Casa e dintorni
Ddl concorrenza: immobili, scoppia la guerra notai-avvocati
Il Ddl concorrenza assegna agli avvocati le competenze su immobili non abitativi fino a 100mila euro, sottraendole ai notai
mercoledì 18 marzo 2015
7.27
È "guerra" tra avvocati e notai per le competenze in materia di immobili. Il Ddl concorrenza, da poco approvato dal Consiglio dei ministri, consegna ai primi nuove prerogative in materia di unità come box e magazzini sotto i 100mila euro di valore catastale. E le toglie, ovviamente, ai secondi che attaccano a testa bassa. Così, al di là delle polemiche in punta di diritto, la questione assomiglia sempre di più a uno scambio di accuse reciproche.
L'articolo 29 del disegno di legge, affronta la questione del passaggio di proprietà di beni immobili ad uso non abitativo. Il testo, si occupa degli «atti e le dichiarazioni aventi ad oggetto la cessione o la donazione di beni immobili adibiti ad uso non abitativo» o «la modificazione di diritti sui medesimi beni». La semplificazione non riguarda tutti i casi, ma solo gli immobili di «valore catastale non superiore a 100mila euro».
Un cambiamento importante, perché acquirenti e venditori, nelle transazioni che riguardano questi beni, potranno rivolgersi anche ad un'altra tipologia di professionista: gli avvocati abilitati al patrocinio, purché siano muniti di polizza assicurativa pari almeno al valore del bene dichiarato nell'atto.
Il Consiglio nazionale notariato afferma che «con il disegno di legge sulla concorrenza, il sistema Paese, e in particolare le fasce più deboli dei cittadini, saranno esposte a forti rischi di criminalità, abusi e frodi con un grave danno economico e sociale». «le modifiche del Ddl porteranno «ad una inevitabile rarefazione delle verifiche in materia di antiriciclaggio (oggi il 91% delle segnalazioni delle professioni provengono da notai), minando l'affidabilità dei pubblici registri».
Gli avvocati hanno risposto con il Coordinamento degli ordini forensi e delle unioni regionali degli avvocati contestando «tali affermazioni, in quanto al pari dei notai gli avvocati hanno la medesima cultura della legalità, e possono assicurare, al pari dei notai professionalità, trasparenza alle transazioni notai, sono soggetti alle disposizioni antiriciclaggio».
L'affermazione per cui senza il controllo notarile non si avranno uguali tutele è «del tutto ingiustificabile e offensiva».
La professione forense, «al contrario di quanto affermato dal Consiglio nazionale del notariato è quotidianamente impegnata nell'affermazione della legalità». La palla, adesso, è nelle mani del Parlamento, che dovrà decidere se e come modificare il testo.
L'articolo 29 del disegno di legge, affronta la questione del passaggio di proprietà di beni immobili ad uso non abitativo. Il testo, si occupa degli «atti e le dichiarazioni aventi ad oggetto la cessione o la donazione di beni immobili adibiti ad uso non abitativo» o «la modificazione di diritti sui medesimi beni». La semplificazione non riguarda tutti i casi, ma solo gli immobili di «valore catastale non superiore a 100mila euro».
Un cambiamento importante, perché acquirenti e venditori, nelle transazioni che riguardano questi beni, potranno rivolgersi anche ad un'altra tipologia di professionista: gli avvocati abilitati al patrocinio, purché siano muniti di polizza assicurativa pari almeno al valore del bene dichiarato nell'atto.
Il Consiglio nazionale notariato afferma che «con il disegno di legge sulla concorrenza, il sistema Paese, e in particolare le fasce più deboli dei cittadini, saranno esposte a forti rischi di criminalità, abusi e frodi con un grave danno economico e sociale». «le modifiche del Ddl porteranno «ad una inevitabile rarefazione delle verifiche in materia di antiriciclaggio (oggi il 91% delle segnalazioni delle professioni provengono da notai), minando l'affidabilità dei pubblici registri».
Gli avvocati hanno risposto con il Coordinamento degli ordini forensi e delle unioni regionali degli avvocati contestando «tali affermazioni, in quanto al pari dei notai gli avvocati hanno la medesima cultura della legalità, e possono assicurare, al pari dei notai professionalità, trasparenza alle transazioni notai, sono soggetti alle disposizioni antiriciclaggio».
L'affermazione per cui senza il controllo notarile non si avranno uguali tutele è «del tutto ingiustificabile e offensiva».
La professione forense, «al contrario di quanto affermato dal Consiglio nazionale del notariato è quotidianamente impegnata nell'affermazione della legalità». La palla, adesso, è nelle mani del Parlamento, che dovrà decidere se e come modificare il testo.