Via Cifariello e Piazza Minuto Pesce
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Viva la storia di Molfetta!

I monasteri di Molfetta: quella volta in cui San Francesco arrivò in città

Tanti andati persi. Restano solo Piazza Minuto Pesce e l'edificio su Piazza Cappuccini

La storia che andrò oggi a raccontare avrà come protagonista le corporazioni monastiche presenti a Molfetta.

La nostra città infatti era piena di monasteri e conventi dislocati all'interno e all'esterno delle mura della centro abitativo e con il tempo alcuni di loro sono scomparsi, altri invece sono sopravvissuti arrivando fino a noi. Oggi scriverò solo di alcuni di essi, i quali, per prestigio e anche per memoria storica credo sia opportuno menzionare. Nel caso vogliate approfondire l'argomento vi consiglio il libro di Antonio Salvemini "Storia di Molfetta" nel quale potrete trovare riferimenti anche agli altri monasteri qui non menzionati.

Il monastero dei Padri benedettini
Il loro sacro cenobio si trovava poco distante da Molfetta, nella zona di Cala San Giacomo, il Porto medievale di Molfetta. Vivevano in un piccolo nucleo abitativo al cui fianco sorgeva una chiesa e accanto ad essa si ergeva una torre esploratoria. Nel 1173 Roberto di Conversano, Signore di Molfetta vi costruì una chiesa più ampia di stile gotico con accanto un ospedale per gli ammalati che affidò alle cure dei padri benedettini.
Tutto questo oggi non esiste più, del fabbricato rimangono solo pochi ruderi visibili sulla litoranea Molfetta-Bisceglie.

Il monastero dei Padri del Santissimo Salvatore
Fuori dalle mura della città di Molfetta esisteva un tempio pagano dedicato alla dea romana Cerere, che fu convertito al culto sacro con l'avvenire del Cristianesimo e divenne un monastero. Fu abitato da una famiglia di religiosi sotto il titolo di Santissimo Salvatore, i quali solevano nel tempo delle crociate, portare assistenza all'Ospedale di S. Maria dei Martiri che poco distava dal loro abitato. Poi i padri abbandonarono quel luogo per via delle continue incursioni de nemici invasori e la Santa Sede costruì loro un'Abbazia Concistoriale sotto il titolo di S. Marco in Lamis, nella chiesa del Santissimo Salvatore a Molfetta. Il monastero così abbandonato cadde in rovina ma nel 1799 l'allora generale dell'esercito francese insediatosi in Puglia a seguito della conquista di Napoleone della penisola italica, ordinò di scavare nei suoi pressi una grande buca per mettere al suo interno i corpi di tranesi giustiziati. Durante l'opera di scavo però, emerse una grande statua in pietra che aveva nelle mani una fascetta di spighe di grano e che rappresentava la dea Cerere. Sfortunatamente la statua fu ridotta a pezzi dagli stessi operai che stavano svolgendo i lavori di scavo.

Il convento di San Francesco d'Assisi
La costruzione del Convento di San Francesco avvenne nel Medioevo in onore appunto del Santo che durante la sua opera di predicazione si fermò anche nella nostra città. Nel 1220 infatti il frate arrivò a Molfetta subito dopo essere stato a Bari e dopo aver lì fondato un grande convento di francescani. San Francesco fece sosta a Molfetta presso il nostro porto e convinse i signori della città a costruire un altro convento per permettere ai suoi fratelli francescani di potervi alloggiare. Con il passare del tempo il numero dei frati francescani crebbe a dismisura tanto che nel 1515 si tenne, nella piccola chiesa accanto al convento, il Capitolo Provinciale sotto la presidenza del Padre Generale Fra Bernardo Cheriense.
Oggi il convento e la piccola chiesetta non esistono più. Al loro posto ora sorge il mercato ittico di Molfetta.

Monastero delle religiose benedettine
L'origine della fondazione di questo monastero sarebbe antichissima. Dagli scritti di Cesare Mona si è rinvenuto che fuori del secondo recinto di mura della città, a porta Sant'Angelo, esisteva un monastero di "nobili vergini del quale ora non si rinviene più alcun vestigia per essere stati costruiti vari edifici sopra le sue rovine". Nel 1600 il monastero minacciava di crollare e le monache non potevano ripararlo essendo cadute in disgrazia dopo il sacco di Molfetta da parte dei francesi. Per questo motivo nel 1570 si trasferirono nel piccolo monastero delle Vergini Benedettine vicino alla Chiesa della morte. Nel 1581 fecero costruire un più grande monastero accanto ala chiesa di San Pietro. Continuarono a dimorare presso tale fabbricato fino al 1815 quando con la restaurazione del governo borbonico ottennero di poter passare dal Convento dei Padri Dominicani, che era stato soppresso dal governo francese nel 1809.

Convento dei Cappuccini
Il convento dei Cappuccini venne costruito nel 1540 ad opera di Padre Giacomo Paniscotti grazie alle molte offerte dei cittadini che contribuirono a così alla sua edificazione. Consisteva in un piccolo convento con una altrettanto piccola chiesa e si trovava a circa tre chilometri di distanza dalla città, in zona Pulo. Il luogo era stato scelto appositamente solitario e silenzioso dal Padre Paniscotti affinché i religiosi potessero attendere al meglio alla vita contemplativa. Dopo la sua morte però, i Cappuccini preferirono avvicinarsi alla città perché non sopportavano quella vita troppo austera, trovandosi lontani dall'abitato. Così Nel 1572 ottennero dalla Università il permesso di costruire un altro convento sito in una piazza che ha preso il nome dal loro ordine religioso: Cappuccini
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