Viva la storia di Molfetta!
Il Casale di San Quirico, dove chierici e rettori non avevano un comportamento "consono" al loro abito
La struttura, scomparsa, sorgeva fra la zona di Antignano e Lama Marcinasa.
mercoledì 4 ottobre 2017
7.32
La breve storia che oggi vi racconterò parla di un casale, denominato Casale di San Quirico situato fra la zona di Antignano e Lama Marcinasa.
Le notizie sono scarne, ma sono sufficienti per creare un minimo apporto storico.
Come detto in passato, i casali erano una sorta di piccoli villaggi, quasi sempre fortificati, completamente autogestiti. Erano muniti di case e ripari per la gente, palmeti, piscine per il rifornimento dell'acqua, chiese, cimiteri, ospedali e addirittura castelli. Erano a tutti gli effetti delle minuscole città. Ce ne sono tantissimi in Puglia, molti di loro scomparsi nel tempo, abbandonati da secoli o distrutti da invasioni di popolazioni ostili.
Il Casale San Quirico rientra sicuramente fra quelli andati perduti.
Nel casale vi erano anche un castello e una chiesa. Ma come facciamo a risalire ad un qualcosa che è scomparso da tantissimi anni?
Innanzitutto sappiamo con certezza della presenza di un castello perché lo troviamo annoverato fra i documenti storici di Molfetta datati 1237: il castello di San Kirico. Sempre nella stessa località, in un altro documento del 1220, si parla invece della chiesa omonima. Una curiosità: La chiesa di San Quirico, fu al centro di un vero e proprio scandalo dell'epoca. Pare infatti che i suoi chierici e i suoi rettori non avessero avuto un atteggiamento "consono" all'abito che indossavano. Le cronache dell'epoca lo definirono "discontinuo". La situazione dovette apparire piuttosto grave se addirittura se ne interessò Papa Onorio I. Tutto però è scomparso. La chiesa, il castello, il casale.
Con il tempo i molfettesi hanno perso memoria di ciò che c'era e di ciò che un tempo era stato. Ma qualcosa è rimasta nel tempo.
Agli inizi del 1900, quando Molfetta non aveva ancora subito una forte urbanizzazione, erano ben visibili rocce, cocci, e resti di mura perimetrali. Con il tempo anche queste piccole testimonianze sono andate perdute, ma usando un po' di immaginazione nulla ci vieta di ricostruirne il loro passato.
Chissà quante storie sono legate a questi luoghi e chissà quante persone sono passate da qui. Ahimè, non lo sapremo mai.
Le notizie sono scarne, ma sono sufficienti per creare un minimo apporto storico.
Come detto in passato, i casali erano una sorta di piccoli villaggi, quasi sempre fortificati, completamente autogestiti. Erano muniti di case e ripari per la gente, palmeti, piscine per il rifornimento dell'acqua, chiese, cimiteri, ospedali e addirittura castelli. Erano a tutti gli effetti delle minuscole città. Ce ne sono tantissimi in Puglia, molti di loro scomparsi nel tempo, abbandonati da secoli o distrutti da invasioni di popolazioni ostili.
Il Casale San Quirico rientra sicuramente fra quelli andati perduti.
Nel casale vi erano anche un castello e una chiesa. Ma come facciamo a risalire ad un qualcosa che è scomparso da tantissimi anni?
Innanzitutto sappiamo con certezza della presenza di un castello perché lo troviamo annoverato fra i documenti storici di Molfetta datati 1237: il castello di San Kirico. Sempre nella stessa località, in un altro documento del 1220, si parla invece della chiesa omonima. Una curiosità: La chiesa di San Quirico, fu al centro di un vero e proprio scandalo dell'epoca. Pare infatti che i suoi chierici e i suoi rettori non avessero avuto un atteggiamento "consono" all'abito che indossavano. Le cronache dell'epoca lo definirono "discontinuo". La situazione dovette apparire piuttosto grave se addirittura se ne interessò Papa Onorio I. Tutto però è scomparso. La chiesa, il castello, il casale.
Con il tempo i molfettesi hanno perso memoria di ciò che c'era e di ciò che un tempo era stato. Ma qualcosa è rimasta nel tempo.
Agli inizi del 1900, quando Molfetta non aveva ancora subito una forte urbanizzazione, erano ben visibili rocce, cocci, e resti di mura perimetrali. Con il tempo anche queste piccole testimonianze sono andate perdute, ma usando un po' di immaginazione nulla ci vieta di ricostruirne il loro passato.
Chissà quante storie sono legate a questi luoghi e chissà quante persone sono passate da qui. Ahimè, non lo sapremo mai.