Cronaca
Via Corrado Salvemini: finchè non ci "scappa" il morto
Inascoltate finora le richieste di residenti, parroci e scuole della zona
Molfetta - venerdì 17 gennaio 2020
L'incidente della serata del 14 gennaio scorso accende nuovamente i riflettori su via Corrado Salvemini, strada indispensabile per la viabilità nella zona a Ponente di Molfetta.
Al netto delle informazioni circa il sinistro e delle possibili conseguenze anche giudiziarie, l'evento ha scatenato coloro i quali quella strada la percorrono quotidianamente e da anni chiedono interventi: semafori o rotatorie o dissuasori o rilevatori della velocità. Insomma tutto l'indispensabile per scongiurare pericoli e notizie di cronaca nera da far raccontare ai giornali. Perché, allo stato attuale del luogo, quella strada è solo in attesa di essere teatro di lacrime e morte.
Ne sono certi i residenti che nella serata del 14 gennaio hanno seguito con apprensione le fasi del soccorso al giovane rimasto intrappolato nelle lamiere della propria auto. Tutti in silenzio durante l'intervento dei Vigili del Fuoco, poi il sospiro di sollievo ascoltando la voce che si lamentava per i dolori, poi la rabbia e l'indignazione.
«Noi siamo rassegnati: sappiamo che è solo questione di tempo e poi accadrà l'irrimediabile», è stato il commento di una signora tra la folla. «Chi di dovere non si rende conto che qui è tutto finché non ci scappa davvero il morto», è stata invece la considerazione di un altro presente.
Quasi tutti lì come un rituale: il boato dell'impatto che arriva nelle case, le auto che magari ricordano quelle di qualche parente che non è ancora rincasato «e via giù per le scale per rendersi conto dell'accaduto e poi sperare di non essere arrivati troppo tardi», è il racconto di un altro presente tra la gente radunatasi la sera del 14 gennaio.
Negli anni, chi vive nella zona, ne ha visti di incidenti.
La dinamica quasi sempre la stessa: l'alta velocità (via Corrado Salvemini è strada dalla carreggiata larga e lunga, a doppio senso di marcia, percorsa ben oltre i limiti consentiti; stessa cosa per viale Giovanni XXIII), niente precedenza agli incroci nonostante la segnaletica (in particolare quello tra via Corrado Salvemini e viale Giovanni XXIII), lo scontro, le auto che carambolano come fossero piume, le sirene, le ambulanze, la Polizia Locale e le forze dell'ordine e il sospiro per chi è rimasto per fortuna solo ferito mentre i carro-attrezzi portano via le lamiere di ciò che resta dei veicoli.
Negli anni investimenti di pedoni (qualche anno fa una bambina), sinistri tra automobili (qualche anno fa un incidente all'alba del 1 gennaio fece rischiare la vita a una coppia di fidanzati), sinistri tra automobili e motori o biciclette.
Tutto a distanza di pochi metri dall'ingresso della scuola di primo grado "don Cosmo Azzollini", della scuola di secondo grado "Corrado Giaquinto", di ben tre scuole dell'infanzia e della parrocchia Santa Famiglia. Oltre ai vari portoni e cancelli di condomini e comprensori.
Negli anni inascoltate le richieste di parroci e dirigenti scolastici. Il nulla. Non a caso è tutto sotto gli occhi di tutti. Come anche la domanda, di tutti: «Che si aspetta prima di intervenire?».
Al netto delle informazioni circa il sinistro e delle possibili conseguenze anche giudiziarie, l'evento ha scatenato coloro i quali quella strada la percorrono quotidianamente e da anni chiedono interventi: semafori o rotatorie o dissuasori o rilevatori della velocità. Insomma tutto l'indispensabile per scongiurare pericoli e notizie di cronaca nera da far raccontare ai giornali. Perché, allo stato attuale del luogo, quella strada è solo in attesa di essere teatro di lacrime e morte.
Ne sono certi i residenti che nella serata del 14 gennaio hanno seguito con apprensione le fasi del soccorso al giovane rimasto intrappolato nelle lamiere della propria auto. Tutti in silenzio durante l'intervento dei Vigili del Fuoco, poi il sospiro di sollievo ascoltando la voce che si lamentava per i dolori, poi la rabbia e l'indignazione.
«Noi siamo rassegnati: sappiamo che è solo questione di tempo e poi accadrà l'irrimediabile», è stato il commento di una signora tra la folla. «Chi di dovere non si rende conto che qui è tutto finché non ci scappa davvero il morto», è stata invece la considerazione di un altro presente.
Quasi tutti lì come un rituale: il boato dell'impatto che arriva nelle case, le auto che magari ricordano quelle di qualche parente che non è ancora rincasato «e via giù per le scale per rendersi conto dell'accaduto e poi sperare di non essere arrivati troppo tardi», è il racconto di un altro presente tra la gente radunatasi la sera del 14 gennaio.
Negli anni, chi vive nella zona, ne ha visti di incidenti.
La dinamica quasi sempre la stessa: l'alta velocità (via Corrado Salvemini è strada dalla carreggiata larga e lunga, a doppio senso di marcia, percorsa ben oltre i limiti consentiti; stessa cosa per viale Giovanni XXIII), niente precedenza agli incroci nonostante la segnaletica (in particolare quello tra via Corrado Salvemini e viale Giovanni XXIII), lo scontro, le auto che carambolano come fossero piume, le sirene, le ambulanze, la Polizia Locale e le forze dell'ordine e il sospiro per chi è rimasto per fortuna solo ferito mentre i carro-attrezzi portano via le lamiere di ciò che resta dei veicoli.
Negli anni investimenti di pedoni (qualche anno fa una bambina), sinistri tra automobili (qualche anno fa un incidente all'alba del 1 gennaio fece rischiare la vita a una coppia di fidanzati), sinistri tra automobili e motori o biciclette.
Tutto a distanza di pochi metri dall'ingresso della scuola di primo grado "don Cosmo Azzollini", della scuola di secondo grado "Corrado Giaquinto", di ben tre scuole dell'infanzia e della parrocchia Santa Famiglia. Oltre ai vari portoni e cancelli di condomini e comprensori.
Negli anni inascoltate le richieste di parroci e dirigenti scolastici. Il nulla. Non a caso è tutto sotto gli occhi di tutti. Come anche la domanda, di tutti: «Che si aspetta prima di intervenire?».