"Furbo"... chi Legge!
Genitori separati e visita ai figli al tempo del Coronavirus: la Faq del Governo
Sul tema anche la commissione famiglia dell'Unione Nazionale delle Camere Civili
domenica 5 aprile 2020
Il diritto di visita del genitore non convivente ai figli al tempo del Coronavirus resta tema di stretta attualità.
Emergenza nell'emergenza se si considera che i dubbi e le perplessità nascono dalle norme limitanti gli spostamenti disposte per evitare assembramenti e uscite così da contenere i contagi e la diffusione del Covid 19.
In questa rubrica qualche giorno fa avevamo già trattato il tema ribadendo che il principio fondamentale resta sempre quello di garantire e preservare il diritto alla bigenitorialità del figlio tanto all'interno dell'autocertificazione era possibile giustificare come motivo di necessità l'uscita da casa per andare a incontrarlo.
Tuttavia non ci si poteva esimere anche dall'esame del provvedimento del Tribunale di Bari che a proposito di un genitore residente in comune diverso da quello del figlio, sospendeva le visite ritenendo preminente il diritto alla salute del minore e, allo stesso tempo, impartiva al genitore convivente di incentivare ogni contatto attraverso i mezzi di comunicazione (a tal proposito è però opportuno precisare che sempre il genitore convivente deve agevolare il diritto di visita dell'altro genitore).
A fare ulteriore chiarezza è giunta anche una spiegazione del Governo.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, infatti, ha precisato che: "Gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l'altro genitore o comunque presso l'affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche da un Comune all'altro. Tali spostamenti dovranno in ogni caso avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario (persone in quarantena, positive, immunodepresse etc.), nonché secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio o, in assenza di tali provvedimenti, secondo quanto concordato tra i genitori".
La precisazione è chiarissima.
Nell'attuazione pratica essa non può ovviamente prescindere dal buon senso dei genitori, buon senso che dovrebbe essere sempre al centro dei rapporti in presenza di figli anche quando la coppia scoppia.
A tale proposito un vero e proprio vademecum, che può prendersi come esempio, è stato stilato dalla commissione famiglia dell'Unione Nazionale delle Camere Civili.
Pertanto se c'è un provvedimento del giudice che dispone il diritto di visita dilazionato in più giorni (ad esempio due o tre mattine e/o pomeriggi alla settimana) si può anche decidere di accorparli così da razionalizzare gli spostamenti. Se, invece, i rapporti non sono disciplinati da un provvedimento del Tribunale è compito ancora dei genitori di mettere in atto buon senso e razionalizzare spostamenti ed esposizioni dei minori.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI: https://www.facebook.com/StudioLegaleMariaMarino/
Emergenza nell'emergenza se si considera che i dubbi e le perplessità nascono dalle norme limitanti gli spostamenti disposte per evitare assembramenti e uscite così da contenere i contagi e la diffusione del Covid 19.
In questa rubrica qualche giorno fa avevamo già trattato il tema ribadendo che il principio fondamentale resta sempre quello di garantire e preservare il diritto alla bigenitorialità del figlio tanto all'interno dell'autocertificazione era possibile giustificare come motivo di necessità l'uscita da casa per andare a incontrarlo.
Tuttavia non ci si poteva esimere anche dall'esame del provvedimento del Tribunale di Bari che a proposito di un genitore residente in comune diverso da quello del figlio, sospendeva le visite ritenendo preminente il diritto alla salute del minore e, allo stesso tempo, impartiva al genitore convivente di incentivare ogni contatto attraverso i mezzi di comunicazione (a tal proposito è però opportuno precisare che sempre il genitore convivente deve agevolare il diritto di visita dell'altro genitore).
A fare ulteriore chiarezza è giunta anche una spiegazione del Governo.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, infatti, ha precisato che: "Gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l'altro genitore o comunque presso l'affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche da un Comune all'altro. Tali spostamenti dovranno in ogni caso avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario (persone in quarantena, positive, immunodepresse etc.), nonché secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio o, in assenza di tali provvedimenti, secondo quanto concordato tra i genitori".
La precisazione è chiarissima.
Nell'attuazione pratica essa non può ovviamente prescindere dal buon senso dei genitori, buon senso che dovrebbe essere sempre al centro dei rapporti in presenza di figli anche quando la coppia scoppia.
A tale proposito un vero e proprio vademecum, che può prendersi come esempio, è stato stilato dalla commissione famiglia dell'Unione Nazionale delle Camere Civili.
Pertanto se c'è un provvedimento del giudice che dispone il diritto di visita dilazionato in più giorni (ad esempio due o tre mattine e/o pomeriggi alla settimana) si può anche decidere di accorparli così da razionalizzare gli spostamenti. Se, invece, i rapporti non sono disciplinati da un provvedimento del Tribunale è compito ancora dei genitori di mettere in atto buon senso e razionalizzare spostamenti ed esposizioni dei minori.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI: https://www.facebook.com/StudioLegaleMariaMarino/