Topi da biblioteca
La ferocia, il libro candidato al premio Strega 2015, di Nicola Lagioia
L'autore pugliese in lizza per il prestigioso riconoscimento
giovedì 9 aprile 2015
7.55
Lo scrittore pugliese Ncola Lagioia è tra gli autori in corsa per il premio Strega 2015. La Ferocia, il volume pubblicato da Einaudi nel 2014, concorrerà per aggiudicarsi l'ambito riconoscimento grazie ad una storia incentrata sulle vicende dei Salvemini e ambientata nella città di Bari. Mette in scena episodi di speculazione edilizia e trame dalle tinte noir, dominate dal male o meglio dalla ferocia, L'idea che sovrasta tutto è che per sopravvivere sia necessario combattere con audacia.
La storia narra le vicende che coinvolgono Clara, la terzogenita di una ricca famiglia di costruttori, i Salvemini appunto, morta in circostanze tragiche. Questo evento finirà per compromettere i rapporti fra il capofamiglia Vittorio, la moglie Annamaria e i figli Michele, Gioia e Ruggero. Clara perde la vita lungo la statale che collega Taranto a Bari: qui viene travolta da un'auto mentre cammina nuda e sporca di sangue. Si pensa subito ad un suicidio ma i tratti della vicenda contribuiscono a definire un quadro poco chiaro che alimenta dubbi e interrogativi.
È Michele, il fratello nato fuori dal matrimonio, che si mette ad indagare sulla faccenda. La tesi del suicidio gli sembra davvero troppo assurda: Clara non può aver meditato una morte del genere. È la tragedia a fare da filo conduttore al romanzo; il drammatico episodio rivela le dinamiche "malate" dell'ambiente famigliare, un nucleo caratterizzato da genitori poco affettuosi e troppo impegnati ad organizzare i loschi affari (il padre). Attorno a loro ruotano una serie di personaggi; sullo sfondo, invece, ci sono le bellezze del territorio pugliese, rigoglioso e ricco di sole, e dall'altro lato le nefandezze provocate dall'edilizia.
La storia narra le vicende che coinvolgono Clara, la terzogenita di una ricca famiglia di costruttori, i Salvemini appunto, morta in circostanze tragiche. Questo evento finirà per compromettere i rapporti fra il capofamiglia Vittorio, la moglie Annamaria e i figli Michele, Gioia e Ruggero. Clara perde la vita lungo la statale che collega Taranto a Bari: qui viene travolta da un'auto mentre cammina nuda e sporca di sangue. Si pensa subito ad un suicidio ma i tratti della vicenda contribuiscono a definire un quadro poco chiaro che alimenta dubbi e interrogativi.
È Michele, il fratello nato fuori dal matrimonio, che si mette ad indagare sulla faccenda. La tesi del suicidio gli sembra davvero troppo assurda: Clara non può aver meditato una morte del genere. È la tragedia a fare da filo conduttore al romanzo; il drammatico episodio rivela le dinamiche "malate" dell'ambiente famigliare, un nucleo caratterizzato da genitori poco affettuosi e troppo impegnati ad organizzare i loschi affari (il padre). Attorno a loro ruotano una serie di personaggi; sullo sfondo, invece, ci sono le bellezze del territorio pugliese, rigoglioso e ricco di sole, e dall'altro lato le nefandezze provocate dall'edilizia.