Viva la storia di Molfetta!
L'ulivo di Antignano, una storia dal passato antico
L'albero potrebbe essere ciò che resta di un villaggio medievale nelle campagne molfettesi
mercoledì 22 marzo 2017
7.30
L'ulivo di Antignano é un grande ulivo secolare che si erge maestoso nell'agro molfettese. Ad esso, è legata una storia ormai del tutto dimenticata e ve la ripropongo così come é stata a me raccontata.
L'ulivo, la cui presenza é attestata sin dal 1600, è alto 7 metri, ed ha un diametro di circa 600 cm. Recenti lavori di potatura l'hanno ridimensionato, ma è davvero impossibile non notarlo.
C'è una leggenda che ruota intorno al nostro albero la quale narra che il suo nome deriverebbe da un rione di Napoli, Antignano appunto, nel quale secoli fa si svolgeva una pellegrinaggio in onore di Cristo Risorto. Proprio qui un sacerdote prese un piccolo ulivo benedetto, lo portò a Molfetta e lo piantò nella sua proprietà, dove tuttora si trova.
Tuttavia il nome Antignano potrebbe avere anche un'altra origine, molto più antica.
Antignano potrebbe essere un nome prediale. Cosa vuol dire prediale? Per prediale si intende un toponimo derivante dal nome di un possedimento terriero, solitamente di epoca romana. Nell'antichità infatti, era consuetudine indicare un fondo agricolo con i termini latini fundus, villa, latifundium, seguiti dal nome del proprietario aggettivato e si riconoscono per la presenza di alcuni caratteristici suffissi -ano, - ago e simili, che ne indicano l'appartenenza. Ad es. Cass-ano villa o fondo di Cassio. Tiggi-ano villa o fondo di Tidio. Antignano deriverebbe da Antonius, quindi villa o fondo di Antonio.
Magari il possedimento era utilizzato come fondo agricolo, magari c'erano delle costruzioni al suo interno, non c'è dato sapere questo. Tuttavia Antignano avrebbe lasciato una traccia ancora visibile ad occhio nudo della sua "romanità". Se fate caso a tutte le vie e le stradine di questa località, noterete che sono fra loro perpendicolari.
É possibile infatti che la demarcazione così netta, sia un "lascito" della centuriazione romana. La centuriazione era il sistema con cui i romani organizzavano il territorio agricolo, basato sullo schema che già adottavano nei castra e nella fondazione di nuove città. Si caratterizzava per la regolare disposizione, secondo un reticolo ortogonale, di strade, canali e appezzamenti agricoli destinati all'assegnazione a nuovi coloni (spesso legionari a riposo). Ancora oggi, in alcune zone d'Italia il paesaggio della pianura è determinato dagli esiti della centuriazione romana, con la persistenza degli elementi rettilinei (viabilità, canali di scolo, divisione di proprietà) sopravvissuti all'evoluzione territoriale e spesso elementi fondativi nell'urbanizzazione, quanto meno fino al XX secolo, quando la pressione antropica della crescita urbana e delle infrastrutture hanno cancellato molte delle tracce sparse nella campagna agricola.
Sono solo ipotesi, ma sta di fatto che il "piano perpendicolare" è ancora ben presente in Antignano. Inoltre, sembrerebbe che la contrada in epoca medievale sia stata fortemente abitata e lo storico molfettese Salvemini nel suo saggio sulla storia di Molfetta fa capire questo.
Così racconta: "la persona che si reca in questo luogo osserva ad occhio chiuso gli avanzi di mura ed i cocci buttati per terra. Non c'è persona del paese che conosce quei luoghi, che non faccia fede dell'esistenza di un villaggio. Io ho conservato dei cocci che in quantità se ne possono raccogliere da un ricercatore anticaglia. Negli scavamenti fatti in taluni fondi si sono rinvenute delle tombe e strati di mura di case abbattute". Si parla dunque di un villaggio, e nella fattispecie di un villaggio medievale. Nelle carte di Molfetta del 1200 infatti, il nome Antignano ricorre più volte come locus "in locus qui dicitur Antunianum".
Tutto però è oramai scomparso. C'è tanta storia andata perduta, e chissà se un domani potrà essere riscoperta. L'ulivo di Antignano, con la sua possenza è il simbolo di un antico passato, un passato invisibile, nascosto fra le radici della sua grandezza.
L'ulivo, la cui presenza é attestata sin dal 1600, è alto 7 metri, ed ha un diametro di circa 600 cm. Recenti lavori di potatura l'hanno ridimensionato, ma è davvero impossibile non notarlo.
C'è una leggenda che ruota intorno al nostro albero la quale narra che il suo nome deriverebbe da un rione di Napoli, Antignano appunto, nel quale secoli fa si svolgeva una pellegrinaggio in onore di Cristo Risorto. Proprio qui un sacerdote prese un piccolo ulivo benedetto, lo portò a Molfetta e lo piantò nella sua proprietà, dove tuttora si trova.
Tuttavia il nome Antignano potrebbe avere anche un'altra origine, molto più antica.
Antignano potrebbe essere un nome prediale. Cosa vuol dire prediale? Per prediale si intende un toponimo derivante dal nome di un possedimento terriero, solitamente di epoca romana. Nell'antichità infatti, era consuetudine indicare un fondo agricolo con i termini latini fundus, villa, latifundium, seguiti dal nome del proprietario aggettivato e si riconoscono per la presenza di alcuni caratteristici suffissi -ano, - ago e simili, che ne indicano l'appartenenza. Ad es. Cass-ano villa o fondo di Cassio. Tiggi-ano villa o fondo di Tidio. Antignano deriverebbe da Antonius, quindi villa o fondo di Antonio.
Magari il possedimento era utilizzato come fondo agricolo, magari c'erano delle costruzioni al suo interno, non c'è dato sapere questo. Tuttavia Antignano avrebbe lasciato una traccia ancora visibile ad occhio nudo della sua "romanità". Se fate caso a tutte le vie e le stradine di questa località, noterete che sono fra loro perpendicolari.
É possibile infatti che la demarcazione così netta, sia un "lascito" della centuriazione romana. La centuriazione era il sistema con cui i romani organizzavano il territorio agricolo, basato sullo schema che già adottavano nei castra e nella fondazione di nuove città. Si caratterizzava per la regolare disposizione, secondo un reticolo ortogonale, di strade, canali e appezzamenti agricoli destinati all'assegnazione a nuovi coloni (spesso legionari a riposo). Ancora oggi, in alcune zone d'Italia il paesaggio della pianura è determinato dagli esiti della centuriazione romana, con la persistenza degli elementi rettilinei (viabilità, canali di scolo, divisione di proprietà) sopravvissuti all'evoluzione territoriale e spesso elementi fondativi nell'urbanizzazione, quanto meno fino al XX secolo, quando la pressione antropica della crescita urbana e delle infrastrutture hanno cancellato molte delle tracce sparse nella campagna agricola.
Sono solo ipotesi, ma sta di fatto che il "piano perpendicolare" è ancora ben presente in Antignano. Inoltre, sembrerebbe che la contrada in epoca medievale sia stata fortemente abitata e lo storico molfettese Salvemini nel suo saggio sulla storia di Molfetta fa capire questo.
Così racconta: "la persona che si reca in questo luogo osserva ad occhio chiuso gli avanzi di mura ed i cocci buttati per terra. Non c'è persona del paese che conosce quei luoghi, che non faccia fede dell'esistenza di un villaggio. Io ho conservato dei cocci che in quantità se ne possono raccogliere da un ricercatore anticaglia. Negli scavamenti fatti in taluni fondi si sono rinvenute delle tombe e strati di mura di case abbattute". Si parla dunque di un villaggio, e nella fattispecie di un villaggio medievale. Nelle carte di Molfetta del 1200 infatti, il nome Antignano ricorre più volte come locus "in locus qui dicitur Antunianum".
Tutto però è oramai scomparso. C'è tanta storia andata perduta, e chissà se un domani potrà essere riscoperta. L'ulivo di Antignano, con la sua possenza è il simbolo di un antico passato, un passato invisibile, nascosto fra le radici della sua grandezza.