Parola al Fisioterapista
I cambiamenti climatici interferiscono sulla nostra salute?
La parola all’esperto
giovedì 13 novembre 2014
7.19
Fino a qualche anno fa non c'era certezza circa la possibilità che i cambiamenti climatici influenzassero la nostra vita. Invece pare proprio sia così. Non una leggenda metropolitana.
Con il termine di "meteoropatia" si indicano una serie di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni climatiche. Il prof. Adriano Mazzarella, docente di Climatologia Fisica presso l'Università Federico II di Napoli e Responsabile dell'Osservatorio Meteorologico del Dipartimento di Scienze della Terra, afferma che «l'essere umano è un vero meteo dipendente: vento e clima condizionano e non poco, corpo e mente, più di quanto si possa immaginare». Sotto l'aspetto psicologico, quando per esempio spira vento di scirocco si assiste ad una ionizzazione dell'aria: le molecole di ossigeno perdono un elettrone e smettono di essere neutre. Di conseguenza respiriamo un'aria più ricca di ioni positivi e negativi che non hanno un effetto benefico su alcune funzioni cerebrali. In alcuni individui, infatti, questa aumentata elettrostaticità dell'aria arriva a portare ansia. Per chi studia si verifica una minore capacità di concentrazione. Non succede a tutti e in ugual misura in quanto, questi disturbi, si manifestano in soggetti più sensibili.
Dai tempi di Ippocrate, ritenuto il padre della "meteoropatia", si parlava dei disturbi fisici e psichici correlati con i cambiamenti climatici. Ci sono due forme di meteoropatia: quella primaria che interessa i soggetti sani e quella secondaria che colpisce quei soggetti già sofferenti. L'influenza delle condizioni climatiche sulla salute è soggettiva, dipende dalle singole patologie (tipologia e gravità) e dalla particolare sensibilità al clima. Pioggia, umidità, sbalzi di temperatura e pressione atmosferica influenzerebbero anche l'apparato muscolo-scheletrico (artrosi, artrite ecc.), come anche cicatrici, fratture, sia pur di vecchia data, il tutto basato su motivazioni biologiche. Quando la pressione atmosferica scende e arriva il mal tempo, viene ad alterarsi la pressione sanguigna la quale determina un ulteriore stimolo sugli algo-recettori delle articolazioni già sofferenti e delle strutture anatomiche annesse (tendini, cartilagine, capsule ecc).
Si stima che in Italia una persona su 4 accusi tali disturbi. Il nostro organismo tende all'Omeostasi, ovvero all'equilibrio di tutte le sue funzioni: negli sbalzi climatici non sempre e non subito riesce a reagire e a ritrovare una condizione ottimale di benessere. Si verificano pertanto sbalzi nella produzione di certi ormoni come la Serotonina da parte dell'Ipotalamo. Questo neurotrasmettitore fra le sue varie funzioni è in grado di mediare proprio lo stress psico-fisico. Pertanto a livello neuropsicolocico avremo: mal di testa, nervosismo, insonnia, apatia, sbalzi d'umore, depressione. A livello fisico: brividi, tachicardia, sudorazione eccessiva, vampate di calore e sbalzi pressorici, allergia, spossatezza, tensione muscolare ma soprattutto dolori osteoarticolari. In genere i sintomi si presentano alcune ore prima del verificarsi del cambiamento atmosferico ed in alcuni casi giorni prima, o anche quando il maltempo è a chilometri di distanza. Il dolore si manifesta velocemente per poi regredire gradualmente al termine del mal tempo.
In queste condizioni climatiche sembra che venga stimolata la produzione di dell'ACHT, un altro ormone prodotto dall'ipofisi che, a sua volta, regola la secrezione del cortisolo, definito l'ormone dello stress. L'ACHT inibendo la produzione di endorfine, quindi, provoca l'aumento alla sensibilità del dolore. Si verifica anche la riduzione di adrenalina e noradrenalina anch'essi neuro trasmettitori che inibirebbero il dolore.
Come abbiamo visto, fra le cause di tipo biochimico, possiamo annoverare anche quelle di tipo biomeccanico. Il tessuto osseo oltre ad avere funzione di sostegno e di deposito per i minerali in esso contenuti, ha capacità di dilatarsi e ritrarsi. Così facendo, al variare del tasso di umidità nell'aria, varierebbe anche il volume dell'osso stesso (in micron). Ed ecco che si creerà un ulteriore stimolo nocicettivo sulla zona già sofferente: se il dolore è già presente, aumenterà. Se non è presente, comparirà.
TERAPIA – nella fase acuta del dolore, riposo e terapia farmacologica.
Alcuni Consigli
1)Dieta ricca di vitamine soprattutto vitamina C
2)Ridurre lo stress psicofisico. Dedicarsi ad attività piacevoli.
3)Vestirsi a strati per facilitare l'adattamento ad eventuali sbalzi climatici improvvisi.
4)Programmare la giornata in base alle previsioni meteorologiche.
5)Consumare tisane a base di prodotti naturali.
6)Stimolare i meccanismi di termoregolazione con attività fisica all'aria aperta: passeggiate, ginnastica leggera.
7)Idromassaggi con alternanza di acqua calda (35°) e a temperatura ambiente (25°).
8)Fisioterapia mirata
Con il termine di "meteoropatia" si indicano una serie di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni climatiche. Il prof. Adriano Mazzarella, docente di Climatologia Fisica presso l'Università Federico II di Napoli e Responsabile dell'Osservatorio Meteorologico del Dipartimento di Scienze della Terra, afferma che «l'essere umano è un vero meteo dipendente: vento e clima condizionano e non poco, corpo e mente, più di quanto si possa immaginare». Sotto l'aspetto psicologico, quando per esempio spira vento di scirocco si assiste ad una ionizzazione dell'aria: le molecole di ossigeno perdono un elettrone e smettono di essere neutre. Di conseguenza respiriamo un'aria più ricca di ioni positivi e negativi che non hanno un effetto benefico su alcune funzioni cerebrali. In alcuni individui, infatti, questa aumentata elettrostaticità dell'aria arriva a portare ansia. Per chi studia si verifica una minore capacità di concentrazione. Non succede a tutti e in ugual misura in quanto, questi disturbi, si manifestano in soggetti più sensibili.
Dai tempi di Ippocrate, ritenuto il padre della "meteoropatia", si parlava dei disturbi fisici e psichici correlati con i cambiamenti climatici. Ci sono due forme di meteoropatia: quella primaria che interessa i soggetti sani e quella secondaria che colpisce quei soggetti già sofferenti. L'influenza delle condizioni climatiche sulla salute è soggettiva, dipende dalle singole patologie (tipologia e gravità) e dalla particolare sensibilità al clima. Pioggia, umidità, sbalzi di temperatura e pressione atmosferica influenzerebbero anche l'apparato muscolo-scheletrico (artrosi, artrite ecc.), come anche cicatrici, fratture, sia pur di vecchia data, il tutto basato su motivazioni biologiche. Quando la pressione atmosferica scende e arriva il mal tempo, viene ad alterarsi la pressione sanguigna la quale determina un ulteriore stimolo sugli algo-recettori delle articolazioni già sofferenti e delle strutture anatomiche annesse (tendini, cartilagine, capsule ecc).
Si stima che in Italia una persona su 4 accusi tali disturbi. Il nostro organismo tende all'Omeostasi, ovvero all'equilibrio di tutte le sue funzioni: negli sbalzi climatici non sempre e non subito riesce a reagire e a ritrovare una condizione ottimale di benessere. Si verificano pertanto sbalzi nella produzione di certi ormoni come la Serotonina da parte dell'Ipotalamo. Questo neurotrasmettitore fra le sue varie funzioni è in grado di mediare proprio lo stress psico-fisico. Pertanto a livello neuropsicolocico avremo: mal di testa, nervosismo, insonnia, apatia, sbalzi d'umore, depressione. A livello fisico: brividi, tachicardia, sudorazione eccessiva, vampate di calore e sbalzi pressorici, allergia, spossatezza, tensione muscolare ma soprattutto dolori osteoarticolari. In genere i sintomi si presentano alcune ore prima del verificarsi del cambiamento atmosferico ed in alcuni casi giorni prima, o anche quando il maltempo è a chilometri di distanza. Il dolore si manifesta velocemente per poi regredire gradualmente al termine del mal tempo.
In queste condizioni climatiche sembra che venga stimolata la produzione di dell'ACHT, un altro ormone prodotto dall'ipofisi che, a sua volta, regola la secrezione del cortisolo, definito l'ormone dello stress. L'ACHT inibendo la produzione di endorfine, quindi, provoca l'aumento alla sensibilità del dolore. Si verifica anche la riduzione di adrenalina e noradrenalina anch'essi neuro trasmettitori che inibirebbero il dolore.
Come abbiamo visto, fra le cause di tipo biochimico, possiamo annoverare anche quelle di tipo biomeccanico. Il tessuto osseo oltre ad avere funzione di sostegno e di deposito per i minerali in esso contenuti, ha capacità di dilatarsi e ritrarsi. Così facendo, al variare del tasso di umidità nell'aria, varierebbe anche il volume dell'osso stesso (in micron). Ed ecco che si creerà un ulteriore stimolo nocicettivo sulla zona già sofferente: se il dolore è già presente, aumenterà. Se non è presente, comparirà.
TERAPIA – nella fase acuta del dolore, riposo e terapia farmacologica.
Alcuni Consigli
1)Dieta ricca di vitamine soprattutto vitamina C
2)Ridurre lo stress psicofisico. Dedicarsi ad attività piacevoli.
3)Vestirsi a strati per facilitare l'adattamento ad eventuali sbalzi climatici improvvisi.
4)Programmare la giornata in base alle previsioni meteorologiche.
5)Consumare tisane a base di prodotti naturali.
6)Stimolare i meccanismi di termoregolazione con attività fisica all'aria aperta: passeggiate, ginnastica leggera.
7)Idromassaggi con alternanza di acqua calda (35°) e a temperatura ambiente (25°).
8)Fisioterapia mirata