In punta di penna
In aumento i nuovi poveri
Tante le persone in difficoltà che si rivolgono ai centri parrocchiali e alla Caritas
martedì 23 settembre 2014
9.05
In aumento il numero delle persone che si rivolgono alle chiese per chiedere aiuto. Sono i "nuovi poveri", costretti a vivere da indigenti. Non rientrano in questa categoria sociale solo gli immigrati. I numeri, negli ultimi anni, hanno subito una impennata. Si è passati dalle mille unità al doppio delle unità dal 2010 ad oggi e il fenomeno è in crescita. Perché in "fila" ci sono pure i pensionati, le persone "anziane" che hanno perso il lavoro, le famiglie monoreddito, laddove il reddito deriva da contratti atipici.
La crisi economica ha messo in ginocchio anche una buona fetta degli italiani e dei cittadini molfettesi che ormai si recano nelle comunità parrocchiali locali con le loro richieste di aiuto: dal pagamento dell'affitto, ai beni di prima necessità, tutti chiedono un aiuto perché non riescono a sostenere, senza un aiuto, le spese domestiche che un tempo non gravavano molto sul budget familiare (utenze primarie, farmaci, materiale scolastico).
Negli ultimi anni è aumentata anche la richiesta di generi alimentari come pasta, riso, zucchero, legumi, conserve di pomodori, carne e pesce in scatola senza dimenticare le richieste quotidiane di aiuto, dal pagamento delle bollette all'acquisto di medicinali. Un allarme sulla povertà senza precedenti dagli anni '80 che ha portato un numero record di nuovi poveri a bussare in silenzio alla porta dell'unica struttura rimasta, la parrocchia. E poi c'è la Caritas, da sempre una roccaforte, per tutti.
È palese che si sta allargando sempre più la forbice tra poveri e ricchi. Anche Papa Francesco nella esortazione apostolica "Evangelii gaudium" è intervenuto proprio sulla forbice che si sta allargando tra ricchi e poveri. Questo particolare aspetto della povertà è emerso anche nel Convegno pastorale diocesano di giovedì e venerdì 18 e 19 settembre denominato "...e si prese cura di lui", educare alla carità, con un attenta analisi di Mons. Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana dalla quale è emerso che le disuguaglianze sono in forte aumento nelle nazioni ricche e si tratta di un nuovo fenomeno che va affrontato con grande attenzione dalle istituzioni perché né le Chiese né la Caritas sono dei Bancomat.
La crisi economica ha messo in ginocchio anche una buona fetta degli italiani e dei cittadini molfettesi che ormai si recano nelle comunità parrocchiali locali con le loro richieste di aiuto: dal pagamento dell'affitto, ai beni di prima necessità, tutti chiedono un aiuto perché non riescono a sostenere, senza un aiuto, le spese domestiche che un tempo non gravavano molto sul budget familiare (utenze primarie, farmaci, materiale scolastico).
Negli ultimi anni è aumentata anche la richiesta di generi alimentari come pasta, riso, zucchero, legumi, conserve di pomodori, carne e pesce in scatola senza dimenticare le richieste quotidiane di aiuto, dal pagamento delle bollette all'acquisto di medicinali. Un allarme sulla povertà senza precedenti dagli anni '80 che ha portato un numero record di nuovi poveri a bussare in silenzio alla porta dell'unica struttura rimasta, la parrocchia. E poi c'è la Caritas, da sempre una roccaforte, per tutti.
È palese che si sta allargando sempre più la forbice tra poveri e ricchi. Anche Papa Francesco nella esortazione apostolica "Evangelii gaudium" è intervenuto proprio sulla forbice che si sta allargando tra ricchi e poveri. Questo particolare aspetto della povertà è emerso anche nel Convegno pastorale diocesano di giovedì e venerdì 18 e 19 settembre denominato "...e si prese cura di lui", educare alla carità, con un attenta analisi di Mons. Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana dalla quale è emerso che le disuguaglianze sono in forte aumento nelle nazioni ricche e si tratta di un nuovo fenomeno che va affrontato con grande attenzione dalle istituzioni perché né le Chiese né la Caritas sono dei Bancomat.