Sepolcro ( foto Basilica Madonna dei Martiri)
Sepolcro ( foto Basilica Madonna dei Martiri)
Viva la storia di Molfetta!

E' la "Domenica in albis", tra scarcella e indulgenza

Riti antichi, ormai persi, che rivivono nei ricordi e nelle fonti storiche


La Domenica successiva alla Pasqua è detta in Albis (dal latino «in Albis» sottinteso «vestibus», vestiti di bianche vesti) perché anticamente i neo battezzati erano condotti in quel giorno al battistero e lì deponevano le vesti bianche che per tutta la settimana pasquale avevano indossato, avendo ricevuto il Battesimo il Sabato Santo.

A Molfetta i neo battezzati deponevano le vesti bianche presso il Santuario della Madonna dei Martiri e per solennizare tale cerimonia, i familiari preparavano cibarie e un dolce casalingo detto scarcella, fatto di pasta frolla ripieno di marmellata e ricoperto di giuleppe e di énsìne. Al dolce si dava la forma o di un cuore, o di una stella, o di una colomba: il cuore era simbolo dell'amore cristiano verso il neo battezzato; la stella simboleggiava il Lumen Christi ossia la luce di Cristo; la colomba rappresentava lo Spirito Santo che, nel momento della somministrazione del Battesimo, scende sul battezzato, rigenerandolo con i suoi doni. Questo simbolismo continua ancora oggi. Il dolce veniva consumato sul posto, dopo aver cantato questi versi in vernacolo:
Gloria, gloria, scìnn'o Pregatoreie
scimme o chemménde
la scarcédde ind'o vénde
a mengià re coese dulce
a mengià re d'oeve du ciucce
(Gloria, gloria, scendi al Purgatorio andiamo al convento la scarcella nel ventre a mangiare le cose dolci a mangiare le uova del ciuco)
Il canto vuole significare che nel giorno della gloria, la Pasqua, il Signore scese nel limbo per «scarcerare» le anime. Infatti scarcella deriverebbe dal verbo scarcerare, che in riferimento al Battesimo, vuole indicare l'uomo che viene scarcerato dal peccato originale.
Oggi giorno tale tradizione ha assunto una diversa connotazione. Infatti, la scarcella è diventata un dolce della tradizione pasquale molfettese che si consuma a casa.

Oltre alla festa della scarcella, in questa domenica si celebra la festa dell'indulgenza. Questa festa ha avuto origine nel lontanto 1485, quando Papa Innocenzo VIII (al secolo Giambattista Cibo), già vescovo di Molfetta dal 1472 al 1480, per promuovere maggiore devozione e culto verso la Vergine dei Martiri, nel primo anno del suo Pontificato, fece dono dell'indulgenza plenaria sancita con la Bolla pontificia del 1°giugno 1485.




Brano tratto da "Feste, ricorrenze e memorie" a Molfetta, di Cosmo Tridente
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