Topi da biblioteca
Ragazzo di razza incerta di Beatrice Monroy
Storia di un dimenticato
domenica 28 giugno 2015
9.00
Ragazzo di razza incerta di Beatrice Monroy è l'ultima fatica letteraria della scrittrice, pubblicata da La Meridiana. Racconta la storia di un govane uomo, Mariano Scalèsi, "uno dei tanti dimenticati che, però, a differenza di altri è ritornato con la forza della sua persona". Mariano, o come amava definirsi Marius Scalèsi, è un uomo costretto ad abbandonare la sua terra nativa, la Tunisia, ma conclude la sua vita in Italia, in condizione di isolamento.
Beatrice Monroy parte dalla definizione che viene data di lui in una cartella del manicomio di Palermo, appunto "ragazzo di razza incerta", per ricostruire la vicenda del protagonista. Figlio di emigrati che si erano spostati dalla città siciliana a Tunisi in cerca di fortuna, è vittima di pregiudizio razziale. Lo stesso padre si era detto: "uno storpio, se impara a leggere e scrivere qui, in questo Paese, forse un mestiere lo trova". E così Mariano studia e scrive poesie.
La sua storia, però, è caratterizzata anche da una malattia, la follia, che lo porta ad essere chiuso in manicomio a Palermo, dove muore dopo tre anni e il suo cadavere viene buttato in una fossa comune. I suoi versi non si trovano nelle antologie italiane ma in Tunisia e in Francia è considerato un grande poeta. La storia di Mariano, però, ha qualcosa di attuale che la lega ai giorni nostri. Quel mare che aveva attraversato da giovane, è ancora oggi lo spazio che separa i migranti dal sogno di una vita migliore. Come l'epilogo del protagonista, anche la distesa di acqua spesso si trasforma in una fossa comune, Storie diverse legate da un filo sottile, dunque, quello della speranza e della disperazione. Oggi come allora, il mare continua ad essere percorso da barche colme di migranti che ci ricordano quando erano gli italiani a salpare per l'America.
Beatrice Monroy parte dalla definizione che viene data di lui in una cartella del manicomio di Palermo, appunto "ragazzo di razza incerta", per ricostruire la vicenda del protagonista. Figlio di emigrati che si erano spostati dalla città siciliana a Tunisi in cerca di fortuna, è vittima di pregiudizio razziale. Lo stesso padre si era detto: "uno storpio, se impara a leggere e scrivere qui, in questo Paese, forse un mestiere lo trova". E così Mariano studia e scrive poesie.
La sua storia, però, è caratterizzata anche da una malattia, la follia, che lo porta ad essere chiuso in manicomio a Palermo, dove muore dopo tre anni e il suo cadavere viene buttato in una fossa comune. I suoi versi non si trovano nelle antologie italiane ma in Tunisia e in Francia è considerato un grande poeta. La storia di Mariano, però, ha qualcosa di attuale che la lega ai giorni nostri. Quel mare che aveva attraversato da giovane, è ancora oggi lo spazio che separa i migranti dal sogno di una vita migliore. Come l'epilogo del protagonista, anche la distesa di acqua spesso si trasforma in una fossa comune, Storie diverse legate da un filo sottile, dunque, quello della speranza e della disperazione. Oggi come allora, il mare continua ad essere percorso da barche colme di migranti che ci ricordano quando erano gli italiani a salpare per l'America.