Topi da biblioteca
Le crociate viste dagli arabi
Maalouf Amin
giovedì 20 marzo 2014
21.49
Ovviamente gli arabi non usavano il termine crociate per descrivere quello che per loro erano guerre di invasione: perché tali erano.
Nell'intento di dare alle Crociate un'immagine nuova e diversa, l'autore del libro Amin Maalouf edito da SEI reprint economica, ha fatto ricorso agli scritti degli storici arabi, molti dei quali sconosciuti in Europa, gettando al di là della barricata uno sguardo che ci riserva non poche sorprese.
Abituati a veder raccontate le crociate come una gloriosa corsa alla liberazione di Gerusalemme nel nome di dio, si può rimanere stupiti dalla realtà dei fatti avvenuti.
Non la liberazione del sacro sepolcro, ma la conquista di territori già appartenuti all'Impero Romano cui la chiesa cattolica tenta di ricostruire nel corso secoli e di porre sotto il proprio dominio. La conquista di popoli e risorse economiche per una Europa che a stento riusciva a sopravvivere, un'economia quasi inesistente.
Gli Arabi sicuramente hanno perso la loro integrità, giacché pur conservando il loro immenso territorio, l'occidente ha imparato oltre che la matematica, l'astronomia, la scrittura, l'agricoltura, il fatto che gli Arabi nelle loro divisioni interne etniche tra arabi, turchi e kurdi; religiose tra sciiti e sunniti; politico territoriali e dinastiche erano infatti impegnati più a lottare tra di loro che contro i "Franchi". Ancora nel 1915 Lowrence d'Arabia conquistata Damasco istituì il Consiglio Nazionale Arabo provvisorio in nome del re, dichiarando che d'ora in poi non dovevano esserci più le varie etnie, ma dovevano chiamarsi Arabi. Ma ben presto si rese conto che non era possibile. Contemporaneamente un giovane ufficiale inglese di nome Winston Churchill disegnava i confini dei nuovi stati che sarebbero sorti (Giordania, Irak, Libano, Palestina, ecc.) ovvero gli attuali confini, decisi da Gran Bretagna e Francia. Ma questa è la storia delle democrazia moderna.
L'unità dei popoli arabi è l'elemento essenziale per far si che i popoli medio orientali possano emanciparsi. La storia continua ancora oggi, l'occidente ha imparato sostenendo re e dittatori pur di dividere ed imperare.
Stavo per iniziare la preghiera quando un Franco mi si precipitò addosso, mi afferrò e mi volse il viso verso Oriente dicendo: "Così si prega". Usama ibn Munqidh cronista (1095 -1188)
Le crociate ebbero anche una conseguenza d'ordine religioso. Fin dalla prima spedizione, la guerra santa prende il posto dell'evangelizzazione dei non cristiani e verrà utilizzata anche contro gli eretici. L'eresia degli albigesi, più tardi, quella degli Hussiti, furono sradicate con la guerra santa. Quanto ai pagani, i metodi impiegati con i prussiani sono singolari: non si tratta di convertire l'infedele, ma di sterminarlo.
Solo chi appartiene alla società cristiana può appartenere alla società pubblica, e la scomunica equivale a essere messi fuori legge.
Il nostro Federico II nel luglio del 1228 salpò per la terra santa, e un trattato con il Sultano gli permise di entrare senza colpo ferire a Gerusalemme e di stipulare un accordo che dava ai cristiani la libertà di visitare il sepolcro di cristo. Ma come ben sappiano Federico II non era ben visto dalla chiesa.
In ogni caso per gli Arabi non valeva la massima del diritto romano secondo cui "in materia di possesso, occupazione vale titolo". Per l'Occidente l'Arabia e i nord africa erano dei possedimenti perduto e da riconquistare. I crociati erano in gran parte dei fanatici in lotta per il potere, e che la "liberazione" della città santa non fu altro che il massacro della sua popolazione.