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L'importanza delle api nella nostra biodiversità
“Se l'ape scomparisse dalla terra, all'umanità resterebbero quattro anni di vita” Albert Einstein
lunedì 14 aprile 2014
7.20
E' cominciata da qualche settimana la stagione delle migrazioni, il popolo migratore sta tagliando in due l'intero globo con traversate lunghe e faticose che spesso si traducono in viaggi della morte. Basta appostarsi per qualche ora lungo la fascia costiera per poter osservare rapaci, ardeidi, limicoli ed altri in un continuo volteggiare in cerca di cibo e di riposo. Con la primavera non solo gli uccelli ma anche gli insetti si mostrano ai nostri sguardi in tutto il loro splendore e la loro diversità. Tra questi ultimi in pole position ci sono le api.
"Se l'ape scomparisse dalla terra, all'umanità resterebbero quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente più piante, niente più animali, niente più esseri umani" disse il grande scienziato del millennio scorso Albert Einstein. A lungo considerata solo un'ipotesi, ma da qualche anno, risuona quasi come una profezia attualmente molto vicina alla realtà. La morìa delle api che si è verificata in questi ultimi dieci anni in tutto il mondo, ha raggiunto la dimensione di una vera ecatombe, tanto da mettere a repentaglio l'intera agricoltura mondiale. Basti pensare che circa l'84% (dati F.A.O.) delle specie vegetali, anche destinate al consumo umano, vive e si riproduce grazie alle api.
A rigor di logica la tragica conclusione è che senza api non ci sarebbe più vita sul pianeta Terra (nutrizione e ossigeno provengono dai vegetali). L'ape rappresenta il nostro più efficiente sistema di monitoraggio ambientale (una colonia di api esplora una superficie pari a 4000 campi di calcio) e questo è dimostrato dal fatto che se l'ambiente attorno non è perfettamente salubre non produce e muore, ed è proprio in queste zone che è riscontrabile l'assenza di questi misteriosi insetti. Purtroppo negli ultimi anni si è registrato un drammatico calo nonché una maggiore difficoltà di sopravvivenza degli alveari a causa dei trattamenti chimici utilizzati nelle coltivazioni intensive. Le principali minacce pertanto sono l'uso dei pesticidi nelle pratiche agricole, le attività indotte dalle monocolture, i mutamenti del clima, il rapporto di odio-amore dell'uomo verso questi insetti, dai parassiti e dai patogeni. Alcuni di questi fattori possono agire insieme e moltiplicare il loro effetto in maniera sorprendente e devastante.
Sul versante parassitario fa capolino da qualche tempo l'acaro Varroa che determina, oltre a danni diretti, anche danni indiretti a carico del sistema immunitario dell'ape; virus potenzialmente non letali possono propagarsi nell'intera colonia decimandola o distruggendola completamente approfittando del sistema immunitario compromesso. Questo alto tasso di mortalità è principalmente causato dall'organizzazione sociale delle api che vivono in colonie numerose e con i soggetti a stretto contatto tra di loro. Quella delle api, resta senza dubbio, una delle più affascinanti e perfezionate operazioni di alta operatività sociale. Ogni ape è disposta a dare la propria vita, senza esitazione, per difendere la colonia di appartenenza, non solo, a lavorare ininterrottamente diverse ore al giorno per procurare il cibo e sfamare l'intero alveare. A differenza della vespa con cui viene spesso scambiata, è un insetto vegetariano e si nutre di polline e di nettare. Le api costruiscono l'alveare, utilizzando la cera che viene prodotta da speciali ghiandole poste sull'addome. Solitamente l'alveare viene costruito all'interno di cavità naturali oppure, come spesso accade di recente, all'interno di cassonetti per avvolgibili, nei loculi cimiteriali o in qualsiasi luogo posto a riparo. Questo insetto è particolarmente fissato per la pulizia dell'alveare, la cui cura è affidata alle api operaie che utilizzano inoltre come disinfettante ed isolante la propoli. Questa frenetica, accurata ed instancabile attività collettiva però non è servita a difendersi dalle varie aggressioni.
Non possiamo trascurare l'avvicinamento continuo di numerosi sciami d'api dalle campagne verso i centri abitati, ritenuti più caldi e sicuramente più salubri. Per fuggire dall'attacco chimico che ha inquinato l'ambiente bucolico gli sciami si sono imbattuti in un nuovo pericolo sempre ad opera dell'uomo, che non conoscendo la vera natura di questi insetti li attacca e li distrugge con metodi cruenti. Spesso la paura nasce dal non conoscere! Proprio in queste ultime settimane diverse sono state le segnalazioni alla Polizia Municipale di cittadini che hanno avvistato sciami d'api nei pressi del cimitero, in alcuni giardini privati in via XXV aprile, presso il distributore Esso di Via Terlizzi e così via… E' questo l'approccio corretto in caso di avvistamento di uno sciame o alveare: segnalarne la presenza alla Polizia Municipale che provvederà a contattare gli specialisti per la rimozione. Molti cittadini preoccupati dalla presenza di questo docile ed innocuo insetto, intervengono con metodi cruenti ed illegali, condannandoli a morte. Illegali si! Perché la legge tutela le api con sanzioni penali. "Imparare a conoscere per imparare a rispettare e non temere". Conoscere questo misterioso e sofisticato mondo proteggendolo e soprattutto rispettando la biodiversità. Eppure dalle api l'uomo ha creato un' economia e grazie a questo insetto continua il suo cammino nell'universo.
"Se l'ape scomparisse dalla terra, all'umanità resterebbero quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente più piante, niente più animali, niente più esseri umani" disse il grande scienziato del millennio scorso Albert Einstein. A lungo considerata solo un'ipotesi, ma da qualche anno, risuona quasi come una profezia attualmente molto vicina alla realtà. La morìa delle api che si è verificata in questi ultimi dieci anni in tutto il mondo, ha raggiunto la dimensione di una vera ecatombe, tanto da mettere a repentaglio l'intera agricoltura mondiale. Basti pensare che circa l'84% (dati F.A.O.) delle specie vegetali, anche destinate al consumo umano, vive e si riproduce grazie alle api.
A rigor di logica la tragica conclusione è che senza api non ci sarebbe più vita sul pianeta Terra (nutrizione e ossigeno provengono dai vegetali). L'ape rappresenta il nostro più efficiente sistema di monitoraggio ambientale (una colonia di api esplora una superficie pari a 4000 campi di calcio) e questo è dimostrato dal fatto che se l'ambiente attorno non è perfettamente salubre non produce e muore, ed è proprio in queste zone che è riscontrabile l'assenza di questi misteriosi insetti. Purtroppo negli ultimi anni si è registrato un drammatico calo nonché una maggiore difficoltà di sopravvivenza degli alveari a causa dei trattamenti chimici utilizzati nelle coltivazioni intensive. Le principali minacce pertanto sono l'uso dei pesticidi nelle pratiche agricole, le attività indotte dalle monocolture, i mutamenti del clima, il rapporto di odio-amore dell'uomo verso questi insetti, dai parassiti e dai patogeni. Alcuni di questi fattori possono agire insieme e moltiplicare il loro effetto in maniera sorprendente e devastante.
Sul versante parassitario fa capolino da qualche tempo l'acaro Varroa che determina, oltre a danni diretti, anche danni indiretti a carico del sistema immunitario dell'ape; virus potenzialmente non letali possono propagarsi nell'intera colonia decimandola o distruggendola completamente approfittando del sistema immunitario compromesso. Questo alto tasso di mortalità è principalmente causato dall'organizzazione sociale delle api che vivono in colonie numerose e con i soggetti a stretto contatto tra di loro. Quella delle api, resta senza dubbio, una delle più affascinanti e perfezionate operazioni di alta operatività sociale. Ogni ape è disposta a dare la propria vita, senza esitazione, per difendere la colonia di appartenenza, non solo, a lavorare ininterrottamente diverse ore al giorno per procurare il cibo e sfamare l'intero alveare. A differenza della vespa con cui viene spesso scambiata, è un insetto vegetariano e si nutre di polline e di nettare. Le api costruiscono l'alveare, utilizzando la cera che viene prodotta da speciali ghiandole poste sull'addome. Solitamente l'alveare viene costruito all'interno di cavità naturali oppure, come spesso accade di recente, all'interno di cassonetti per avvolgibili, nei loculi cimiteriali o in qualsiasi luogo posto a riparo. Questo insetto è particolarmente fissato per la pulizia dell'alveare, la cui cura è affidata alle api operaie che utilizzano inoltre come disinfettante ed isolante la propoli. Questa frenetica, accurata ed instancabile attività collettiva però non è servita a difendersi dalle varie aggressioni.
Non possiamo trascurare l'avvicinamento continuo di numerosi sciami d'api dalle campagne verso i centri abitati, ritenuti più caldi e sicuramente più salubri. Per fuggire dall'attacco chimico che ha inquinato l'ambiente bucolico gli sciami si sono imbattuti in un nuovo pericolo sempre ad opera dell'uomo, che non conoscendo la vera natura di questi insetti li attacca e li distrugge con metodi cruenti. Spesso la paura nasce dal non conoscere! Proprio in queste ultime settimane diverse sono state le segnalazioni alla Polizia Municipale di cittadini che hanno avvistato sciami d'api nei pressi del cimitero, in alcuni giardini privati in via XXV aprile, presso il distributore Esso di Via Terlizzi e così via… E' questo l'approccio corretto in caso di avvistamento di uno sciame o alveare: segnalarne la presenza alla Polizia Municipale che provvederà a contattare gli specialisti per la rimozione. Molti cittadini preoccupati dalla presenza di questo docile ed innocuo insetto, intervengono con metodi cruenti ed illegali, condannandoli a morte. Illegali si! Perché la legge tutela le api con sanzioni penali. "Imparare a conoscere per imparare a rispettare e non temere". Conoscere questo misterioso e sofisticato mondo proteggendolo e soprattutto rispettando la biodiversità. Eppure dalle api l'uomo ha creato un' economia e grazie a questo insetto continua il suo cammino nell'universo.