In punta di penna
Va in vacanza al nord e gli danno del terrone
Su facebook lo “sfogo” di Vincenzo
sabato 23 agosto 2014
8.32
Chiamare qualcuno "terrunciello" per fare il verso a Diego Abatantuono può far ridere, ma usare il termine "terrone" con la volontà di offendere non si può accettare.
E' accaduto a Vincenzo, un molfettese che, in vacanza con la propria famiglia, ha vissuto un'esperienza che, a detta dello stesso, è stata terrificante.
Lo sfogo di Vincenzo è stato postato sul suo profilo facebook con la fretta e la foga che contraddistinguono lo stato d'animo che stava vivendo. «In giro per Cremona e Pavia ho visto gente offendersi dandosi del terrone e i carabinieri che mi inseguono vedendo la targa Bari poi rilasciandomi subito senza chiedere i documenti vedendo una tranquilla famigliola. Non portate cagnolini in Lombardia perché non sono ammessi in alcun posto aperto al pubblico».
Una situazione rocambolesca, che mette in evidenza quanto la discriminazione sia una questione ancora attuale.
Un racconto che lascia l'amaro in bocca e nette in evidenza tutta la mediocrità di certe persone, non tutte per fortuna. Anche se, a guardare bene, forse è vero, la gente del sud è diversa da quella del nord. I "terroni", Made in Sud, sono amanti dell' "arrust e mangia", dei taralli all'uovo, della parmigiana di melanzana, dei fagiolini (quelli dell'orto), dell'odore del mare, dell'umidità e del caldo afoso che ti rende felice. Cose da terroni insomma.
Soprattutto la gente del sud è accogliente. E' capace di abbracciare, di aiutare, di sostenere chi arriva da lontano, dal sud del sud. E' qualcosa che si ha nel sangue.
Non lo impone nessuno. Accade. E' così e a nessuno, da queste parti, verrebbe in mente di chiamare "terrone", nel senso più bieco che il termine può racchiudere, un uomo che arriva dall'Algeria, dalla Tunisia, da qualsiasi altra parte del mondo, né polentone chi arriva dal nord. Quelli made in Sud sono fatti così.
E' accaduto a Vincenzo, un molfettese che, in vacanza con la propria famiglia, ha vissuto un'esperienza che, a detta dello stesso, è stata terrificante.
Lo sfogo di Vincenzo è stato postato sul suo profilo facebook con la fretta e la foga che contraddistinguono lo stato d'animo che stava vivendo. «In giro per Cremona e Pavia ho visto gente offendersi dandosi del terrone e i carabinieri che mi inseguono vedendo la targa Bari poi rilasciandomi subito senza chiedere i documenti vedendo una tranquilla famigliola. Non portate cagnolini in Lombardia perché non sono ammessi in alcun posto aperto al pubblico».
Una situazione rocambolesca, che mette in evidenza quanto la discriminazione sia una questione ancora attuale.
Un racconto che lascia l'amaro in bocca e nette in evidenza tutta la mediocrità di certe persone, non tutte per fortuna. Anche se, a guardare bene, forse è vero, la gente del sud è diversa da quella del nord. I "terroni", Made in Sud, sono amanti dell' "arrust e mangia", dei taralli all'uovo, della parmigiana di melanzana, dei fagiolini (quelli dell'orto), dell'odore del mare, dell'umidità e del caldo afoso che ti rende felice. Cose da terroni insomma.
Soprattutto la gente del sud è accogliente. E' capace di abbracciare, di aiutare, di sostenere chi arriva da lontano, dal sud del sud. E' qualcosa che si ha nel sangue.
Non lo impone nessuno. Accade. E' così e a nessuno, da queste parti, verrebbe in mente di chiamare "terrone", nel senso più bieco che il termine può racchiudere, un uomo che arriva dall'Algeria, dalla Tunisia, da qualsiasi altra parte del mondo, né polentone chi arriva dal nord. Quelli made in Sud sono fatti così.