Casa e dintorni
Gli edifici abusivi possono essere automaticamente espropriati
Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la sentenza 1064/2015
mercoledì 27 maggio 2015
7.18
Gli edifici abusivi possono essere espropriati in modo automatico dal Comune. Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la sentenza 1064/2015.
I giudici hanno ricordato che, in base all'articolo 31 del Testo unico dell'edilizia (Dpr 380/2001), se il Comune impone il ripristino della situazione preesistente e l'autore dell'abuso non obbedisce, l'acquisizione da parte dell'Amministrazione avviene automaticamente.
Nel caso preso in esame dal CdS, era stato chiesto al Comune un permesso di costruire in sanatoria, ma poi era stato effettuato un cambio di destinazione d'uso in totale difformità dal titolo abilitativo. Uno dei locali, assentito come deposito, era stato trasformato in cucine anche se, contrariamente a quanto previsto dal regolamento edilizio comunale, l'altezza era minore di 2,70 metri.
Dato che il cambiamento di destinazione d'uso era risultato difforme dal titolo abilitativo e comportava una diversa incidenza sul carico urbanistico, il Comune l'aveva considerato come una trasformazione edilizia.
Constatata l'inerzia dell'autore dell'abuso, cui era stato intimato di ripristinare la situazione preesistente, l'Amministrazione aveva quindi acquisito il bene e l'area di sedime, che erano entrati a far parte del patrimonio comunale.
Di fronte all'opposizione dell'interessato, i giudici hanno chiarito che l'acquisizione non è un provvedimento di autotutela, ma una misura sanzionatoria che segue all'inottemperanza dell'ordine di demolizione e ripristino. Per questo motivo entra in funzione in modo automatico.
Ricapitolando. Gli edifici abusivi possono essere automaticamente espropriati: se il Comune impone il ripristino e il responsabile non adempie, i manufatti
diventano di proprietà comunale
I giudici hanno ricordato che, in base all'articolo 31 del Testo unico dell'edilizia (Dpr 380/2001), se il Comune impone il ripristino della situazione preesistente e l'autore dell'abuso non obbedisce, l'acquisizione da parte dell'Amministrazione avviene automaticamente.
Nel caso preso in esame dal CdS, era stato chiesto al Comune un permesso di costruire in sanatoria, ma poi era stato effettuato un cambio di destinazione d'uso in totale difformità dal titolo abilitativo. Uno dei locali, assentito come deposito, era stato trasformato in cucine anche se, contrariamente a quanto previsto dal regolamento edilizio comunale, l'altezza era minore di 2,70 metri.
Dato che il cambiamento di destinazione d'uso era risultato difforme dal titolo abilitativo e comportava una diversa incidenza sul carico urbanistico, il Comune l'aveva considerato come una trasformazione edilizia.
Constatata l'inerzia dell'autore dell'abuso, cui era stato intimato di ripristinare la situazione preesistente, l'Amministrazione aveva quindi acquisito il bene e l'area di sedime, che erano entrati a far parte del patrimonio comunale.
Di fronte all'opposizione dell'interessato, i giudici hanno chiarito che l'acquisizione non è un provvedimento di autotutela, ma una misura sanzionatoria che segue all'inottemperanza dell'ordine di demolizione e ripristino. Per questo motivo entra in funzione in modo automatico.
Ricapitolando. Gli edifici abusivi possono essere automaticamente espropriati: se il Comune impone il ripristino e il responsabile non adempie, i manufatti
diventano di proprietà comunale