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Verde urbano? Ancora una chimera

Le Amministrazioni Comunali dovrebbero riconosce l’importanza del verde salvaguardandone le caratteristiche e le peculiarità

Il valore del paesaggio è tutelato dall'art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana e dalla legge 1497/39. Il verde si inserisce nel contesto dei "valori paesaggistici" da tutelare. Sul tema della cura e della tutela del verde, la Città di Molfetta ha un particolare richiamo storico per aver dato i natali a Raffaele Cormìo (Molfetta, 1883 – Varese, 1952) il quale, esperto nel settore del legno e nella cura degli alberi, realizzò a Milano la prima struttura al mondo chiamata "Civica Siloteca Cormìo".
Il verde svolge funzioni estetiche, paesaggistiche, climatico-ecologiche, urbanistiche, sociali e culturali, riveste un ruolo nell'educazione ambientale e nel miglioramento della qualità urbana con benefiche ricadute anche sullo sviluppo turistico ed economico della città. Di particolare rilievo sono le funzioni svolte dal verde a vantaggio della salute pubblica come elemento migliorativo del microclima e di contrasto dell'inquinamento atmosferico, termico, e acustico. In quest'ottica anche il verde di proprietà privata rientra in tali valori, determina gli stessi benefici per la collettività ed è pertanto anch'esso oggetto di rispetto, tutela ed adeguata manutenzione.

Le Amministrazioni Comunali dovrebbero riconosce l'importanza del verde in tutti gli aspetti e dovrebbero salvaguardarne le caratteristiche e le peculiarità. Nel termine "verde" rientrano tutte le specie e gli ambienti vegetali presenti nel territorio urbano ed extraurbano del territorio comunale, le piante sia spontanee sia coltivate ad uso agricolo od ornamentale.
La progettazione delle aree verdi, la loro gestione e gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, devono essere attuati nel rispetto del patrimonio vegetale già esistente, delle condizioni ambientali e pedo-climatiche del territorio. Sulla base di quanto detto, invece, si assiste ancora oggi ad un uso insulso del verde sia pubblico che privato con potature fuori periodo, le alquanto dannose capitozzature di pini, cedri e cipressi, tanto per citare alcuni esempi, con lo sfoltimento di alberi in pieno periodo riproduttivo dell'avifauna non solo stanziale, e con l'eliminazione di "erbaccia" lungo le arterie principali della città utilizzando i consueti fitofarmaci. Un uso abnorme che si potrebbe sicuramente farne a meno ma che purtroppo diventa il classico trattamento di routine, in barba a tutte le normative di tutela delle specie animali.

Nonostante l'assoluta inutilità tecnica, in quanto sostituibili con altre pratiche come il taglio o il pirodiserbo, i disseccanti vengono impiegati lungo le strade e addirittura nei giardini pubblici e privati, in forte contrasto al protocollo di Kyoto.
Nel gennaio 2009 il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva sull'uso sostenibile dei fitofarmaci, che, a partire proprio da quest'anno, vieta l'uso dei pesticidi in parchi, giardini pubblici, campi sportivi, cortili delle scuole e anche in prossimità di strutture sanitarie. Dovrà essere inoltre ridotto l'utilizzo di pesticidi lungo strade, linee ferroviarie, in prossimità di acque superficiali o sotterranee. In base a queste considerazioni è urgente il divieto di ogni impiego di disseccanti sul territorio da parte dei Sindaci, in applicazione del Principio di Precauzione europeo, in qualità di garanti dei diritti inviolabili alla salute e all'ambiente salubre (Art. 9 e 32 della Costituzione Italiana). Vanno considerati inoltre gli enormi danni all'apicoltura, per la mortalità diretta delle api e per la distruzione delle fioriture, soprattutto in periodo primaverile e/o autunnale.

Le varie amministrazioni che si sono succedute, a Molfetta, on hanno mai preso in considerazione la dotazione del "Piano del verde urbano" sia di proprietà pubblica che privata, cercando di fissare norme relative alle modalità di gestione e manutenzione, indicando i criteri da seguire per la progettazione e realizzazione di nuove aree verdi, tutelando parchi e giardini pubblici, aree di pregio ambientale e storico-paesaggistico, singoli soggetti vegetali "di pregio" e/o "monumentali", aree destinate a parco dagli strumenti urbanistici vigenti, ecc.
Ancora una volta non è chiaro come mai, nonostante l'allarme lanciato dalla Comunità Europea sull'utilizzo di determinati prodotti nocivi in agricoltura e non solo, le amministrazioni pubbliche e le ditte autorizzate non puntino molto di più al taglio meccanico che sicuramente procura meno danni all'ambiente!
  • verde pubblico
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