma e Milano, essendo ormai ritenuto una importante piazza musicale. Nel 1901 fu deciso di ingrandire il teatro col raddoppiare il numero dei posti da 400 a 750; il progetto non fu però attuato e così, essendo nel frattempo mutata l'Amministrazione comunale con le elezioni amministrative del 23 marzo 1902, venne decretata la demolizione del teatro "ritenuto opera di lusso, devoluta alla casta signorile...". Lasciò di sé e del suo felicissimo passato musicale soltanto un ricordo.
Teatro Allegretta
Il 1908 per iniziativa del negoziante di legnami sig. Allegretta, nell'atrio della vecchia chiesa di Santa Teresa, ora demolita, fu costruito un piccolo teatro in legno. Questo teatrino ebbe però pochi mesi di vita.
Politeama Attanasio
Un altro commerciante di legnami, il sig. Attanasio, ottenne l'autorizzazione ad edificare, sulla stessa area dell'altrio di Santa Teresa, un teatro che fu ultimato nel 1909. Venne chiamato Politeama Attanasio dal cognome del proprietario. L'ingresso era situato in Via Torre del Pane, che si chiama così perché in passato (nel 1610) c'era un monte fumentario, ossia una torre di circa 10 metri con relativo appezzamento di terreno, utilizzata come deposito agricolo. Il teatro fu inaugurato il 19 aprile 1909, con l'opera verdiana "Un ballo in maschera". Nell agosto 1909, reduce dai trionfi ottenuti presso il Teatro alla Scala di Milano, Leopoldo Mugnone eseguì la " Norma" che esattamente 30 anni prima aveva già diretto presso il nostro Teatro Vecchio. In tale occasione nel Politeama Attanasio fu murata la seguente lapide "Qui, nell'agosto 1909, Leopoldo Mugnone diresse la Norma di Bellini, restituendo a questa Città i presagi di gloria a lui tributati 10 anni prima". Durante il primo anno del conflitto 1915-18 il teatro fu demolito ed il legname di risulta fu ceduto alle autorità militari, per dar posto dopo la prima guerra mondiale, al palazzo della Gioventù del Littorio (G.I.L.), l'organizzazione giovanile fascita.
Politeama Sociale
Nell'anno 1913 fu fatto costruire un altro teatro in legno che sorse sull'atrio dell'antico convento di Santa Teresa con entrata da Via Ugo Bassi, e fu chiamato Politeama Sociale. Alcuni mascheroni dello scenario furono eseguiti dallo scultore Giulio Cozzoli. Anche in questo teatro si alternarono importanti e diverse stagioni liriche, ed alle altre rappresentazioni partecipò anche la famosissima Lina Cavalieri. Nel marzo del 1919, durante la rappresentazione di "Fedora" per incuria di una cantante la quale stava completando la propria acconciatura prima di entrare in scena, cadde per terra nel camerino una spiritera che provocò immediatamente un furioso incendio. Nel giro di 40 minuti tutto il complesso fu divorato dalle fiamme; la scena che si presentò subito dopo fu spaventosa; del teatro non era rimasto che un enorme mucchio di cenere tra rottami fumanti.
Teatro "La Fenice"
Appena 40 giorni dopo la distruzione del "Sociale" nelle immediate adiacenze di esso, fu costruito ancora un nuovo teatro che si chiamò "La Fenice". Vi si accedeva dall'attuale via Ugo Bassi; a ridosso di esso, fu ricavato un elegante giardino, con aiuole e con le pareti ricoperte di piante rampicanti e profumate, che servì per le proiezioni cinematografiche estive. Al teatro "La Fenice" si esibirono molte compagnie di operetta, di rivista e di prosa, nonché artisti di spiccato valore come Ermete Zacconi, Ettore Petrolini, Annibale Ninchi. Questo teatro fu demolito nel 1957 per lasciare posto ad un grande edificio di civile abitazione a nove piani, denominato "il grattacielo di Molfetta", sull'intera area prospicente piazza Garibaldi, ad angolo fra corso Umberto e via Vittorio Emanuele.
Successivamente vennero costruite quattro sale cinematografiche di cui qualcuna all'occorrenza fu adibita a rappresentazioni teatrali, escluse ovviamente quelle liriche: "Fiamma", "Corso", "Odeon" e "Supercinema". Di tutti questi cinema, solo l'Odeon riuscì a sopravvivere per parecchio tempo, fino a chiudere i battenti per sempre nel dicembre 2013.
Per ulteriori approfondimenti consiglio la lettura del libro di Gerardo De Marco " Molfetta fra passato e presente".
Nel 1810 il Sindaco pro-tempre Felice Fiore, umanista di profonda cultura, fece allestire con contribuzioni volontarie dei cittadini, un teatro provvisorio nella grande sala dell'antico castello, attuale sede del Palazzo di Città. In seguito ebbe la sua definitiva sistemazione e perciò fu ingrandito e quasi rifatto (aveva una capienza di 400 posti). Si migliorò il prospetto dell'edificio, furono costruiti nuovi ambienti più decorosi, fu aggiunta una fila di palchetti, per complessivi tre ordini, oltre il loggione, con accessi distinti, e la sala fu decorata in oro, con eleganti piutture nonché con una scenografia di squisito gusto artistico. Non mancarono spettacoli di grande rilievo con la partecipazione di cantanti famosi dell'epoca quali Margerò, Mazzoleni, Cresti ed il celebre maestro Leopoldo Mugnone. Di conseguenza il nostro "Teatro Vecchio", così in seguito chiamato dagli appassionati molfettesi cultori della musica lirica, in breve tempo acquistò larga fama e notorietà in tutta la regione ed oltre, imponendosi per la continuità e per la bravura degli interpreti. Nel 1860 fu iscritto presso le agenzie teatrali di Napoli. Roma e Milano, essendo ormai ritenuto una importante piazza musicale. Nel 1901 fu deciso di ingrandire il teatro col raddoppiare il numero dei posti da 400 a 750; il progetto non fu però attuato e così, essendo nel frattempo mutata l'Amministrazione comunale con le elezioni amministrative del 23 marzo 1902, venne decretata la demolizione del teatro "ritenuto opera di lusso, devoluta alla casta signorile...". Lasciò di sé e del suo felicissimo passato musicale soltanto un ricordo.
Teatro Allegretta
Il 1908 per iniziativa del negoziante di legnami sig. Allegretta, nell'atrio della vecchia chiesa di Santa Teresa, ora demolita, fu costruito un piccolo teatro in legno. Questo teatrino ebbe però pochi mesi di vita.
Politeama Attanasio
Un altro commerciante di legnami, il sig. Attanasio, ottenne l'autorizzazione ad edificare, sulla stessa area dell'altrio di Santa Teresa, un teatro che fu ultimato nel 1909. Venne chiamato Politeama Attanasio dal cognome del proprietario. L'ingresso era situato in Via Torre del Pane, che si chiama così perché in passato (nel 1610) c'era un monte fumentario, ossia una torre di circa 10 metri con relativo appezzamento di terreno, utilizzata come deposito agricolo. Il teatro fu inaugurato il 19 aprile 1909, con l'opera verdiana "Un ballo in maschera". Nell agosto 1909, reduce dai trionfi ottenuti presso il Teatro alla Scala di Milano, Leopoldo Mugnone eseguì la " Norma" che esattamente 30 anni prima aveva già diretto presso il nostro Teatro Vecchio. In tale occasione nel Politeama Attanasio fu murata la seguente lapide "Qui, nell'agosto 1909, Leopoldo Mugnone diresse la Norma di Bellini, restituendo a questa Città i presagi di gloria a lui tributati 10 anni prima". Durante il primo anno del conflitto 1915-18 il teatro fu demolito ed il legname di risulta fu ceduto alle autorità militari, per dar posto dopo la prima guerra mondiale, al palazzo della Gioventù del Littorio (G.I.L.), l'organizzazione giovanile fascita.
Politeama Sociale
Nell'anno 1913 fu fatto costruire un altro teatro in legno che sorse sull'atrio dell'antico convento di Santa Teresa con entrata da Via Ugo Bassi, e fu chiamato Politeama Sociale. Alcuni mascheroni dello scenario furono eseguiti dallo scultore Giulio Cozzoli. Anche in questo teatro si alternarono importanti e diverse stagioni liriche, ed alle altre rappresentazioni partecipò anche la famosissima Lina Cavalieri. Nel marzo del 1919, durante la rappresentazione di "Fedora" per incuria di una cantante la quale stava completando la propria acconciatura prima di entrare in scena, cadde per terra nel camerino una spiritera che provocò immediatamente un furioso incendio. Nel giro di 40 minuti tutto il complesso fu divorato dalle fiamme; la scena che si presentò subito dopo fu spaventosa; del teatro non era rimasto che un enorme mucchio di cenere tra rottami fumanti.
Teatro "La Fenice"
Appena 40 giorni dopo la distruzione del "Sociale" nelle immediate adiacenze di esso, fu costruito ancora un nuovo teatro che si chiamò "La Fenice". Vi si accedeva dall'attuale via Ugo Bassi; a ridosso di esso, fu ricavato un elegante giardino, con aiuole e con le pareti ricoperte di piante rampicanti e profumate, che servì per le proiezioni cinematografiche estive. Al teatro "La Fenice" si esibirono molte compagnie di operetta, di rivista e di prosa, nonché artisti di spiccato valore come Ermete Zacconi, Ettore Petrolini, Annibale Ninchi. Questo teatro fu demolito nel 1957 per lasciare posto ad un grande edificio di civile abitazione a nove piani, denominato "il grattacielo di Molfetta", sull'intera area prospicente piazza Garibaldi, ad angolo fra corso Umberto e via Vittorio Emanuele.
Successivamente vennero costruite quattro sale cinematografiche di cui qualcuna all'occorrenza fu adibita a rappresentazioni teatrali, escluse ovviamente quelle liriche: "Fiamma", "Corso", "Odeon" e "Supercinema". Di tutti questi cinema, solo l'Odeon riuscì a sopravvivere per parecchio tempo, fino a chiudere i battenti per sempre nel dicembre 2013.
Per ulteriori approfondimenti consiglio la lettura del libro di Gerardo De Marco " Molfetta fra passato e presente".