Vladimir Luxuria a Molfetta per parlare di bullismo omotransfobico ai ragazzi
Ieri sera convegno all'ITIS "G. Ferraris"
Molfetta - giovedì 14 febbraio 2019
Bullismo e cyber bullismo, due parole coniate negli ultimi anni ma che evidenziano un fenomeno crescente.
Due parole che possono abbracciare un altro rischio per le giovani generazioni, quello dell'orientamento sessuale, troppo spesso compromesso dall'omofobia.
Del bullismo omotransfobico si è parlato ieri sera in un convegno svoltosi ed organizzato dall'ITIS "G.Ferraris" di Molfetta, alla presenza di una platea costituita per la maggior parte da docenti degli istituti di Molfetta, Corato, Barletta e Andria. Relatori d'eccezione la scrittrice ed attrice Vladimir Luxuria, lo psicologo e docente universitario Alessandro Turino, l'assessore regionale all'istruzione, formazione e lavoro Sebastiano Leo e il presidente nazionale di Aricgay Luciano Lopopolo. A fare gli onori di casa ci ha pensato Luigi Melpignano, dirigente scolastico dell'ITIS di Molfetta, il quale ha sottolineato l'importanza formativa delle scuole in ambiti come l'orientamento sessuale. "Parole d'amore e libertà, per prevenire la violenza": questo il titolo dato al convegno che ha visto intervenire per il comune di Molfetta l'Assessora alla Cultura Sara Allegretta.
Avere un istituto molfettese capofila in un progetto contro il bullismo omotransfobico rappresenta un motivo di orgoglio, come lo è la presenza di centri antiviolenza che insieme alle istituzioni credono in progetti come quello illustrato ieri sera proprio a Molfetta. Questo essenzialmente l'opinione espressa dal Luciano Lopopolo presente nazionale di Arcigay. Puntando sulle parole e sui poteri che riescono a generare è possibile portare avanti argomenti come l'omosessualità e la transessualità.
«Le parole sono importanti – ha affermato il prof. Alessandro Taurino – perché danno statuto a quello che nominano, ma prima di arrivare ad elaborare il concetto di persona sarebbe necessario decostruire i pregiudizi». Ed è così che le differenze, come in aritmetica, diventano delle sottrazioni. «Differenziare gli orientamenti e le preferenze sessuali – ha proseguito il docente di psicologia clinica dell'Università di Bari - nonché discriminarli significa sottrarre qualcosa a chi ne è sottoposto».
Davvero ricco di spunti l'intervento dello psicoterapeuta ospite del "G. Ferraris" che successivamente non ha esitato a favorire l'intervento – testimonianza di Vladimir Luxuria, letteralmente acclamata da una platea attenta e partecipe. «Parlare della mia esperienza nei contesti in cui vengo invitata – ha sottolineato l'ex parlamentare – per me risulta importante in quanto si ha l'opportunità di dare delle spiegazioni a delle parole relativamente nuove ma che descrivono fenomeni la cui storia non è certamente così recente. Bullismo, omofobia, transessualità: sono termini coniati alla fine degli anni '60 ma la discriminazione nasce molto prima ed è sempre stata intesa come qualcosa di normale. Oggi – ha proseguito Luxuria – parlare di bullismo omofobo significa per molti minare l'orientamento sessuale di un bambino».
Proprio partendo da questo concetto la scrittrice e attrice foggiana ha concluso ribadendo che «non vogliamo che un eterosessuale diventi gay, ma vogliamo evitare che i bambini vengano deviati dalle parole omofobe degli adulti».
Due parole che possono abbracciare un altro rischio per le giovani generazioni, quello dell'orientamento sessuale, troppo spesso compromesso dall'omofobia.
Del bullismo omotransfobico si è parlato ieri sera in un convegno svoltosi ed organizzato dall'ITIS "G.Ferraris" di Molfetta, alla presenza di una platea costituita per la maggior parte da docenti degli istituti di Molfetta, Corato, Barletta e Andria. Relatori d'eccezione la scrittrice ed attrice Vladimir Luxuria, lo psicologo e docente universitario Alessandro Turino, l'assessore regionale all'istruzione, formazione e lavoro Sebastiano Leo e il presidente nazionale di Aricgay Luciano Lopopolo. A fare gli onori di casa ci ha pensato Luigi Melpignano, dirigente scolastico dell'ITIS di Molfetta, il quale ha sottolineato l'importanza formativa delle scuole in ambiti come l'orientamento sessuale. "Parole d'amore e libertà, per prevenire la violenza": questo il titolo dato al convegno che ha visto intervenire per il comune di Molfetta l'Assessora alla Cultura Sara Allegretta.
Avere un istituto molfettese capofila in un progetto contro il bullismo omotransfobico rappresenta un motivo di orgoglio, come lo è la presenza di centri antiviolenza che insieme alle istituzioni credono in progetti come quello illustrato ieri sera proprio a Molfetta. Questo essenzialmente l'opinione espressa dal Luciano Lopopolo presente nazionale di Arcigay. Puntando sulle parole e sui poteri che riescono a generare è possibile portare avanti argomenti come l'omosessualità e la transessualità.
«Le parole sono importanti – ha affermato il prof. Alessandro Taurino – perché danno statuto a quello che nominano, ma prima di arrivare ad elaborare il concetto di persona sarebbe necessario decostruire i pregiudizi». Ed è così che le differenze, come in aritmetica, diventano delle sottrazioni. «Differenziare gli orientamenti e le preferenze sessuali – ha proseguito il docente di psicologia clinica dell'Università di Bari - nonché discriminarli significa sottrarre qualcosa a chi ne è sottoposto».
Davvero ricco di spunti l'intervento dello psicoterapeuta ospite del "G. Ferraris" che successivamente non ha esitato a favorire l'intervento – testimonianza di Vladimir Luxuria, letteralmente acclamata da una platea attenta e partecipe. «Parlare della mia esperienza nei contesti in cui vengo invitata – ha sottolineato l'ex parlamentare – per me risulta importante in quanto si ha l'opportunità di dare delle spiegazioni a delle parole relativamente nuove ma che descrivono fenomeni la cui storia non è certamente così recente. Bullismo, omofobia, transessualità: sono termini coniati alla fine degli anni '60 ma la discriminazione nasce molto prima ed è sempre stata intesa come qualcosa di normale. Oggi – ha proseguito Luxuria – parlare di bullismo omofobo significa per molti minare l'orientamento sessuale di un bambino».
Proprio partendo da questo concetto la scrittrice e attrice foggiana ha concluso ribadendo che «non vogliamo che un eterosessuale diventi gay, ma vogliamo evitare che i bambini vengano deviati dalle parole omofobe degli adulti».