In punta di penna
La Madonna dei Martiri e i molfettesi
Storia di una devozione che affonda le radici nel cuore
sabato 12 settembre 2015
Sui cartelloni allestiti per la Fiera, è così che a Molfetta, si chiama la festa patronale, campeggia sotto il nome di Madonna del Mare. Qualcuno passa e risponde: "Chi?" Per i molfettesi, è sempre stata la Madonna dei Martiri. Certo, domina su quella infinita distesa azzurra ma il senso vero della devozione che le viene data, sta nella protezione che estende su quanti il mare lo attraversano ogni giorno. Soprattutto per una città come la nostra, a vocazione marinaresca.
Quando si è a largo, con l'acqua salata che ondeggia sotto i piedi più di quanto ci si aspetti, il pensiero vola sempre a lei, alla Vergine che protegge i marinai. "Fa' che il mare si calmi! Fa' che sia una buona pesca!" La Madonna conosce bene i sacrifici di questo lavoro. Accucciarsi in un letto piccolo e claustrofobico. Sentire il vento umido che attraversa le giacche e penetra nelle ossa. Avere il cuore che si stritola, ogni volta che si lascia la famiglia per rivederla dopo giorni. E pure quando si incrociano gli sguardi della moglie, con in mano uno stipendio troppo magro per vivere in quattro. Alla fine però si va. Un bacio a tutti e si sale sul motopeschereccio, facendo il pieno di speranza e devozione alla Madonna.
Lei, che allarga le braccia ai marinai, è pronta ad accogliere nella sua stretta, chiunque le rivolga lo sguardo. E allora, nella Basilica che porta il suo nome, entrano in tantissimi. Se si potessero udire, riconosceremmo le preghiere dei malati, l'implorazione perché infonda nell'anima un po' di coraggio, almeno quello che basta per vincere la voglia di mollare che talvolta si desta. C'è anche chi la prega per arrivare a fine mese. Chi cerca un lavoro, perché a 50 anni nessun imprenditore ti chiama più. E poi c'è chi non sa come fare perché ha un figlio ma non un marito. C'è pure chi la ringrazia soltanto, perché ritiene di aver ricevuto già molto dalla vita. Se si potessero udire, riconosceremmo le voci dei molfettesi. Ma la Madonna dei Martiri ascolta e custodisce gelosamente tutti i pensieri e le preghiere, senza rivelarli, come una mamma. È per questo che è la Patrona di qualcuno, più che di qualcosa.
Quando si è a largo, con l'acqua salata che ondeggia sotto i piedi più di quanto ci si aspetti, il pensiero vola sempre a lei, alla Vergine che protegge i marinai. "Fa' che il mare si calmi! Fa' che sia una buona pesca!" La Madonna conosce bene i sacrifici di questo lavoro. Accucciarsi in un letto piccolo e claustrofobico. Sentire il vento umido che attraversa le giacche e penetra nelle ossa. Avere il cuore che si stritola, ogni volta che si lascia la famiglia per rivederla dopo giorni. E pure quando si incrociano gli sguardi della moglie, con in mano uno stipendio troppo magro per vivere in quattro. Alla fine però si va. Un bacio a tutti e si sale sul motopeschereccio, facendo il pieno di speranza e devozione alla Madonna.
Lei, che allarga le braccia ai marinai, è pronta ad accogliere nella sua stretta, chiunque le rivolga lo sguardo. E allora, nella Basilica che porta il suo nome, entrano in tantissimi. Se si potessero udire, riconosceremmo le preghiere dei malati, l'implorazione perché infonda nell'anima un po' di coraggio, almeno quello che basta per vincere la voglia di mollare che talvolta si desta. C'è anche chi la prega per arrivare a fine mese. Chi cerca un lavoro, perché a 50 anni nessun imprenditore ti chiama più. E poi c'è chi non sa come fare perché ha un figlio ma non un marito. C'è pure chi la ringrazia soltanto, perché ritiene di aver ricevuto già molto dalla vita. Se si potessero udire, riconosceremmo le voci dei molfettesi. Ma la Madonna dei Martiri ascolta e custodisce gelosamente tutti i pensieri e le preghiere, senza rivelarli, come una mamma. È per questo che è la Patrona di qualcuno, più che di qualcosa.